Disturbi circolatori: insufficienza venosa degli arti inferiori

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Molto diffusa in tutto l’Occidente, l’insufficienza venosa cronica a carico degli arti inferiori (IVC) è spesso sottovalutata o ridotta ad un semplice problema estetico. I dati epidemiologici invece parlano da soli: colpisce dal 10 al 50% della popolazione adulta maschile e dal 50 al 55% quella femminile. In generale il rapporto fra uomini e donne è di 1 a 3. Fino a 50-60 anni di età sono le donne le più colpite, mentre negli ultrasessantenni non si notano significative differenze tra i due sessi. (SIAPAV -Società Italiana di Patologia Vascolare). Alcune condizioni concorrono alla genesi di tale patologia: la predisposizione genetica familiare, la gravidanza, l’uso dei contraccettivi orali, la stipsi, la sedentarietà, ecc. Mentre non possiamo incidere sui fattori ereditari, quale la debolezza congenita della parete venosa, è possibile correggere efficacemente i vari fattori favorenti (stazione eretta o seduta prolungata, esposizione a fonti di calore, sovrappeso, stipsi, ecc.) seguendo uno stile di vita sano, praticando un adeguato esercizio fisico per assicurare e mantenere una buona circolazione venosa a livello degli altri inferiori, e seguendo un’alimentazione corretta. Se i chili di troppo, ad esempio, possono ostacolare un normale ritorno venoso del sangue verso il cuore, una alimentazione inadeguata, ad esempio povera in fibre, può causare stipsi ed influire anch’essa negativamente sul circolo venoso. Limitare o, ancora meglio evitare caffè, alcolici, cibi piccanti, ecc. può contribuire a combattere la comparsa di vasodilatazione, crampi e prurito, mentre l’apporto di frutta e verdura fresca, grazie all’apporto in minerali, vitamine, flavonoidi contribuirà a migliorare il tono vascolare. Anche una buona respirazione può influire positivamente, in quanto ad ogni espansione del torace si crea un vuoto che permette al sangue venoso di essere aspirato verso l’alto. A questo proposito si segnala che il fumo di sigaretta danneggiando cuore e polmoni interferisce sulla pompa respiratoria aspirante. La nicotina, inoltre, danneggia la parete delle arterie e delle vene e favorisce l’aggregazione piastrinica con formazione di coaguli del sangue. È bene evitare la stazione eretta prolungata e le fonti di calore che dilatano le vene (bagni caldi, bagni turchi, sauna, sole). Dal punto di visto terapeutico è importante intervenire ai primi segnali (dolore, senso di peso, gonfiore, prurito) sia con cure locali che per os. Le Linee Guida Nazionali ed Internazionali e la Medicina Basata sulle Evidenze (EVB) indicano in modo chiaro nei farmaci flebotropi, a base di flavonoidi, la terapia che ha portato i maggiori benefici: molti fra questi preparati sono di origine vegetale.

Fito-gemmoterapia

Nel trattamento dell’insufficienza venosa sono da sempre utilizzate in Fitoterapia piante medicinali che manifestano una azione venotonica e vitamino-P-simile in grado di rafforzare le pareti delle vene e ripristinarne la tonicità. Tramite una azione di stimolo sulle fibre muscolari lisce della parete venosa (azione venotonica: Ruscus aculeatus, Hamamelis v., ecc.) e tramite una azione vitaminico-P con diminuzione della permeabilità capillare e accrescimento della resistenza della parete venosa (Aesculus hippocastanum, Vitis vinifera, Melilotus officinalis, ecc.) si determina infatti un aumento del tono della parete venosa, in grado di contrastare la dilatazione venosa, e la normalizzazione della permeabilità della parete vascolare (azione antiedemigena). Grazie a tali proprietà tali piante contribuiscono a ridurre la sensazione di pesantezza, stanchezza, e aiutano a ‘sgonfiare’ le gambe. In particolare:

Aesculus hippocastanum L.

Commissione E, ESCOP e OMS riconoscono l’efficacia dell’estratto di Ippocastano nell’alleviare i sintomi dell’insufficienza venosa nel dolore alle gambe, pesantezza, gonfiore, crampi notturni, prurito. La pianta (semi) assicura infatti una notevole proprietà vasoprotettiva, antiessudativa ed antiedemigena. Con la somministrazione giornaliera di Ippocastano è stata dimostrata, inoltre, una riduzione dell’attività degli enzimi responsabili della degradazione dei proteoglicani: viene ad essere così assicurata la coesione della parete vascolare. Avvertenze: solitamente ben tollerato, si consiglia vigilanza in caso di assunzione contemporanea di farmaci anticoagulanti e antiaggreganti piastrinici. In gravidanza e allattamento la sua prescrizione deve essere solo medica e per uso limitato. Posologia: Estratto secco nebulizzato e titolato in escina (minimo 3%, secondo la Farmacopea italiana): 1 cps 3 volte al giorno a stomaco pieno (90 mg di escina/die da suddividersi in tre dosi); Aesculus hippocastanum T.M.: 30 gocce, diluite in acqua, 1-3 volte al giorno).

Ruscus aculeatus L.

La Commissione E riconosce l’efficacia del Pungitopo, per via interna, nel trattamento come terapia d’appoggio per alleviare i sintomi associati alla patologia emorroidaria e per migliorare la sintomatologia funzionale legata all’insufficienza venosa. Risulta particolarmente indicato come venotonico per contrastare le turbe venose indotte dal calore (in estate, ad esempio) e per migliorare la contrattilità dei vasi linfatici periferici (aumento sistema pompaggio linfatico). È indicato particolarmente in caso di insufficienza venosa associata ad edema e cellulite. Segnalata anche la sua efficacia nel trattamento delle emorroidi. Avvertenze: solo per dosaggi elevati si possono manifestare vomito e diarrea. Posologia: Estratto secco nebulizzato e titolato in saponine espresse come ruscogenina min. 10% (Farmacopea Francese X): 1-3 cps al dì.; Ruscus aculeatus T.M. 40 gocce, diluite in acqua, tre volte al dì.

Vitis vinifera L.

Le foglie della Vite, raccolte a fine stagione quando sono rosse, sono ricche in antociani, oligo-proantocianidine (OPC) e flavonoidi responsabili dell’azione vitaminico P-simile della pianta, attività caratterizzata da modulazione della permeabilità e resistenza capillare, stabilizzazione del collagene della parete di vasi e azione antiradicalica. Le proantocianidine manifestano anche azione antinfiammatoria. Grazie alla presenza di particolari sostanze, gli antociani, che determinano una azione benefica sulla microcircolazione, è indicata nel trattamento della fragilità capillare. Posologia: Estratto secco acquoso (foglie, 4-7:1): 360-720 mg/die (ESCOP); Vitis vinifera T.M.: 40 gocce, diluite in acqua, 1-3 volte al dì. 

Melilotus officinalis L.

Il Meliloto (foglie e sommità fiorite) è considerato uno specifico sintomatologico dell’insufficienza veno-linfatica: deve questa proprietà alla cumarina che migliorando il microcircolo contribuisce ad aumentare l’ossigenazione tissutale e stabilizza la membrana degli eritrociti. Sperimentazioni effettuate hanno dimostrato che gli estratti di meliloto aumentano la resistenza capillare, diminuiscono la permeabilità della parete vascolare, migliorano il ritorno venoso e la circolazione linfatica e manifestano attività antinfiammatoria ed antiedemigena. Le indicazioni terapeutiche principali sono i disturbi della circolazione venosa quali emorroidi, insufficienza venosa cronica, varici e profilassi della trombosi, stasi linfatiche. Il meliloto possiede anche proprietà diuretiche (infuso al 5%). Avvertenze: la pianta è presente in monografia della Commissione E (1986) ove viene segnalato che non offre controindicazioni e solo in rari casi può manifestarsi cefalea. Solo in caso d’abuso, si può constatare un leggero effetto narcotico (nausea, cefalee). Per la presenza di cumarine si consiglia, a scopo precauzionale, vigilanza in caso di contemporanea assunzione di anticoagulanti e antiaggreganti piastrinici (possibile potenziamento d’azione). Posologia: Estratto Secco titolato in cumarine totali minimo 20% (Farmacopea francese): 1 cps due volte al dì, assumere lontano dai pasti. La Commissione E consiglia una dose giornaliera di 3-30 mg di cumarina (per os); Melilotus officinalis T.M.: 40 gocce, diluite in acqua, 1-3 volte al giorno.

Hydrocotile asiatica L.

Le parti aeree di Centella asiatica (foglie, stoloni, piccioli) trovano utile indicazione nelle patologie di natura circolatoria in quanto sono in grado di migliorare il trofismo vascolo-connettivale, ripristinando nel tempo l’equilibrio emodinamico a livello del sistema micro-vasculo-tissutale. Avvertenze: la pianta risulta ben tollerata. Viene segnalato tuttavia che in alcuni casi può provocare dermatite allergica da contatto e dolori gastrici e nausea in seguito a somministrazione per os. Posologia: Estratto secco nebulizzato e titolato in derivati triterpenici totali (acido asiatico e acido madecassico 60% e asiaticoside 40%) min. 5% (Farmacopea Italiana X), 1 cps due volte al dì lontano dai pasti e suddivisi in due somministrazioni; Hydrocotile asiatica T.M., 30 gocce, diluite in acqua, 1-2 volte al dì.

Vaccinium Myrtillus L.

La ricchezza in antociani dei frutti di Mirtillo nero ne determina la spiccata attività angioprotettrice. Gli antociani del mirtillo dimostrano, infatti, un’attività vasoprotettrice ed antiedematosa costante. Manifestano la loro attività a livello della microcircolazione, ove aumentano la resistenza e diminuiscono la permeabilità capillare (proprietà vitaminoP-simili ). Riducono inoltre la liberazione di agenti proinfiammatori, stimolano la biosintesi di collagene e mucopolisaccaridi, la reticolazione delle fibrille di collagene nel connettivo, abbassando così la permeabilità e la fragilità dei capillari. Sono in grado anche di proteggere le pareti vasali dai danni indotti da un’alimentazione iperlipidica (Della Loggia, 1993). Si segnala inoltre che preparati a base di mirtillo possono essere impiegati nel trattamento della cataratta e del glaucoma. Avvertenze: i frutti non presentano tossicità o effetti secondari. Solo per dosaggi elevati (antocianine: >100mg/die) occorre cautela in pazienti con disordini della coagulazione e in quelli che assumono warfarin o farmaci antiaggreganti (Mills-Bone, 2005). Posologia: Estratto secco nebulizzato e titolato in antocianosidi totali espressi come antocianidine min. 23,8% e max. 26,2% (Farmacopea Italiana X).: 1 cps tre volte al dì; Vaccinium myrtillus T.M. (da frutto fresco): 40 gocce, diluite in acqua,1-3 volte al dì.

Trofismo cutaneo

Si ricorda inoltre l’importanza del trofismo cutaneo: una pelle elastica e idratata esercita una compressione valida che facilita lo scorrimento del sangue verso l’alto. Sarà opportuno pertanto consigliare l’applicazione quotidiana di creme che oltre all’azione idratante siano in grado di esplicare un’azione vasculotropa. Oltre alle piante medicinali precedentemente trattate si segnala: Hamamelis virginiana L. (Amamelide): si tratta di una pianta molto ricca in tannini, sostanze dotate di una spiccata azione astringente. L’European Scientific Cooperative on Phytotherapie (ESCOP) ritiene utile l’impiego della pianta nel trattamento dell’insufficienza venosa caratterizzata da sensazione di pesantezza a carico degli arti inferiori. Tramite la termometria cutanea si osserva che l’applicazione topica di un preparato di foglie provoca la diminuzione della temperatura e quindi una vasocostrizione. L’amamelitannino è in grado di inibire la 5-lipossigenasi e manifesta proprietà antiossidanti in grado di proteggere le cellule dall’ossidazione dei radicali liberi. Interessante risulta anche l’utilizzo di Calendula officinalis L.:la Calendula, infatti, ottimizza l’irrorazione sanguigna della cute migliorandone il trofismo e, grazie alla sua azione di normalizzazione della circolazione capillare (flavonoidi), risulta particolarmente adatta per rinforzare il microcircolo. La pomata di Calendula (al 20%) viene utilmente impiegata nella profilassi e terapia dell’insufficienza venosa. Grazie all’ottima tollerabilità può essere prescritta per lunghi periodi (anche in gravidanza): il suo uso, infatti, non da luogo a fenomeni irritativi.

Gemmoterapia

Aesculus hippocastanum M.G.1DH. Le gemme di Aesculus hippocastanum sembrano essere la parte più attiva della pianta: grazie all’azione venotonica e vasculoprotettiva sono in grado di favorire un aumento del tono venoso con diminuzione dei tempi di svuotamento venoso e conseguente riduzione della stasi. È importante segnalare, inoltre, che il gemmoderivato a differenza delle altre forme galeniche, presenta un minor tempo di latenza nel manifestare la risposta terapeutica. Posologia: Aesculus hippocastanum M.G.1DH, 50 gocce, diluite in acqua e sorseggiate lentamente, 1- 2 volte al dì.

Sorbus domestica M.G.1DH (50 gtt al dì) e Castanea vesca MG1DH (50 gtt al dì). Il primo favorisce la circolazione venosa a livello degli arti inferiori, il secondo esplica una azione di drenaggio sui vasi linfatici (azione antiedemigena). Questi gemmoderivati, a giudizio medico, possono essere assunti in gravidanza.

Enrica Campanini