Luisella Zanino: l’Omeopatia è una via d’accesso a nuovi saperi

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Originaria di Varallo, storica città alpina del nord-est Piemontese, Luisella Zanino, una laurea (con lode) in Medicina e Chirurgia ed una specializzazione (con lode) in Pediatria, entrambe conseguite a Torino, ama definirsi pediatra di famiglia, un termine che dà bene l’idea di dove si collochi il rapporto medico-paziente in questa branca della medicina. Subito dopo la specializzazione, in Costa Azzurra, a Nizza, frequenta un corso triennale di omeopatia. Con lo studio di questa disciplina riscopre la passione umanistica, retaggio degli studi liceali classici e il suo interesse per le medicine tradizionali popolari da sempre vive e in uso nella valle dove è nata. Permeata nell’approccio alla malattia e alla salute dalla preparazione accademica e dal rigore scientifico appreso in Università, ma stimolata ad agire dai suoi maestri omeopati francesi, comincia timidamente a “provare” l’omeopatia nei casi acuti, ottenendo sui suoi piccoli pazienti risultati che a lei stessa appaiono “sconcertanti” e che la convincono quanto questo tipo di cura possa rivelarsi un’arma vincente, sia in associazione e complemento alle cure convenzionali, sia in alternativa ad esse. Per questo, da allora non smette più di studiarla.

Dottoressa Zanino, come s’è coniugata nella sua esperienza formativa e professionale il saper medico della tradizione accademica con l’omeopatia?
Sono stata una studentessa universitaria brillante, ligia ad assorbire gli insegnamenti accademici e l’approccio scientifico veicolato dal mondo universitario. Al tempo stesso ho da sempre avuto interesse per le medicine tradizionali popolari, forse perché provengo da una valle montana dove i rimedi naturali di cura, talora mistico/magici, sono parte integrante della cultura. Sin da bambina e anche dopo la laurea in medicina sono stata attratta e incuriosita da questa dimensione dell’arte medica, legata a quegli antichi saperi. L’omeopatia, per certi versi, fa parte di questa dimensione, diciamo empirica. Ho iniziato a studiarla un po’ per caso e un po’ per curiosità intellettuale. I risultati sorprendenti che si ottengono applicando i principi di questa disciplina mi hanno letteralmente folgorata e convinta della necessità di integrare il sapere accademico con altri saperi medici che, con la relazione medico-paziente, vengono spesso trascurati dalla medicina ufficiale. Conoscere l’omeopatia significa avere uno strumento di cura in più oltre che favorire un approccio particolare al paziente. Ciò avviene ovviamente anche in pediatria, valorizzando le caratteristiche del bambino malato.

Quali, per esempio?
Le cosiddette modalità, omeopaticamente parlando: il modo personale e squisitamente individuale di vivere ogni sintomo, ogni disagio. Qualche esempio? Se il bambino durante la malattia sta meglio o peggio in certi orari, in che posizione migliora, come si pone nei confronti degli altri quand’è malato, se ama farsi consolare oppure no. Ma anche quali cibi e quali bevande preferisce, quali lo disgustano, quali eventuali giochi o distrazioni preferisce, se è stenico o abbattuto, se è attivo fisicamente o se lo è di più intellettualmente, se è timido o piagnucoloso, irascibile e capriccioso … e così via. E poi, in visita viene osservato il modo di porsi, l’aspetto fisico, lo sguardo, l’umore… Aspetti comportamentali che spesso vengono trascurati in un’anamnesi tradizionale, sia nelle malattie acute che in quelle croniche. Normalmente il medico, durante una visita diciamo “tradizionale” si sofferma principalmente sui sintomi che gli permettano di fare diagnosi di malattia, raramente o quasi mai sul modo del bambino di vivere la malattia in corso, di interagire col mondo.

Questa particolare attenzione ai dettagli aiuta a creare una buona relazione con i genitori e col bambino?
Certamente. In generale cercare di capire i sentimenti rinsalda la relazione, tanto che spesso i miei pazienti divenuti adulti continuano a considerarmi loro medico di fiducia. Fiducia come abbraccio, comprensione, empatia che va oltre la diagnosi medica (che va ovviamente messa in prima fila). Cercando oltre la diagnosi di malattia, anche la diagnosi di malato, come avviene in omeopatia, si instaura un rapporto medico-paziente gratificante dal punto di vista umano sia per il paziente che per il medico.