Medicine complementari: le iniziative regionali

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In questo ultimo anno sono state soprattutto le regioni ad assumere a diversi livelli iniziative interessanti nel settore delle medicine complementari o non convenzionali. Nel corso del 2014 la Giunta Regionale dell’Emilia Romagna, approvando le “Linee guida regionali per l’erogazione di prestazioni di medicine non convenzionali a carico del Fondo sanitario regionale”, ha inserito nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) regionali l’agopuntura come una delle terapie del dolore ricorrente o cronico muscolo scheletrico lombare, nella profilassi della cefalea muscolo-tensiva e dell’emicrania. L’agopuntura per l’anestesia sarà a carico anche del Servizio sanitario regionale della Lombardia e potrà essere erogata per il dolore ricorrente o cronico muscolo-scheletrico lombare, e come profilassi della cefalea muscolo-tensiva e dell’emicrania. In Toscana il Consiglio Sanitario Regionale ha approvato pochi mesi fa le Linee di indirizzo regionali sull’agopuntura, che dovranno consentire ai medici di orientarsi nella prescrizione anche di questa terapia in diverse condizioni cliniche mentre la Valle d’Aosta ha modificato i Lea inserendo l’agopuntura per il trattamento degli effetti avversi delle terapie oncologiche (chemio e radioterapia, terapie ormonali). Sono iniziative importanti che hanno preceduto o accompagnano l’impegno delle regioni ad attuare l’Accordo Stato Regioni e Province Autonome, siglato nel febbraio 2013, per quanto riguarda il riconoscimento dell’iter formativo in medicina complementare (MC). L’Accordo è già stato recepito in Emilia Romagna e nelle Marche, con una legge regionale, nel 2013 ed è ora in fase di applicazione; in Toscana un nuovo protocollo di intesa con gli Ordini professionali, in questo caso non solo medici e odontoiatri ma anche veterinari e farmacisti, è stato firmato nel marzo di quest’anno. Il Consiglio regionale del Piemonte ha approvato una delibera che impegna la Giunta a procedere speditamente in questa direzione e una proposta di legge regionale che include anche veterinari e farmacisti è in discussione presso la Commissione Salute del Consiglio regionale. Ormai da tempo la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici e Odontoiatri (FNOMCeO) ha invitato gli Ordini provinciali a istituire le commissioni che dovranno valutare i curricula dei medici che si vorranno iscrivere all’elenco di esperti nelle cinque discipline previste dall’Accordo: agopuntura, fitoterapia, omeopatia, omotossicologia e medicina antroposofica. Ne parliamo più diffusamente nell’inchiesta proprio di questo numero della rivista. Nelle regioni dove il processo di integrazione delle MC nel Servizio Sanitario regionale è più avanzato, come in Toscana che sta procedendo in questo percorso da quasi vent’anni, sono state assunte nuove iniziative in questo campo. Si va dall’integrazione delle MC nella formazione dei medici di famiglia per il trattamento del dolore cronico al loro inserimento nelle linee guida regionali per la menopausa; dall’istituzione di un corso di formazione rivolto a medici e personale sanitario penitenziario per promuovere l’utilizzo delle MC anche negli istituti di reclusione regionali all’approvazione da parte del Consiglio Sanitario Regionale di un documento, ora in fase di recepimento, sulle procedure assistenziali, farmacologiche e non, per il controllo del dolore durante il travaglio e il parto. Tra le pratiche non farmacologiche sono incluse anche agopuntura e omeopatia. Questi trattamenti potranno dunque essere erogati nei Punti nascita regionali, ovviamente dopo aver provveduto alla formazione del personale sanitario e in particolare delle ostetriche, come si sta già facendo nell’Azienda USL2 di Lucca. Ma l’iniziativa che forse meglio di altre rappresenta il concetto di integrazione e di sinergia fra medicina convenzionale e complementare, è l’approvazione un mese fa della Delibera, la n. 418/2015, della Giunta regionale toscana che riguarda l’integrazione delle MC in oncologia. Prendendo infatti atto dei risultati di una ricerca effettuata dalla Regione Toscana, all’interno del progetto EPAAC (European Partnership for Action Against Cancer) della Commissione europea, la Regione si impegna a garantire ai malati di tumore, nel rispetto del concetto di equità di accesso alle cure, l’opportunità di usufruire dei trattamenti di MC, che si sono dimostrati sicuri, efficaci e con scarsi effetti collaterali, a integrazione delle terapie ufficiali. Secondo quella ricerca l’agopuntura è efficace nella nausea e nel vomito post-chemioterapici e post-chirurgici, nel dolore, nelle vampate di calore della menopausa iatrogena, cioè causate dalla terapia ormonale, e nella secchezza del cavo orale; l’omeopatia per i disturbi vasomotori della menopausa iatrogena e negli effetti avversi della radioterapia. La fitoterapia è considerata efficace nell’ansia e nella depressione, nell’astenia provocata dalla malattia tumorale, nelle infiammazioni della mucosa orale, nella nausea e nel vomito correlati alle terapie antitumorali, e nel dolore. La conseguenza però più importante, densa di possibili conseguenze sul piano operativo e ricadute organizzative a livello della sanità regionale è rappresentato dalla Delibera della GR n. 418 del 7.4.2015 che prevede fra l’altro di “garantire, nel rispetto del concetto di equità di accesso alle cure, ai pazienti oncologici l’opportunità di usufruire di tali trattamenti, che sono sicuri, efficaci e con scarsi effetti collaterali, a integrazione della medicina ufficiale, nella Rete toscana dei Dipartimenti oncologici dell’ITT, attivando sinergie fra gli stessi, le strutture pubbliche di medicina complementare di comprovata esperienza, con il coordinamento delle strutture di riferimento regionali per le medicine complementari …. di inserire le prestazioni di medicina complementare in campo oncologico nell’offerta terapeutica del Servizio Sanitario Regionale; di sviluppare la ricerca clinica per valutare l’efficacia dei trattamenti proposti, gli effetti collaterali e le interazioni con la terapia ufficiale relativamente ai trattamenti di MC per i quali la ricerca EPAAC ha dimostrato minor evidenza di efficacia”. Si tratta di un traguardo di grande rilievo che rappresenta solo l’inizio di un nuovo percorso fortemente innovativo che, speriamo, possa essere condiviso in futuro da altre regioni ed essere così di grande beneficio per un numero sempre maggiore di pazienti.

Elio Rossi