Omeopatia: più del 20% degli italiani la utilizza

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Bomeopatia-granuli2La medicina dei simili è conosciuta dall’80% degli Italiani e utilizzata da circa il 20%. Lo dice un recente sondaggio commissionato da Omeoimprese. Particolarmente significativo l’impiego nell’infanzia, in crescita

Mentre in tutto il mondo, India inclusa, si celebra la Giornata internazionale dell’omeopatia, la medicina dei simili continua a raccogliere interesse ed adesione nel nostro Paese. Ciò nonostante la crisi, che ha ridotto il potere d’acquisto di ampie fasce di popolazione, e alcuni nodi di ordine regolatorio non ancora sciolti. Passi in avanti sono stati tuttavia compiuti nell’ultimo periodo, con l’approvazione dell’Accordo della Conferenza Stato-Regioni in materia di formazione, che per la prima volta ha definito criteri nazionali uniformi, in corso di recepimento dalle varie Regioni.

Più del 20% degli Italiani utilizza i medicinali omeopatici almeno una volta l’anno mentre all’incirca il 4,5% della popolazione fa ricorso ai preparati in diluizione con frequenza settimanale o addirittura quotidiana. Sono i dati recentemente diffusi da Omeoimprese, frutto di un sondaggio che l’associazione, che riunisce buona parte delle aziende del settore, ha commissionato a EMG Acqua.

Le 2000 interviste riconfermano alcuni trend caratteristici per l’omeopatia non soltanto italiana, ma in genere europea. Fra questi il fatto che gli utilizzatori siano soprattutto donne (60,4%), di età media e con un buon profilo culturale, dato che il 53,7% di chi sceglie le cure omeopatiche ha un’istruzione superiore. Quanto alla distribuzione geografica, al primo posto si colloca il Nord Ovest del paese, dove questa disciplina è maggiormente radicata (34,4%), seguito da Nord Est (21,9%), Centro, Sud e Isole, fanalino di coda con una percentuale del 12%.

L’omeopatia è utilizzata per trattare un ampio ventaglio di problemi di salute, riniti, raffreddori e influenze innanzitutto (63,6%), ma anche dolori di varia natura (30,4%), allergie e malattie atopiche. L’arnica, rimedio d’elezione per i traumi e le contusioni di diversa origine, è il più amato dagli Italiani, con una percentuale d’uso di circa il 15%.

Ed è di particolare interesse che, a un andamento positivo del settore, che si riflette sul piano industriale con l’aumento del 3% nel 2015 del fatturato delle aziende aderenti a Omeoimprese, si associ un trend di crescita dell’utilizzo fra i cittadini (+2,8%). Degna di nota, per le conseguenze che implica in materia di salute, è in particolare la diffusione nell’ambito pediatrico: quasi tre italiani su 10, infatti, si rivolgono all’omeopata per i propri piccoli, in particolare dopo i 6 anni e per le malattie delle alte vie respiratorie. “Questi dati sono confermati e amplificati anche dall’esperienza toscana – commenta Elio Rossi, direttore di Medicina Integrata e responsabile dell’ambulatorio di omeopatia di Lucca, centro di riferimento regionale in Regione Toscana – dove ricorre all’omeopatia 1 bambino su 4. In questi dati si nota a mio avviso una linea di coerenza che ha a che fare con la percezione che i rimedi omeopatici siano sicuri e sostanzialmente privi di effetti collaterali, il che li rende particolarmente indicati nel trattamento dei bambini e che dovrebbero essere utilizzati, e di fatto lo sono, come prima scelta per diverse malattie, in particolare nelle affezioni respiratorie, lasciando il ricorso ad antibiotici e cortisonici solo ai casi in cui non ci fossero effetti positivi. Questo è d’altronde l’orientamento di molti genitori, che scelgono le terapie omeopatiche soprattutto per la prevenzione e la cura delle malattie ricorrenti delle alte vie respiratorie, come tonsilliti, otiti, sinusiti ecc.”.

Tutto ciò è rispecchiato nel sondaggio: infatti, fra le ragioni che inducono molti cittadini a scegliere l’omeopatia c’è l’approccio “dolce”, dunque l’assenza di effetti collaterali e di controindicazioni, che indirizza le preferenze del 18,2% del campione analizzato, e la tossicità bassa o inesistente (15,5%). Fattori che la fanno ritenere particolarmente adatta per affrontare disturbi come l’ansia, lo stress o i problemi a carico dell’apparato digerente come gastriti e turbe intestinali.

Le fonti di informazione rimandano alla farmacia in primo luogo (40,6%), con una fetta importante degli intervistati che si aspetta però un ruolo più attivo in tal senso del medico di famiglia.

“I risultati del sondaggio sono interessanti – conclude Elio Rossi – anche perché arrivano dopo una serie di interventi che hanno costruito, nell’ultimo periodo, una campagna denigratoria contro l’omeopatia. Il report australiano o il libro di Garattini in Italia, che hanno avuto un’ampia eco sui media. I fatti, e cioè gli effetti positivi delle terapie, prevalgono dunque sulle parole e sulle campagne mediatiche”.

Mariella Di Stefano