Origini dello shiatsu, Ki, Yin e Yang, e meridiani

4335

Akupunktur-Model 4La conoscenza di principi e pratiche della medicina tradizionale cinese, tra cui il messaggio terapeutico noto come anma, si diffuse in Giappone nel VI secolo, assieme al buddismo e alla filosofia cinese. Tra l’inizio del XVII e la fine del XIX secolo fu stabilito che l’anma doveva essere praticato dai ciechi perché i non vedenti hanno il senso del tatto molto sviluppato. Altri tipi di medicina fecero un balzo in avanti, combinando teorie tradizionali con nuove tecniche più legate alla scienza contemporanea e meno alla spiritualità; dato che i ciechi allora non avevano possibilità di acquisire un’educazione scientifica approfondita, l’anma finì per perdere i propri aspetti medici e la propria credibilità, a eccezione di una particolare terapia, nota come ampuku. L’anma fu salvata da Tamai Tempaku, che nel 1919 scrisse un libro intitolato “Shiatsu Ho”. Nell’opera, l’autore combinava l’anma, l’ampuku e il do in (esercizi di autoshiatsu) con alcuni elementi di anatomia, fisiologia e spiritualità tradizionale. Le teorie di Tempaku furono seguite in particolare da Tokujiro Namikoshi, Shizuto Masunaga e Katsusuke Serizawa, i personaggi principali dello shiatsu di oggi, i quali svilupparono sistemi individuali: Shiatsu Zen, Shiatsu Namikoshi e terapia tsubo. Ognuno di essi presenta differenze significative. Nel 1951 lo shiatsu viene riconosciuto dal Ministero della Sanità giapponese all’interno dell’anma e nel 1964 come pratica autonoma.

I personaggi principali
Tokujiro Namikoshi, oltre a recuperare le tradizioni della pratica, riconosce valide buona parte delle tecniche occidentali e le inserisce nel suo shiatsu. Sviluppa la digitopressione seguendo alcuni punti che non considererà come linee dei meridiani o tsubo. Nemmeno dal punto di vista energetico dà molta importanza allo yin ed allo yang, talvolta fino al punto di ignorarli. Namikoshi attinge alla conoscenza occidentale dell’anatomia, della fisiologia e della neurologia e si concentra sulla cura dei disturbi attraverso il massaggio di aree specifiche del corpo. È stato Namikoshi a ottenere il riconoscimento ufficiale dello shiatsu in Giappone e poi a portarlo fino in America. Nel 1940 apre il Japan Shiatsu Institute a Tokyo e da qui lo Shiatsu Namikoshi viene diffuso in tutto il Giappone e successivamente nel mondo occidentale. Katsusuke Serizawa concentrò la ricerca sulla natura e sugli effetti dello tsubo, cioè sui punti specifici del corpo sui quali operare. Applicando i principi tradizionali della medicina orientale, egli studiò la localizzazione e le funzioni dello tsubo sui meridiani e li ha esaminati con l’impiego di moderni metodi elettrici di misurazione, per dimostrare la loro esistenza dal punto di vista scientifico. Quale riconoscimento per questa importante ricerca sperimentale gli venne assegnata, nel l961, la laurea di dottore in medicina. Shizuto Masunaga si laurea in filosofia e psicologia nel 1949. Nel 1959 insegna psicologia clinica all’accademia del Japan Institute of Shiatsu. Studiando Medicina tradizionale cinese e Zen codifica una suo stile personale orientato a una visione umanistica ed olistica della persona che si inserisce nel dialogo tra discipline orientali e psicologia occidentale iniziatosi negli anni Sessanta. Nella pratica di Masunaga si formula una diagnosi (non in senso medico) energetica, basandosi soprattutto sulla palpazione dell’addome (Hara). Nello Iokai Center di Tokyo Masunaga afferma che l’insegnamento dello shiatsu e il sistema pedagogico non devono essere basati sulla medicina occidentale. La pratica sviluppa la relazione empatica tra operatore e ricevente e conduce alla realizzazione, intesa come riequilibrio totale della persona. Questo tipo di studio-ricerca, secondo Masunaga, si trasmette, con la guida di un buon maestro, a piccoli gruppi concentrati nell’attività continua nella pratica. Secondo Masunaga il maestro trasmette l’insegnamento I Shin den Shin (da cuore a cuore).

Ki, Yin e Yang, meridiani: che cosa sono?
Sono concetti tipici della millenaria cultura orientale, legati alla cosiddetta MTC (Medicina tradizionale cinese), alla base di tutte le tecniche che hanno una visione olistica – e non divisa a settori specialistici – della persona. Oggi la MTC è molto studiata anche in Italia.
Il Ki è movimento in divenire, è l’energia che fornisce la sostanza di tutte le cose dell’universo, e ne provoca il cambiamento. È chiamato anche il soffio.
È proprio l’energia a sostenere tutti i processi vitali dell’organismo umano, a farlo cioè vivere, pulsare e reagire alle stimolazioni, circolando in modo scorrevole, fluido e armonioso al suo interno. L’energia presente nel corpo umano, così come in tutti gli altri organismi viventi, è un’espressione particolare del Ki universale. Il Ki dell’individuo e il Ki della natura sono legati e si influenzano l’uno con l’altro. Ad esempio, quando si dice che una bella giornata illumina il cuore, è perché il nostro Ki funziona in sintonia con il Ki della natura che, a sua volta, è in sintonia con il Ki di ogni singola persona nel mondo.
Yin – yang sono in continuo flusso. Si creano a vicenda e si trasformano l’uno nell’altro. Svolgono funzioni reciprocamente complementari. Secondo le teorie orientali, le polarità yin e yang, che nella loro essenza esistono come unità, generano tutte le manifestazioni della natura. La fonte e l’origine in cui yin e yang esistono insieme come unità si chiama Tao e il Ki (che ne è l’espressione) è l’energia che attiva le forze delle manifestazioni delle due polarità. Come metafora in Oriente lo yin è “il lato ombreggiato della collina”, caratterizzato da qualità legate all’acqua e alla terra, lunare, oscuro, freddo, umido, passivo, tenero e femminile. Lo yang, “il lato soleggiato della collina”, è caratterizzato da qualità connesse al cielo, alla luce, al calore, al fuoco, all’aridità e alla mascolinità.
I meridiani sono canali in cui scorre l’energia, il Ki, del nostro corpo. Nello Shiatsu, come abbiamo visto, il tocco e la pressione stimolano il flusso del Ki nei meridiani. Infatti il tessuto connettivo, l’organo più grande del corpo perché lo riveste tutto, è il mezzo principale di interconnessione tra sistemi anatomici, compresi cervello e sistema nervoso. Questi canali possono essere associati alle funzioni degli organi interni. Anche la medicina moderna ha riconosciuto da tempo che la cute è in rapporto con gli organi interni.
Per questo motivo sono stati creati modelli di riferimento (per esempio, la mappa di Masunaga) che tengono conto della natura intrinsecamente dinamica degli esseri umani utilizzando mappe particolari e complesse, basate sull’individuazione di linee e punti dotati di speciali proprietà rispetto alla capacità di veicolare energia e informazioni nel corpo.

Vincenzo Bonaventura