Psicoterapia ipnotica: la terapia del dolore

3250

schmerzCon la legge n. 38 del 15 marzo 2010 sono state varate le “Disposizioni per garantire l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore” con l’obiettivo di sopprimere e controllare il dolore non solo con la terapia farmacologica, a volte limitata e inefficace, ma anche con la psicoterapia ottenendo buoni risultati.

Col relax ipnotico si possono eliminare o attenuare tutti i tipi di dolore. I più frequenti disturbi psico-somatici che causano dolorosità sono: colon irritabile, emicrania, cefalea, vomito, ernie, sciatalgia, dolori mestruali. E’ doveroso comunque avvertire i pazienti che possono procurarsi un’anestesia solo quando sono certi della natura del dolore. Chi soffre per un trauma ad un ginocchio può eliminare il dolore, in caso di mal di pancia, invece, è bene accertarsi che non si tratti di appendicite ma di un disturbo con una forte componente psicosomatica. La possibilità di bloccare il dolore non è dovuta a poteri magici ipnotici che non esistono, è invece un’esperienza spontanea in quanto si instaurano sensazioni di anestesia che agganciate a validi riflessi condizionati possono essere rievocate in auto-ipnosi vigile. E’ frequente sentir dire frasi di questo tipo: “Dalla paura me la son fatta addosso!” o “Non digerisco quella persona!” o “Mi si spezza il cuore!”. Queste parole confermano che lo stress e le idee dolorose si possono scaricare sul corpo. Per guarire è necessario che lo psicoterapeuta ed il paziente prendano coscienza, per risolverli, dei motivi che hanno prodotto l’ansia e lo stress che poi sono scaricati sul soma. Infatti, non sono le situazioni dolorose in sé, che ci disturbano, ma l’idea che ce ne siamo fatta e che possiamo cambiare, vedendo tutto in modo più distaccato e rasserenante. Il 50% dei pazienti che affollano gli ambulatori soffrono di disagi psicosomatici, così i medici di famiglia più aggiornati, quando le cure farmacologiche non sono risolutive, consigliano la psicoterapia. Un mio paziente si lamentava di un grosso ematoma ad un braccio e temeva di avere poche piastrine come la moglie. Visti i normali esami ematici, ricordò che l’ematoma era dovuto ad un trauma. Il presidente Reagan degli USA durante un attentato fu colpito da un proiettile che gli attraversò il torace; si rese conto del sanguinamento solo dopo essere stato trascinato in auto dalle guardie del corpo, non sentì nemmeno dolore perché, pensando a fuggire, nel suo sistema nervoso non c’era spazio per la percezione del dolore!

Casistica 

Dolorosità della colonna vertebrale

La colonna vertebrale è costituita da una serie di vertebre alle quali sono agganciati potenti muscoli che permettono tutti i movimenti. In certi pazienti, la tensione nervosa si scarica su questi muscoli, così le vertebre premono pesantemente sui dischetti, che schiacciati fanno fuoriuscire le ernie che comprimono i numerosi nervi che scorrono nelle vicinanze producendo vari tipi di dolore. Ci sono poi anche altre malattie che facilitano la compressione dei nervi lungo la colonna vertebrale provocando dolore (artrosi, traumi, diabete ecc.). Non ci si libera delle ernie discali ma rilassando i muscoli, con adeguati condizionamenti, ci si libera della sciatalgia e dalla brachialgia. Alberto è un commerciante di 65 anni venuto in trattamento psicoterapeutico per crisi di ansia dovute alle difficoltà economiche. Si rilassa bene e dopo cinque sedute è meno ansioso, dice però che soffre da molto tempo di due ernie del disco a livello cervicale e lombare. Le cure farmacologiche (cortisonici, antalgici, miorilassanti) e la fisioterapia gli producono un benessere temporaneo a cui seguono frequenti ricadute. Gli suggerisco dopo una iniezione di un farmaco miorilassante di riascoltare una mia registrazione nel suo letto ben riscaldato per raggiungere un profondo relax. “Sua moglie dovrà allungare i suoi piedi ed aiutarlo a realizzare una forte distensione muscolare del rachide. Lei nello stesso tempo farà un gesto di condizionamento in autoipnosi automatica vigile e ripeterà più volte mentalmente: la mia colonna vertebrale è calda e rilassata. Sempre più calda e libera da ogni tensione”. Quando il condizionamento, da fare anche al di fuori dello stato di relax divenne efficace, appena sentiva un dolore alla colonna se ne liberava col solito gesto associato ad un profondo respiro. Dopo due anni mi confermò che stava bene, riuscendo ad eliminare il dolore anche quando era dovuto ad un movimento erroneo, come piegare il dorso per alzare un peso.

Cefalea ed emicrania

In entrambi i casi sono dovute a disagi psichici; il trattamento dell’emicrania è più complesso, mentre la cefalea dovuta alla tensione dei muscoli del collo si risolve più facilmente con le stesse suggestioni usate per rilassare i muscoli della colonna vertebrale. Giovanna è una signora di 48 anni soffrente di cefalea che si aggrava nel weekend. Felicemente sposata con due figli, si trova a suo agio nel lavoro come ragioniera. Da ragazzina soffriva di lievi cefalee in occasione del ciclo mestruale, ma dopo il primo parto era stata bene. Le chiesi quando fosse iniziata la cefalea. Ricordò che cominciò a star male, dopo che la suocera rimasta vedova si era trasferita dal proprio figlio in casa loro. Capì che scaricava le tensioni nel lavoro in cui si sentiva apprezzata, mentre aveva la cefalea nel weekend dovendo sopportare la suocera ed i figli. Realizzò con facilità una sensazione di relax nei muscoli del collo e del capo. Questo relax agganciato ad un gesto di condizionamento bloccava la cefalea. Rinforzato il suo io col senso dell’umorismo si sentì a suo agio con la suocera. Con sei sedute ha risolto questi problemi.

Colon irritabile

Molte persone mi hanno chiesto perché certi pazienti scaricano le tensioni sul capo procurandosi mal di testa invece che sul colon. Si è ipotizzato che esista un’inferiorità d’organo, cioè una caratteristica costituzionale che rende uno di questi organi più fragile. Gli spasmi dolorosi del colon sono dovuti anche alla colite che è una malattia virale o microbica. Ma quando i dolori persistono, accertato con esami clinici che non c’è un disturbo fisico, si fa diagnosi di colon irritabile. Lo stress, l’ansia si scaricano sui muscoli del colon producendo dolore, stipsi, diarrea. Elena è una signora di 78 anni sofferente di una stitichezza ostinata. Dopo un lieve ictus cerebrale per alcuni giorni fu poco cosciente ed in questo periodo non soffrì di stipsi. Ripreso il normale stato di coscienza, iniziò di nuovo a scaricare sul colon le sue tensioni nervose e continuò ad avere la stitichezza. Le consigliai il relax, ma preferì l’olio di vaselina (questo caso è la dimostrazione evidente di quanto siano importanti le percezioni psicologiche di noi stessi e i ricordi di esperienze negative, poiché creano tensioni che scaricandosi sul soma producono persistenti sintomi fisici). Riccardo dopo un lungo precariato come assistente universitario, pensava che finalmente avrebbe avuto un incarico a tempo fisso, ma il direttore della Facoltà preferì un’avvenente collega. Riccardo scaricò la rabbia sul colon con forti scariche diarroiche resistenti a tutte le cure mediche, che lo colpivano in auto e durante le lezioni. Guarì con la suggestione dello scarico, che realizzava immaginando di rivolgere, senza alcun ritegno e a voce alta, insulti di ogni tipo al direttore seduto davanti a lui. Con una successiva suggestione riuscì a vederlo ridicolo come tutte le persone che hanno comportamenti caricaturali. Ebbe un buon miglioramento con applicazioni di pranoterapia, inizialmente somministrate da me durante le sedute di relax, proseguite poi dalla moglie mentre lui ascoltava la registrazione del relax. In sette sedute si liberò del disturbo al colon e tollerò il difficile rapporto col direttore. Per rinforzare il benessere raggiunto gli consigliai, l’esercizio dell’Okay, che consiste nel ripetere quando percepiva il colon libero da spasmi frasi di questo tipo agganciate al gesto di condizionamento: “Sono Okay in questo istante, il mio colon è ben funzionante!”. Questo gesto di condizionamento quando è stabilizzato obbliga il sistema nervoso ad inondare il colon con le fisiologiche endorfine. E i farmaci endogeni, di cui parla il Maffei, saranno quelli più utilizzati nella futura terapia medica.

Oncologia e dolore

Nel mio libro descrivo ampiamente il trattamento di una persona sofferente di cancro allo stomaco liberata dal dolore dopo aver appreso l’autoipnosi. Un’altra signora suocera di una partoriente che all’Ospedale di Pescia aveva superato non solo il parto ma anche l’episiotomia senza dolore, mi chiese se potevo liberarla dai dolori delle metastasi ossee. Essendo un soggetto che realizzava un relax profondo ottenne una completa anestesia e, con il condizionamento dell’autoipnosi, bloccò la comparsa dei successivi dolori e si liberò delle cure palliative. Cito, infine, e brevemente, l’ipertensione arteriosa perché può dare origine all’infarto, che spesso esordisce con forti dolori, o l’angina pectoris altrettanto penosa. Dopo che i soggetti hanno imparato a rilassarsi in autoipnosi vigile, possono realizzare questa benefica sensazione di calore che fa diminuire la pressione arteriosa.

Dott. Carlo Lunardi, neuropsichiatra infantile e ipnologo psicoterapeuta, Centro Internazionale d’Ipnosi di Milano 

Bibliografia

Lunardi C, Marchesan R, Lunardi U, Manuale pratico di psicoterapia ipnotica breve, ed. Milella 2006.

Maffei, La libertà di essere diversi- Natura e cultura alla prova delle neuroscienze, ed il Mulino 2011.