Dispnea, sensazione di costrizione toracica, tosse e broncospasmo, mancanza d’aria. Sono sintomi ben noti ai 30 milioni di bambini e adulti di età inferiore ai 45 anni in Europa che soffrono di asma, un’impattante malattia infiammatoria cronica delle vie aeree che impoverisce la qualità della vita e ne limita le attività. Eppure un sibilo o un fischio che compare durante una risata prolungata, per esempio, possibili segnali premonitori, sono spesso sottovalutati e la malattia si insedia, avanza, si cronicizza. Per prevenire la condizione asmatica torna la sesta edizione di Asma Zero Week, evento nazionale di informazione e sensibilizzazione per persone con asma.

Dove, come, quando

L’iniziativa si svolgerà dal 23 al 27 maggio in 45 Centri specializzati su tutto il territorio nazionale. I pazienti con una diagnosi conclamata di asma potranno usufruire nel corso dell’Asma Zero Week di consulenze specialistiche per monitore il proprio stato di malattia e conoscere le innovazioni diagnostico-terapeutiche sull’asma. Le visite presso i centri aderenti sono prenotabili al Numero Verde 800 628989 attivo dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 18.

La campagna, promossa da FederASMA e ALLERGIE Odv – Federazione Italiana Pazienti, con il patrocinio della Società italiana di allergologia, asma e immunologia clinica (Siaaic) e della Società italiana di pneumologia (Sip/Irs), in partnership con AstraZeneca, intende sensibilizzare gli oltre 3 milioni di pazienti in Italia sull’importanza della prevenzione degli attacchi d’asma e sulla possibilità di ridurne l’impatto sulla vita quotidiana attraverso l’adozione di corrette strategie di comportamento, alla luce delle nuove risultanze scientifiche.

Perché fare educazione al paziente

Evidenze dimostrano uno scorretto approccio terapeutico all’asma: tra questi l’uso eccessivo, fino alla dipendenza e abuso, dei SABA, broncodilatatori beta2-agonisti a breve durata d’azione. «Una recente ricerca – dichiara la professoressa Paola Rogliani, Direttore UOC Malattie Apparato Respiratorio, Dipartimento di Emergenza e Accettazione, Fondazione Policlinico Tor Vergata, Roma – mostra che nel nostro Paese il 32% dei pazienti usa più di 2 inalatori di SABA l’anno, quantità associata a un aumento del rischio di gravi riacutizzazioni.

Dallo studio, attraverso una survey condotta su 200 farmacie italiane, si rileva inoltre che circa il 52% li acquista spesso senza prescrizione medica». Un approccio contrario a quello della comunità scientifica che tende a prendere le distanze dall’impiego dei soli SABA, terapia sintomatica, ma che non agisce sull’infiammazione sottostante, e il cui uso regolare o addirittura frequente può essere un segno di scarso controllo della malattia, aumentando il rischio di riacutizzazioni. La Global Initiative for Asthma raccomanda come approccio preferenziale la terapia MART, in cui la combinazione corticosteroidi inalatori (ICS)-formoterolo è impiegata sia come mantenimento sia al bisogno.

Per sensibilizzare i pazienti e gli operatori sanitari sui rischi connessi a un eventuale uso eccessivo dei SABA, AstraZeneca ha promosso la campagna “Break Over Reliance”, centrata su 5 domande disponibile sul sito www.asmazero.it. In base alle risposte fornite, il test indica se si è a rischio basso, medio o alto di fare un eccessivo affidamento sullo spray SABA al bisogno per l’asma. Una volta completato il test, il paziente è invitato a scaricare i risultati cogliendo l’occasione offerta da Asma Zero Week per parlarne con uno Specialista.

Perché fare educazione al medico

«Attualmente in Italia – aggiunge il professor Giorgio Walter Canonica, Responsabile Centro Medicina Personalizzata: Asma e Allergologia, Humanitas Research Hospital, Rozzano (MI); International Advocate GINA (Global Initiative for Asthma) – più del 60% dei pazienti con asma grave è trattato con corticosteroidi per via orale (OCS) sebbene le linee guida internazionali mettano in guardia sull’uso, sia a lungo termine che intermittente, di questa classe di farmaci per i numerosi effetti collaterali.

Obiettivo prioritario del trattamento dell’asma grave dovrebbe essere invece la riduzione degli OCS fino alla loro eliminazione. I nuovi farmaci biologici (o anticorpi monoclonali) hanno dimostrato che si tratta di un obiettivo raggiungibile, insieme a una concomitante riduzione del tasso di riacutizzazioni e al controllo dei sintomi». Ovvero la remissione della malattia, e non solo il suo controllo, deve essere oggi il fine terapeutico, segnando un cambio di paradigma nella gestione dell’asma e nel dialogo tra medici e pazienti.

La voce del paziente

«Per il sesto anno consecutivo – conclude Alessandra Peres, vicepresidente FederASMA e ALLERGIE Odv – grazie all’attività volontaria degli Specialisti aderenti, offriremo un aiuto concreto ai pazienti asmatici nell’ottica di promuovere corretta informazione e sostegno per una migliore gestione della malattia, sensibilizzandoli verso l’aderenza alla più corretta strategia di cura».

Per informazioni sulla campagna e prenotazioni delle consulenze gratuite è possibile consultare il sito della manifestazione.