Crescono i numeri dei disordini e disturbi epatici, fra cui malattia epatica alcolica (ALD), steatosi epatica non alcolica (NAFLD), epatite, cirrosi, tumore fegato. Dalla gestione critica e complessa, tali patologie rappresentano una sfida sanitaria, anche in funzione dell’organo bersaglio: il fegato è, infatti, essenziale nel mantenimento dell’omeostasi dell’intero organismo. La ricerca indaga soluzioni di medicina integrata, che possano supportare gli approcci terapeutici tradizionali, legati a diversi effetti collaterali. La fitoterapia potrebbe rappresentare una opportunità, secondo le evidenze di uno studio indiano, recente, su Toxicology Report.
La centralità del fegato
È cruciale nelle dinamiche dell’organismo. Il fegato è infatti un organo di supporto a diverse funzioni essenziali: la regolazione del metabolismo dei macronutrienti, ma anche di proteine e amminoacidi, il rafforzamento del sistema immunitario, il mantenimento del volume ematico, la gestione dell’equilibrio lipidico e del colesterolo, la trasmissione della segnalazione endocrina, la disintossicazione da sostanze xenobiotiche, inclusi numerosi farmaci. Inoltre, è fondamentale per il metabolismo, l’eliminazione dei rifiuti azotati tramite il metabolismo dell’urea e molto altro. Proteggerne la salute e contrastare i numeri delle patologie a suo danno e a carico è fondamentale.
A livello globale, si sta registrando un aumento significativo anche di decessi correlati alle patologie epatiche, circa 2 milioni all’anno, di cui un milione attribuibili a complicazioni della cirrosi, e mezzo milione da cancro al fegato e epatite virale per citare le principali cause. Stili di vita scorretti e fattori ambientali, come virus, alcol, obesità, e sindrome metabolica, tossine, e aspetti clinici tra cui disturbi metabolici, insulino-resistenza possono contribuire alla maggiore prevalenza di condizioni epatiche, quali l’ALD, la NAFLD, l’epatite e la cirrosi, la steatoepatite non alcolica (NASH), una forma più grave di NAFLD, caratterizzata da infiammazione e danno alle cellule epatiche.
La medicina tradizionale e le terapie integrate
Gli approcci farmacologici più tradizionali hanno e continuano a svolgere un ruolo cruciale nella gestione delle malattie epatiche, ad esempio nel rallentare la progressione della malattia, tuttavia sono spesso correlati a effetti collaterali importanti, come la resistenza ai farmaci con danni indotti che in alcuni casi possono superare i benefici. Inoltre, l’elevato costo delle terapie e la necessità di trattamenti a vita costituiscono un ulteriore limite al trattamento, soprattutto nelle regioni a basso reddito, e/o la mancanza di approcci personalizzati che riduce l’efficacia terapeutica in alcuni pazienti.
In questo contesto alcuni composti naturali isolati da piante come alcaloidi, flavonoidi e glicosidi hanno mostrato evidenze farmacologiche epatoprotettive o di modulazione del sistema immunitario potenzialmente interessanti, tale da pensare al possibile sviluppo futuro di farmaci moderni. Tra i metaboliti vegetali per la mitigazione e la gestione di diverse patologie epatiche sono di particolare attenzione i fitochimici naturali, tra cui acidi fenolici, flavonoidi, catechine, tannini, lignani, stilbeni e antocianidine, noti per le loro attività antiossidanti, chemiopreventive e farmacologiche, i polifenoli, in particolare i flavonoidi, con importanti proprietà antiossidanti protettivi per le cellule dagli effetti di ROS e stress ossidativo (OS), la soppressione delle vie di segnalazione pro-infiammatorie.
Numerosi studi in vivo, in vitro ed ex vivo hanno dimostrato che i polifenoli bioattivi, ad esempio, possiedono un ampio spettro di effetti terapeutici, come proprietà immunomodulatrici, antimicrobiche, antiossidanti, antimutagene, ipolipidemiche, ipoglicemiche, gastroprotettive, antinfiammatorie, antitumorali e chemiopreventive. Ovvero contribuiscono a ridurre gli effetti nocivi di farmaci, di sostanze chimiche e dei loro metaboliti modulando le vie di segnalazione intracellulare.
Attivano, inoltre, la molecola del fattore nucleare eritroide 2 (Nrf2) attraverso le vie chinasi regolate da segnali extracellulari (ERK) e PI3K/Akt che, a loro volta, regolano vari fattori di trascrizione. Seppure associati anche a un impatto negativo sulle vie di segnalazione SP/Recettore Nucleare 1 (SP/NR1), nel loro complesso, i composti bioattivi sembrano aiutare a combattere lo stress ossidativo causato da farmaci e sostanze chimiche, contribuendo anche a normalizzare i livelli degli enzimi intracellulari, proteggendo le cellule dalla tossicità e facilitando la detossificazione dei composti nocivi all’interno della cellula stessa.
Ruolo dei metaboliti vegetali nella mitigazione dell’epatotossicità
I più recenti studi e revisioni sistematiche sembrano suggerire che le piante abbiano proprietà medicinali in grado di agire in prevenzione o cura dei disturbi epatici, con il valore aggiunto di essere ampiamente disponibili, di avere effetti terapeutici duraturi e minimi effetti avversi. Ai farmaci a base di erbe sembra di potere riconoscere un ruolo anche nella rigenerazione delle cellule epatiche, favorendo l’accelerazione del processo di guarigione. Potenzialità che profilerebbe alcune piante come possibili opzioni nella gestione di vari disturbi epatici.
Di particolare attenzione sembrano essere i metaboliti vegetali derivati da Silimarina, Resveratrolo, Glicirrizina, Curcumina, Berberina, Esperidina, Dioscina, Quercetina, Rutina, Epigallocatechina gallato, Apigenina, Baicalina, Catechina, Acido rosmarinico, Timochinone, Kaempferol, Morinda, Punicalagina, Luteolina, Acido betulinico, Silibinina, Schisandrin B. Aucubina, Acido clorogenico, Esculetina.
In conclusione
I prodotti naturali si stanno profilando come una alternativa promettente ai farmaci convenzionali, in particolare nell’ambito della protezione epatica. La loro efficacia, unita a effetti collaterali minimi e al vantaggio aggiuntivo di essere componenti dietetici, li posiziona come opzioni preferibili rispetto ai farmaci sintetici, spesso associati a rischi di tossicità. Gli agenti epatoprotettivi a base di erbe si distinguono infatti per sicurezza, efficacia ed economicità, contribuendo in modo significativo al mantenimento della salute e della funzionalità del fegato.
Fonte
Syed Sanober Qadri S, Javaid D, Reyaz A et al. Liver disorders and phytotherapy. Toxixol Rep, 2025, 10:14:102047. Doi: 10.1016/j.toxrep.2025.102047.


