Il succo di barbabietola sarebbe in grado di abbassare la pressione sanguigna negli anziani rimodellando la flora batterica orale, tramite una azione diretta ai percorsi dell’ossido nitrico. È quanto suggerisce un recente studio pubblicato sulla rivista Free Radical Biology and Medicine, indicando una possibile strategia nutrizionale, da integrare ad altri strumenti di prevenzione e trattamento, per favorire un invecchiamento più sano. 

Il punto di partenza

Ricercatori britannici e norvegesi, autori dello studio, hanno focalizzato l’attenzione sulle carenze di ossido nitrico (NO), un aspetto comune dell’invecchiamento dovuto al deterioramento della capacità dell’organismo di produrre questa molecola, cruciale per la salute cardiovascolare che rilassa i vasi sanguigni e abbassa la pressione arteriosa (PA), e valutare se interventi nutrizionali mirati, in primis la somministrazione di succo di barbabietola ricco di nitrati, potesse agire sulla mitigazione di questo evento avverso. 

Lo studio è partito da un esame dei dati di uno studio randomizzato crossover controllato con placebo, in doppio cieco, che aveva coinvolto 39 giovani adulti (di età compresa tra 18 e 30 anni) e 36 anziani (di età compresa tra 67 e 79 anni), teso a indagare l’impatto di diverse soluzioni orali (succo di barbabietola e collutorio) sul microbioma orale e sulle risposte vascolari dei partecipanti.

Nell’arco di due settimane, durata di ogni trattamento, separate da ulteriori periodi di washout sempre di due settimane, i partecipanti sono stati invitati ad assumere succo di barbabietola ricco di nitrati (BR), 2 iniezioni da 70 ml al giorno ciascuna contenente ~595 mg di nitrato, succo di barbabietola placebo (PL), cioè un succo identico ma privo di nitrato (controllo sperimentale), verso l’utilizzo di collutorio antisettico (MW) per osservare gli effetti dell’alterazione esterna dei batteri orali. La raccolta dei dati è stata effettuata tramite tamponi linguali (prima e dopo ogni ciclo) finalizzata all’analisi del microbioma orale con sequenziamento del gene 16S rRNA ad alto rendimento e dei principali marcatori di salute cardiovascolare (pressione arteriosa brachiale e centrale), funzione endoteliale (utilizzando la dilatazione flusso-mediata [FMD]), registrati con la stessa frequenza. 

Infine, i livelli plasmatici di nitrati e nitriti sono stati misurati come biomarcatori proxy della biodisponibilità di NO. Ne sarebbe emersa una sensibile riduzione dei punteggi della pressione sanguigna (PA) negli anziani che avevano assunto succo di barbabietola, senza invece un impatto statisticamente significativo sui coetanei più giovani. 

Il benefico indotto sul miglioramento della PA sarebbe stato associato a due possibili fattori: livelli plasmatici più elevati di nitriti e la diminuzione in un modulo batterico a predominanza di Prevotella, piuttosto che ad aumenti diretti nei generi che riducono i nitrati, ed in particolare dei taxa capaci di stimolare una riduzione dissimilatoria dei nitrati in ammoniaca (DNRA), che può deviare i nitrati dalla produzione di NO. 

Questi risultati sembrerebbero dunque suggerire che il nitrato alimentare possa contribuire a migliorare i livelli di PA negli anziani, agendo positivamente anche su specifici cambiamenti della composizione del microbioma. Quest’ultimo con un ruolo di mediazione del processo. All’opposto non sono stati rilevati benefici sulla funzione endoteliale e la rigidità arteriosa, rimaste invariate. 

Perché puntare sul succo di barbabietola

Ad oggi le strategie convenzionali per evitare e/o contenere il rischio di carenze di NO prevedono il ricorso a integratori farmacologici, non sempre di efficacia, invitando pertanto la ricerca a valutare altre possibili alternative, prevalentemente di origine naturale e sicure. 

Da qui l’interesse a puntare al nitrato alimentare, presente in quantità abbondante nelle verdure a foglia verde e nella barbabietola, cui si riconosce la capacità di conversione del nitrato in NO, tramite l’azione di specifici batteri orali, presenti sulla lingua.

Questo meccanismo di conversione viene tuttavia inficiato in età avanzata in quanto l’organismo perde la capacità di produrre NO, tramite l’enzima ossido nitrico sintasi (NOS), favorendo pertanto l’insorgenza di alcuni stati patologici, tra cui l’ipertensione e l’aumentato rischio cardiovascolare. Le risposte del microbioma orale e del sistema vascolare al processo di invecchiamento rimangono sconosciute: chiarire queste interazioni potrebbe consentire di trovare un nuovo mezzo di “riserva” per mitigare la carenza di NO.

I risultati dello studio

Partecipanti giovani e anziani hanno mostrato una risposta sensibilmente differente al nitrato alimentare. La coorte di anziani presentava, infatti una PA basale più elevata (pressione arteriosa media di 95 vs. 87 mmHg, P < 0,001), facendo osservare una significativa riduzione della PA media brachiale (4 ± 4 mmHg [P = 0,003]) alla somministrazione del succo di barbabietola ricco di nitrati. Cambiamenti che, invece, non osservati nella coorte di giovani adulti sani. La PA post-nitrato è inoltre, risultata inferiore rispetto a quella dopo il collutorio, ma non inferiore a quella dopo il placebo con succo di barbabietola, che a sua volta ha aumentato i livelli plasmatici di nitrati e nitriti, con un modesto effetto sulla PA negli anziani.

Riguardo alle concentrazioni di Prevotella è emersa una forte correlazione associata sia all’aumento dei nitriti plasmatici (r = -0,72, P = 0,001) sia alla riduzione della PA. L’uso di collutori antisettici è stato infine associato a una ridotta diversità microbica orale (indice di Shannon, P = 0,004) e a una compromissione della funzionalità vascolare nel gruppo dei giovani. Al contrario, l’integrazione di nitrati ha alterato il microbioma orale negli anziani, portando a un aumento di specifici generi che riducono i nitrati, tra cui Neisseria e Rothia

In conclusione

Alcune evidenze preliminari sembrano suggerire che il nitrato alimentare possa fungere da modalità di intervento per migliorare la salute cardiovascolare, in particolare negli anziani, dimostrando per la prima volta, che un cambiamento nel microbioma orale correlato a livelli plasmatici più elevati di nitriti sia in grado di contribuire all’effetto ipotensivo del nitrato steso, piuttosto che dimostrarne una causalità diretta. Risultati che potrebbero aprire una nuova frontiera per strategie nutrizionali e probiotiche mirate a supporto della salute cardiovascolare, soprattutto nella nostra popolazione mondiale che invecchia.

Fonte

Vanhatalo A, L’Heureux JE, Black MI et al. Ageing modifies the oral microbiome, nitric oxide bioavailability and vascular responses to dietary nitrate supplementation. Free Radical Biology and Medicine, 2025, 238, 682–696. DOI: 10.1016/j.freeradbiomed.2025.07.002.