Accessibile su larga scala, a basso costo, potenzialmente efficace, privo di effetti collaterali. L’impiego di aceto di mele, anche in forma di integrazione, potrebbe rappresentare una opportunità per migliorare la composizione corporea nel paziente adulto, eventualmente anche in un contesto di obesità e di sindrome metabolica. È quanto sembra suggerire una revisione sistematica, di ricercatori italiani, recentemente pubblicata su Nutrients.
Un approccio integrato
L’aceto di mele (ACV), ottenuto dalla fermentazione naturale del succo di mela in acido acetico, potrebbe affiancarsi alle terapie tradizionali per il miglioramento della composizione corporea, ovvero il controllo e la riduzione del peso in soggetti adulti critici, obesi e/o in sovrappeso o con del diabete mellito di tipo 2 (T2DM).
Cambiamenti nella dieta, attività fisica, farmaci e chirurgia bariatrica sono le strategie attualmente impiegate in contesti di disfunzione metabolica, tuttavia associate sia a una scarsa compliance del paziente nel lungo termine con evidenti conseguenze: ripresa del peso e sviluppo di complicanze, fra cui patologie cardiovascolari, diabete, tumori, mortalità precoce. Sia a effetti collaterali e barriere di accessibilità a terapie farmacologiche e interventi chirurgici. Tali evidenze hanno promosso la ricerca a valutare altri possibili potenziali approcci di origine vegetale.
Fra queste l’aceto di mele, ricco di polifenoli bioattivi e acido acetico, cui alcuni studi preliminari assocerebbero la potenzialità nel migliorare la sensibilità all’insulina, il controllo glicemico, i profili lipidici e lo stress ossidativo, quindi la riduzione del peso corporeo e della massa grassa. Date queste premesse, ricercatori italiani hanno effettuato una ricerca sistematica su PubMed, Web of Science, Scopus e CENTRAL di lavori presenti in letteratura fino a marzo 2025 per valutare gli effetti dell’ACV sui parametri di composizione corporea. Hanno pertanto provveduto a selezionare studi clinici randomizzati controllati (RCT) della durata di almeno quattro settimane che coinvolgessero una popolazione adulta (≥18 anni) e che confrontassero il consumo di aceto con placebo o altre soluzioni.
I risultati
Su quasi 3.000 studi inizialmente selezionati, solo 10 RCT, pubblicati tra il 2009 e il 2024, soddisfacevano i criteri di inclusione, per un totale di 861 adulti, principalmente provenienti da Asia, Nord Africa e Medio Oriente. I partecipanti erano generalmente in sovrappeso, obesi o affetti da T2DM, con un Indice di Massa Corporea (BMI) medio compreso tra 26,5 e 32,1 kg/m². I partecipanti erano destinati a ricevere per un periodo variabile dalle 4 alle 12 settimane, l’assunzione giornaliera di aceto di mele (5-30 ml, liquido o in compresse), a volte associato a consigli dietetici o sull’attività fisica (gruppo di intervento) o viceversa solo acqua, placebo, metformina o consigli sullo stile di vita (gruppo di controllo).
Gli outcome primari definiti erano: variazioni di peso corporeo, BMI e circonferenza vita (WC), mentre in parallelo sono state condotte analisi aggiuntive per la valutazione di effetti sui sottogruppi in base a dose, durata e caratteristiche dei partecipanti.
I risultati hanno fatto osservare nel gruppo di intervento una riduzione significativa del peso corporeo in media pari a circa 7,5 kg [SMD: -0,39; IC 95%: -0,63, -0,15; p = 0,001; I2 = 62%], del BMI di 2,0 kg/m² in 12 settimane [SMD: -0,65; IC 95%: -1,05, -0,26; p = 0,001; I2 = 83%] e del WC [SMD: -0,34; IC 95%: -0,67, -0,02; p = 0,04; I2 = 61%], rispetto al gruppo di controllo. Questi effetti sono stati coerenti sia nei soggetti sovrappeso/obesi che in quelli con T2DM.
L’analisi dei sottogruppi ha rivelato un effetto dose-dipendente, con modeste riduzioni a 5-15 ml/giorno, mentre i benefici più significativi sono stati osservati a 30 ml/giorno. Sia gli interventi più brevi (4-8 settimane) che quelli più lunghi hanno mostrato miglioramenti significativi. La meta-analisi ha rilevato che il consumo di aceto di mele ha indotto anche a una modesta riduzione della WC (circa 3 cm), tuttavia con un effetto non coerente in tutti i sottogruppi con riduzioni significative solo tra i partecipanti con T2DM. Nelle analisi di sensibilità che escludevano gli studi ad alto rischio di bias, l’impatto della WC non è stato significativo.
Al contrario, non sono state osservate variazioni significative nel rapporto vita-fianchi (WHR), indipendentemente dalla dose o dalla durata dell’intervento. Nonostante le diverse criticità, le analisi di sensibilità che escludevano gli studi ad alto rischio di bias hanno comunque confermato benefici significativi dell’aceto sul peso corporeo e sul BMI, a supporto della solidità di questi risultati.
In conclusione
I dati della meta-analisi sembrano dimostrare che l’integrazione di aceto di mele può ridurre significativamente peso corporeo, BMI e WC negli adulti, evidenziando il suo potenziale ruolo nella gestione dell’obesità e del T2DM. Se da un lato vi sono punti di forza quali l’uso esclusivo di studi clinici randomizzati e controllati e l’attenzione a popolazioni relativamente omogenee, migliorando l’affidabilità, dall’altro esistono alcuni limiti.
Questi includono l’elevata eterogeneità degli studi, la breve durata degli interventi, la varietà di formulazioni e dosaggi dell’aceto di mele e possibili bias di pubblicazione. Pertanto tali premesse potenziali dovranno essere confermate da studi più ampi, più lunghi e più standardizzati con un monitoraggio sistematico per confermarne l’efficacia e la sicurezza a lungo termine dell’impiego dell’ACV in questo setting di pazienti selezionati.
Fonte
Castagna A, Ferro Y, Noto, FR et al. Effect of apple cider vinegar intake on body composition in humans with type 2 Diabetes and/or overweight: A systematic review and meta-analysis of randomized controlled trials. Nutrients, 2025, 17(18), 3000. DOI: 10.3390/nu17183000, https://www.mdpi.com/2072-6643/17/18/3000


