Settembre è il Mese Mondiale Alzheimer. In occasione della XXXII Giornata Mondiale Alzheimer (21 settembre 2025), la Federazione Alzheimer Italia ha lanciato un Decalogo per la prevenzione della demenza basato su solide evidenze scientifiche. Curato da Simone Salemme, neurologo consulente dell’Istituto Superiore di Sanità, e Davide Mangani, immunologo dell’Istituto di Ricerca in Biomedicina di Bellinzona, il documento evidenzia l’importanza di agire su fattori di rischio modificabili.
Secondo recenti stime, fino al 40% dei casi di demenza potrebbe essere evitato o posticipato attraverso la prevenzione primaria e secondaria. Il decalogo si articola su due livelli di intervento: quello individuale e quello collettivo, richiamando all’azione sia i singoli cittadini sia le istituzioni pubbliche.
I 10 pilastri della prevenzione
1. Controllo della pressione arteriosa
L’ipertensione, principale causa di danno vascolare cerebrale, deve essere diagnosticata e trattata precocemente. Misurazioni regolari, dieta iposodica e attività fisica sono raccomandate, mentre sul piano collettivo servono screening diffusi e ambienti urbani favorevoli al movimento.
2. Gestione del colesterolo LDL
Un’elevata colesterolemia in età media è associata a un incremento del rischio di demenza vascolare e mista. Occorre promuovere un’alimentazione mediterranea e facilitare l’accesso ai farmaci ipolipemizzanti.
3. Salvaguardia dell’udito
La perdita uditiva non trattata è un fattore di rischio emergente. È essenziale intervenire precocemente con screening e dispositivi acustici, riducendo costi e stigma. A livello pubblico, è urgente garantire ambienti accessibili e sensibilizzare la popolazione.
4. Salute visiva
La compromissione visiva riduce la stimolazione cognitiva. Visite periodiche, presidi ottici adeguati e interventi tempestivi (come per la cataratta) sono fondamentali. Gli enti pubblici devono investire in accesso oculistico e ambienti urbani ben illuminati.
5. Attività fisica regolare
Numerose evidenze mostrano l’efficacia del movimento nel migliorare neuroplasticità e flusso cerebrale. Camminata, danza, nuoto e allenamento di forza dovrebbero essere incoraggiati da politiche urbane inclusive e da programmi sanitari mirati.
6. Aderenza alla dieta mediterranea
Questo modello alimentare, ricco di antiossidanti e grassi insaturi, è associato a una riduzione del rischio di declino cognitivo. Le istituzioni dovrebbero incentivare il consumo di cibi freschi, locali e poco processati.
7. Abolizione del fumo e riduzione dell’alcol
Il tabacco accelera l’invecchiamento vascolare, mentre l’alcol in eccesso favorisce neuroinfiammazione. L’individuo è chiamato a modificare il proprio stile di vita, mentre la società deve rafforzare le normative e i servizi per la disassuefazione.
8. Controllo di diabete e obesità
I disturbi metabolici hanno un impatto diretto sulla funzione cognitiva. La prevenzione passa attraverso il monitoraggio della glicemia, il mantenimento di un peso sano e la gestione dello stress. Le politiche pubbliche devono promuovere equità nell’accesso a cibi sani e servizi nutrizionali.
9. Stimolazione mentale e sociale
Relazioni e apprendimento continuo contribuiscono alla riserva cognitiva. L’individuo può impegnarsi in attività culturali e sociali, ma è essenziale che la società favorisca istruzione, inclusione e servizi di salute mentale.
10. Riduzione dei rischi ambientali e traumi
Inquinamento atmosferico e traumi cranici hanno un impatto documentato sulla salute cerebrale. La prevenzione individuale include l’uso del casco e la protezione domestica; quella collettiva richiede politiche per l’aria pulita, infrastrutture sicure e ambienti a misura di anziani.
Prevenzione, una responsabilità condivisa
Il decalogo della Federazione Alzheimer Italia rappresenta un’iniziativa di trasferimento efficace delle conoscenze scientifiche in pratiche quotidiane e strategie di salute pubblica. È un modello integrato che richiama all’azione tutti gli attori: cittadini, medici, amministratori e decisori politici. Agire oggi sui determinanti modificabili della demenza significa costruire un futuro con minori disabilità cognitive e maggiore qualità della vita nella popolazione anziana.


