Efficace contro la sindrome dell’intestino irritabile (IBS), la dieta FODMAP assunta per un periodo di 12 settimane sembrerebbe in grado di aumentare i livelli dell’ormone intestinale GLP-1 implicato nell’insorgenza della sindrome dell’intestino irritabile (IBS), e di alleviare la sintomatologia tipica: dolore, gonfiore e diarrea. È quanto emerge da un recente studio su Frontiers in Nutrition che ha provato anche a spiegare i meccanismi che legano il cambiamento ormonale dello stato ormonale al sollievo dai sintomi.
Il ruolo della FODMAP nell’IBS
Una dieta a basso contenuto di oligosaccaridi, disaccaridi, monosaccaridi e polioli fermentabili, che caratterizzano la dieta FODMAP è stata utilizzata da ricercatori norvegesi, dell’Ospedale Universitario di Haukeland, da modello per studiare gli eventuali effetti sulla sindrome dell’intestino irritabile (IBS), condizione gastrointestinale multifattoriale largamente diffusa che riduce significativamente la qualità della vita complessiva, cui vengono riconosciuti quattro forme e sintomi predominanti: IBS con diarrea, IBS con stipsi, IBS mista e IBS non specificata.
In ciascuna sindrome l’ormone intestinale peptide glucagone-simile 1 (GLP-1) è potenzialmente associato alla fisiopatologia della condizione stessa. Tale ormone viene secreto dall’intestino in risposta all’assunzione di cibo, stimolando il rilascio di insulina da parte del pancreas e la riduzione dei i livelli di glucosio nel sangue. GLP-1 contribuisce, inoltre, a ridurre l’appetito, rallentare lo svuotamento gastrico e indurre la perdita di peso. Recenti studi evidenzierebbero che l’assunzione di carboidrati fermentabili, inclusi oligosaccaridi, disaccaridi, monosaccaridi e polioli, peggiora l’IBS, pertanto la FODMAP potrebbe rappresentare un regime dietetico ottimale.
Lo studio norvegese
Ha incluso 30 pazienti adulti con diarrea da moderata a grave o sindrome dell’intestino irritabile di tipo misto, che sono stati alimentati con una dieta FODMAP per 12 settimane, sotto la supervisione di un dietista qualificato, con follow-up mensili al fine di valutarne la conformità e la sicurezza, quindi l’impatto sui livelli circolanti di GLP-1 in pazienti con sindrome dell’intestino irritabile, specificatamente associata a diarrea e mista.
Tutti i partecipanti sono stati valutati per gravità dei sintomi dell’IBS, livelli circolanti di GLP-1, assunzione totale di FODMAP e peso corporeo prima e dopo l’intervento dietetico. Lo studio a braccio singolo, pre-post-intervento, senza gruppo di controllo per il confronto, sembra dimostrare una riduzione significativa nei livelli circolanti di GLP-1, con un modesto aumento da circa 3,3 pM a 3,6 pM), una importante riduzione del peso corporeo e un sensibile miglioramento dell’IBS, quindi dei sintomi gastrointestinali, specificatamente una riduzione di dolore, gonfiore e diarrea, a fronte invece di poche evidenze per variazioni su stitichezza e sazietà o di correlazione tra le cambiamenti dei livelli di GLP-1, variazioni del peso corporeo, della sindrome dell’intestino irritabile o dei sintomi gastrointestinali.
Al pari, non si sarebbero osservate specifiche associazioni tra le variazioni dei livelli circolanti di GLP-1 e le variazioni della gravità dei sintomi dell’IBS, evidenziando la necessità di identificare i meccanismi sottostanti che determinano tali variazioni.
I meccanismi di fondo
Le variazioni osservate nei livelli di GLP-1 potrebbero essere spiegate da meccanismi chemiosensoriali nelle cellule enteroendocrine coinvolte nelle variazioni dei livelli ormonali intestinali mediate dall’assunzione di cibo. Una dieta a basso contenuto di FODMAP potrebbe, quindi, alterare l’esposizione delle cellule enteroendocrine ai metaboliti microbici intestinali, portando a una produzione anomala di GLP-1: capire i meccanismi dell’associazione tra GLP-1 FODMAP potrebbe avere importanti implicazioni terapeutiche. Le attuali evidenze sembrano suggerire che gli analoghi del GLP-1 aiutino a ridurre il dolore e a controllare la motilità intestinale nei pazienti con sindrome dell’intestino irritabile, mentre la FODMAP impatterebbe sulla motilità intestinale e sull’ipersensibilità viscerale, aspetti essenziali dell’asse cervello-intestino nell’IBS.
Restano ancora molte le criticità o gli aspetti da chiarire di questa relazione, pertanto, sarà necessario ampliare lo studio, includendo soggetti sani, per valutare una eventuale diversità dei livelli circolanti di GLP-1 tra pazienti con IBS, nei vari sottogruppi, e controlli sani favorendo così la migliore conoscenza fisiopatologica alla base di questa condizione. Inoltre sarà importante valutare in studi futuri l’impatto di altri interventi dietetici sugli ormoni enteroendocrini.
Fonte
Khan U, Brønstad I, Hillestad EMR et al. Increase in circulating GLP-1 following low FODMAP diet in irritable bowel syndrome patients. Frontiers in Nutrition, 2025., Vol. 12:. Doi: https://doi.org/10.3389/fnut.2025.1615671.


