Le malattie reumatiche rappresentano un insieme di oltre 200 condizioni caratterizzate da infiammazione, spesso su base autoimmunitaria, a carico di articolazioni, muscoli, tendini, legamenti e organi interni. Colpiscono circa il 10-15% della popolazione italiana, con una stima di oltre 650.000 casi solo in Campania. Possono comparire in piena età lavorativa, riducendo drasticamente la qualità della vita e causando importanti costi socio-sanitari.

Se non diagnosticate precocemente, queste patologie possono evolvere verso forme invalidanti, con sintomi sistemici che includono febbre, affaticamento, difficoltà respiratorie e complicanze renali, come nel caso delle connettiviti sistemiche (LES, sclerosi sistemica, etc.).

L’intelligenza artificiale entra in reumatologia

Una delle novità di rilievo presentate al Congresso Campano di Reumatologia 2025 è l’applicazione dell’Intelligenza Artificiale (IA) come supporto avanzato nel percorso diagnostico-terapeutico.

Come sottolinea Enrico Tirri, Presidente del Congresso e Direttore dell’U.O. di Reumatologia dell’Ospedale del Mare, «l’IA è destinata a rivoluzionare il nostro lavoro, permettendo analisi rapide e precise di dati clinici, esami strumentali e test biologici».

L’IA è oggi in grado di:

  • Analizzare immagini (ecografie, risonanze, radiografie) con alta sensibilità e specificità;
  • Incrociare dati clinici per diagnosi precoci;
  • Scegliere terapie personalizzate basate su evidenze, linee guida e big data;
  • Distinguere sottotipi di artrite reumatoide, come dimostrato dagli studi dell’Institute of AI for Digital Health (Weill Cornell Medicine), guidati da Fei Wang.

Queste tecnologie permettono di superare i limiti del percorso diagnostico tradizionale e di intervenire in fase preclinica, migliorando l’outcome a lungo termine e ottimizzando l’uso di farmaci avanzati (biologici, anti-JAK).

Enrico Tirri, Presidente del Congresso e Direttore dell’U.O. di Reumatologia dell’Ospedale del Mare

La prevenzione è possibile: i 5 pilastri secondo Tirri

Per lungo tempo, si è pensato che le malattie reumatiche non fossero prevenibili. Ma oggi, grazie a una più accurata identificazione dei fattori di rischio modificabili, si può attuare una reale strategia preventiva. Ecco i 5 consigli di Tirri, rivolti a medici e pazienti, per costruire un’efficace autoeducazione alla prevenzione:

  1. Antiossidanti contro l’artrosi
    Omega-3, vitamine A, C, E contenute in pesce azzurro, salmone, semi e frutta secca (noci, nocciole, mandorle) contrastano lo stress ossidativo e la degenerazione cartilaginea, rallentando l’insorgenza dell’artrosi.
  2. Riduzione di zuccheri e grassi saturi
    È fondamentale evitare dolci industriali, bibite zuccherate, salumi e formaggi stagionati, a favore di cereali integrali, olio extravergine, zenzero e curcuma, potenti antinfiammatori naturali.
  3. Controllo dell’igiene orale e delle infezioni croniche
    Le infezioni persistenti possono attivare processi autoimmunitari. Il mantenimento dell’igiene orale e la prevenzione delle infezioni croniche sono quindi cruciali in ottica reumatologica.
  4. Combattere sedentarietà e sovrappeso
    L’eccesso ponderale grava sulle articolazioni e favorisce l’infiammazione sistemica. L’attività fisica regolare mantiene tono muscolare e mobilità articolare, agendo da vera “terapia preventiva”.
  5. Screening e diagnosi precoce
    Riconoscere i primi sintomi (dolore, rigidità articolare, stanchezza anomala) e indirizzare il paziente dallo specialista può fare la differenza. Le campagne informative giocano un ruolo essenziale nell’aumentare la consapevolezza.

In conclusione

L’unione tra tecnologia d’avanguardia e educazione alla prevenzione rappresenta oggi la chiave per affrontare le malattie reumatiche in modo efficace, tempestivo e sostenibile. L’Intelligenza Artificiale, già realtà in alcuni centri, può diventare uno strumento di uso clinico quotidiano se integrata con la formazione specialistica e l’umanizzazione della medicina. Come sottolinea Tirri: «Possiamo finalmente affermare che le malattie reumatiche si possono prevenire. Ma dobbiamo agire subito, con strategie concrete e multidisciplinari».