Anche i batteri intestinali potrebbero avere un ruolo nell’infertilità di coppia. Tale tesi emerge da un ampio lavoro cinese, dell’Università di Pechino, pubblicato su Scientific Reports, che utilizzando dati genetici avrebbe identificato nella composizione del microbiota intestinale gruppi di batteri promotori della fertilità maschile e femminile e ceppi microbici che contrasterebbero invece la capacità riproduttiva. Queste informazioni, se ulteriormente confermate, potrebbero suggerire nuovi approcci per la diagnosi precoce, la prevenzione e il trattamento dell’infertilità.

Lo studio

Ampio, ha coinvolto su oltre 18mila persone di diversa provenienza, tra cui Stati Uniti, Israele, Corea del Sud, Germania e Regno Unito, di età compresa tra i 50 e i 62 anni, con l’intento di ricavare informazioni genomiche associate al microbiota intestinale e stabilire una possibile/potenziale relazione con l’infertilità.

Fenomeno che, a livello globale, interessa 186 milioni di persone, in Italia quasi 2 coppie su 5. I fattori di rischio che la determinano sono ancora poco noti ed esplorati, pertanto si è guardato con molto interesse a questo studio che ha combinato dati genomici con quelli relativi a un campione di 994 uomini infertili e di altrettante 9831 donne.

I ricercatori hanno poi voluto indagare in particolare 196 tipologie di batteri, ricavandone 17 che sembrerebbero influenzare la fertilità. Sarebbero stati identificati 5 gruppi di batteri con un possibile effetto protettivo nel maschio, tra cui batteri della famiglia di Bacteroidaceae e Enterobacteriales, specificatamente l’Escherichia coli. Mentre sarebbero stati correlati a un rischio maggiore di infertilità maschile, i batteri del genere Allisonella che favorisce lo stress ossidativo, quindi un microambiente infiammatorio, con effetti negativi sul DNA degli spermatozoi, riduzione del numero e della motilità.

Nelle donne, invece, su 11 gruppi batterici associati alla fertilità, ad esempio batteri appartenenti al gruppo Bifidobacteriales, solo uno sembrerebbe agire sulla concentrazione di estrogeni circolanti, potendo stimolare l’insorgenza di ovaio policistico ed endometriosi.

In buona sostanza, l’analisi di randomizzazione mendeliana e il metodo primario di valutazione della causalità, avrebbe consentito ai ricercatori di identificare 2 taxa di famiglia, 2 taxa di genere e 1 taxa di ordine associati a un basso rischio di infertilità maschile ed 1 taxa di genere associato a un alto rischio di infertilità, contro 6 taxa di genere, 1 taxa di phylum, 1 taxa di classe, 1 taxa di ordine e 1 taxa di famiglia correlati a un basso rischio di infertilità femminile, a fronte di un solo taxa di genere associato a un alto rischio di infertilità.

Pertanto lo studio sembrerebbe confermare un nesso causale tra microbiota intestinale e infertilità. L’identificazione di questi ceppi specifici attraverso la predizione genetica offre preziose informazioni per la diagnosi precoce, la prevenzione e il trattamento dell’infertilità.

In conclusione

Lo studio del microbiota, ancora poco esplorato in quest’ambito, potrebbe invece fornire importanti informazioni sulla comprensione delle forme cosiddette “idiopatiche” o “sine causa” dell’infertilità maschile e femminile, aprendo la via a nuove strategie terapeutiche per correggere le alterazioni dei parametri spermatici e delle funzionalità ovarica e migliorare la fertilità di entrambi i sessi.

Fonte

Li T, Shao W, Wang Y et al. A two-sample mendelian randomization analysis investigates associations between gut microbiota and infertility. Scientific Reports, 2023, 13, Article number:11426. Link: https://www.nature.com/articles/s41598-023-38624-6

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