Il 16 ottobre, in occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione, la Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU) rilancia l’appello a un impegno comune contro sprechi, malnutrizione e disuguaglianze alimentari. L’edizione 2025, dedicata al tema “Mano nella mano per un’alimentazione e un futuro migliori”, invita istituzioni, cittadini e mondo scientifico a unire le forze per costruire un sistema alimentare più equo e sostenibile.

«Dobbiamo unire competenze scientifiche, responsabilità sociale e impegno educativo ed investire sulle nuove generazioni per garantire un futuro basato su scelte alimentari più consapevoli, sostenibili e salutari – ha dichiarato la prof.ssa Anna Tagliabue, presidente SINU – Significa camminare insieme, mano nella mano appunto, istituzioni, cittadini, scuole, professionisti della salute e del settore agroalimentare, per costruire e diffondere un modello nutrizionale che rispetti l’ambiente, valorizzi la cultura alimentare e promuova il benessere collettivo».

Sprechi e produzione insostenibile: un sistema da ripensare

Secondo il rapporto “Prospettive agricole 2025-2034” di OCSE e FAO, la produzione agricola e ittica mondiale crescerà del 14% nel prossimo decennio, con un incremento della domanda di alimenti di origine animale, responsabili del 57% delle emissioni globali di gas serra del settore agroalimentare. A tutto ciò si aggiunge il problema cronico dello spreco alimentare, che ammonta a circa 1,3 miliardi di tonnellate di cibo l’anno a livello globale. Il Food Waste Index Report 2024 stima 1052 milioni di tonnellate di rifiuti alimentari generati nel 2022 tra famiglie, ristorazione e retail, pari a 132 kg pro capite annui. In Italia, secondo il Waste Watcher Italia, lo spreco medio nel 2025 è di 88,3 grammi al giorno per persona.

«Con la revisione dei LARN e la nuova rappresentazione grafica della Piramide Alimentare abbiamo contribuito a costruire le basi per il cambiamento”, continua la presidente Tagliabue. “Sono due importanti documenti in grado di orientare le scelte alimentari verso modelli alimentari moderni, sostenibili, salutari e plant-based, fondate su evidenze scientifiche e orientate al benessere delle persone e del pianeta».

L’altra faccia della crisi: obesità infantile e fame nel mondo

Un recente rapporto UNICEF segnala che l’obesità ha superato il sottopeso come forma più diffusa di malnutrizione, interessando un bambino o adolescente su dieci (188 milioni nel mondo). La prof.ssa Francesca Scazzina, consigliera SINU, sottolinea: «I genitori sopportano il peso emotivo dei problemi di salute dei loro figli e l’onere finanziario delle spese mediche più elevate e della perdita di reddito per prendersi cura di loro. […] Milioni di bambini e adolescenti crescono in ambienti in cui bevande zuccherate, snack salati e dolci, e fast food sono facilmente accessibili e commercializzati in modo aggressivo».

In Italia, i dati OKkio alla salute 2023 mostrano che il 19% dei bambini è in sovrappeso e il 10% obeso. Il 26% non consuma quotidianamente frutta e verdura, e il 45% trascorre più di due ore al giorno davanti a schermi digitali. Parallelamente, i livelli di fame nel mondo restano drammatici: secondo le Nazioni Unite, 733 milioni di persone (9,2% della popolazione globale) sono denutrite, e la quota potrebbe crescere dell’8% entro il 2050.

SINU: un impegno scientifico per la sostenibilità e la salute

«Cambiamenti climatici, disuguaglianze sociali, degrado ambientale sono solo alcune delle complesse sfide che stiamo affrontando e che necessitano di politiche globali, mirate e coordinate – conclude la presidente Tagliabue – Attraverso ricerca scientifica, educazione nutrizionale e politiche alimentari responsabili, la SINU è impegnata quotidianamente per costruire un futuro in cui la sostenibilità e la salute vadano di pari passo, garantendo a tutti un’alimentazione più consapevole, equa e rispettosa dell’ambiente».

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