I bevitori di caffè potrebbero vivere più a lungo ed essere meno esposti al rischio di malattie. È quanto sembra dimostrare una revisione americana, recentemente pubblicata su Nutrients. Ma gli esperti raccomandano cautela nei consumi soprattutto in gravidanza e in caso di additivi nocivi per la salute.
Lo studio
Oltre 100 studi epidemiologici su larga scala sottoposti a revisione paritaria e meta-analisi hanno costituito la base di una indagine di ricercatori americani che hanno voluto stimare i benefici fisiologici del consumo di caffè.
Dall’analisi si evince che un consumo moderato, pari a tre-cinque tazze di caffè al giorno, può associarsi a un minor rischio di mortalità per tutte le cause e a una ridotta incidenza di malattie cardiovascolari (CVD), diabete di tipo 2 (T2D) e diversi tipi di cancro.
Inoltre vi sarebbero benefici anche per malattie respiratorie e renali e un minor rischio di fragilità e incidenti. Ad esempio lo studio avrebbe osservato che i bevitori di caffè hanno una ripresa più rapida a seguito di un intervento chirurgico colorettale, con studi che mostrano anche un ritorno più tempestivo alla normale funzionalità intestinale rispetto ai gruppi che non consumavano caffè.
Non ultimo, la revisione ha anche analizzato gli effetti del caffè sul benessere olistico esaminando alcune variabili come idratazione, prestazioni fisiche, acuità mentale e interruzione del sonno dei partecipanti dopo il suo consumo della bevanda.
I risultati
Integrando le evidenze provenienti da ampi studi di coorte pluridecennali come lo studio Diet and Health del National Institutes of Health American Association of Retired Persons (NIH-AARP) e la UK Biobank, la revisione fornisce una solida sintesi basata sull’evidenza del ruolo del caffè nella salute e nelle malattie.
In particolare emergerebbe che il caffè decaffeinato si associa costantemente a minore mortalità e a un ridotto rischio di malattia, dimostrando che i benefici vanno oltre la caffeina. Mentre sul fronte del caffé normale, i dati sulla mortalità e sulle malattie croniche sottolineano che un consumo moderato riduce il rischio complessivo di morte.
In particolare, una meta-analisi di 40 studi, riferita a circa 3,8 milioni di partecipanti, mostrerebbe un rischio più basso di mortalità per tutte le cause strettamente legate al consumo di 3,5 tazze al giorno, con una riduzione del rischio del 15% (Rischio Relativo [RR] 0,85; IC al 95% 0,82-0,89). Indagando poi specificamente l’associazione del caffè con le malattie cardiovascolari, che costituiscono la principale causa di mortalità al mondo, una meta-analisi di 36 studi sembra rilevare che 3-5 tazze al giorno correlano a una riduzione del rischio di mortalità del 15%. In relazione al T2D, una meta-analisi attesterebbe una riduzione del rischio del 29% tra i consumatori abituali di caffè. Inoltre, studi hanno dimostrato benefici del caffè anche in ambito oncologico – tumore del fegato, cancro uterino – nel morbo di Parkinson, nei disturbi cognitivi e una azione protettiva anche verso patologie respiratorie e renali.
La revisione chiarisce che, sebbene le prove dei benefici fisiologici del caffè siano vaste, le indagini meccanicistiche sui suoi impatti rimangono relativamente scarse; attualmente si stima che i benefici sulla salute, come riduzione dell’infiammazione, miglioramento del metabolismo del glucosio e aumento dell’ossidazione dei grassi, siano dovuti a una combinazione dei suoi composti bioattivi, quali la stessa caffeina, e a una ricca gamma di polifenoli.
Cautele
Emergono, tuttavia, dalla revisione, alcune criticità associate al caffè, ad esempio per le donne in gravidanza a cui importanti organizzazioni sanitarie come l‘American College of Obstetricians and Gynecologists (ACOG) raccomandano di limitare l’assunzione di caffeina a meno di 200 mg al giorno (circa due tazze di caffè).
Non si esclude, infatti, un possibile aumento del rischio di basso peso alla nascita con un consumo maggiore di tazze di caffé, sebbene fattori confondenti e bias di richiamo complichino questi risultati. Ulteriori fattori incidenti, secondo alcuni studi, possono essere rappresentati dall’aggiunta di zucchero e panna che potrebbero abbassare sensibilmente i benefici del caffè, fino ad annullali del tutto in caso dello zucchero, mentre altri studi suggerirebbero che i benefici persistono anche con additivi. Si evidenzia, ancora, che il consumo eccessivo di caffè possa portare a disturbi del sonno e ansia negli individui sensibili. Infine, i bevitori di caffè caffeinato avrebbero compiuto naturalmente circa 1.000 passi in più al giorno, un semplice aumento dell’attività fisica collegato a tassi di mortalità significativamente più bassi.
In conclusione
La metanalisi sembra fornire prove sufficienti, coerenti e convincenti, che collegano un consumo moderato di caffè a una vita più lunga e a un minor rischio di numerose malattie croniche. Tuttavia, gli autori sottolineano che la maggior parte dei risultati attuali si basa su studi osservazionali e che sono, pertanto, necessari futuri studi randomizzati controllati e studi di randomizzazione mendeliana per chiarirne la causalità. In generale, allo stato attuale, le revisioni concluderebbero che il caffè è una bevanda sicura e benefica per la salute.
Fonte
Emadi RC, Kamangar F. Coffee’s impact on health and well-being. Nutrients, 2025, 17(15), 2558. DOI: https://www.mdpi.com/2072-6643/17/15/2558

