“Il cibo parla al microbiota. Un dialogo naturale per vivere sani e a lungo” è il nuovo libro di Paolo Mainardi edito da Tecniche Nuove.
Già Ippocrate di Coo (460-377 a. C) riteneva che il cibo fosse la migliore medicina. Una scoperta e una affermazione che ancora oggi è di vitale importanza.
Studi recenti sul microbiota, infatti, ci hanno fatto comprendere i precisi meccanismi per cui il cibo giochi un ruolo fondamentale sulla sua salute. Il nostro corpo, infatti, non è solo fatto di cellule umane, ma ospita anche una vasta popolazione di microbi che svolgono un ruolo essenziale nel mantenere l’equilibrio del nostro organismo.
Il microbiota rappresenta l’insieme di tutti i microrganismi, fra cui batteri, funghi, protozoi e virus, per citarne alcuni, che coesistono armonicamente in uno stesso ambiente senza danneggiarlo.
La buona convivenza di questo insieme di microrganismi sono fondamentali per il funzionamento e il benessere del nostro sistema immunitario, digestivo e anche psicologico.

È, infatti, il microbiota intestinale, uno dei motori principali del nostro benessere. Il rapporto tra il corpo microbico e il corpo cellulare può essere paragonato a quello che noi abbiamo con le nostre case: mantengono noi sani per avere in cambio un ambiente confortevole in cui prosperare.
In questo contesto, quindi, seguire una dieta sana e ben bilanciata, è fondamentale per la nostra salute, in particolare modo per il funzionamento corretto dell’apparato digerente il cui ruolo, secondo una recente ricerca, è anche quello di proteggere e mantenere in equilibrio il nostro microbiota.
La dieta è quindi un fattore chiave per mantenere un microbiota sano e diversificato. L’alimentazione basata su conoscenze scientifiche e non su opinioni errate è cruciale per garantire un corretto equilibrio tra microrganismi benefici e dannosi.
L’autore
Subito dopo la laurea in Chimica, a indirizzo Chimico-fisico, Paolo Mainardi entra a far parte di un gruppo di ricerca sull’epilessia dell’Università di Genova. Individua un’azione serotoninergica in una sieroproteina del latte, così sposta il suo interesse dal cervello all’intestino, scoprendo il microbiota. Affronta aspetti della nutrizione confrontandosi con il mondo scientifico del settore.