Nuove evidenze attestano un ruolo anche del microbiota cutaneo nella malattia di Lyme, patologia caratterizzata da febbre, mal di testa, stanchezza e eruzione cutanea, causata dal batterio Borrelia burgdorferi, trasmessa dalle zecche infette.

A definire questa relazione è uno studio francese, pubblicato su Scientific Reports.

Il ruolo del microbiota cutaneo

Crescono gli studi che dimostrano la partecipazione del microbiota cutaneo in diversi disturbi della pelle, come ad esempio la malattia di Lyme, indotta dal batterio Borrelia burgdorferi, a seguito di una puntura di zecche infette.

Morso che innescherebbe una serie azioni sinergiche fra saliva della zecca stessa, Borrelia, i microbi commensali della pelle e l’ambiente cutaneo. Una ipotesi, ancora non del tutto chiara, che invece verrebbe confermata da un recente studio francese, sperimentale.

Esperimenti di laboratorio, condotti in vitro su cellule cutanee residenti in mezzi di coltura contenenti le proteine secrete dai principali batteri della pelle, quali ad esempio Staphylococcus epidermidis, Corynebacterium striatum e Cutibacterium acnes, in presenza di Borrelia, farebbero osservare che quest’ultima da sola è in grado in taluni casi e in specifiche condizioni di innescare una reazione cutanea.

L’attività di Borrelia, dove agisce e dove no  

Gli esperimenti condotti hanno consentito di osservare che questo batterio è in grado, in solitario, di indurre una rapida risposta immunitaria nelle cellule cutanee residenti.

Nello specifico, Borrelia burgdorferi avrebbe innescato l’espressione di molecole infiammatorie nei cheratinociti indifferenziati, responsabili di proteggere dall’invasione microbica, di schermare l’esposizione ai raggi UV e di favorire un’adeguata idratazione cutanea.

Tale comportamento si sarebbe osservato anche in mezzi di coltura contenenti proteine secrete da S. epidermidis e C. striatum, ad eccezione fatto per una presenza a basse concentrazioni.

All’opposto Borrelia non avrebbe la potenzialità di innescare da sola stati infiammatori su cheratinociti differenziati, diversamente dai mezzi di coltura contenenti proteine secrete da S. epidermidis, C. striatum e C. acnes cui si associa lo sviluppo di livelli minori di molecole infiammatorie.

Mentre ancora Borrelia, da sola, potrebe indurre l’infiammazione nei fibroblasti, cellule che contribuiscono alla formazione del tessuto connettivo e a secernere proteine di collagene importanti nel mantenimento del buono stato di salute del tessuto cutaneo. Stessa azione si attesta in esperimenti su mezzi di coltura contenenti proteine secrete da S. epidermidis, C. striatum e C. acnes.

In conclusione

Gli autori sottolineano che il microbiota cutaneo interagisce principalmente con i cheratinociti degli strati superficiali in modo mutualistico, evidenziando un potere proinfiammatorio sui fibroblasti e sui cheratinociti indifferenziati in caso di lesioni cutanee come una puntura di zecca.

Tali informazioni dovranno essere confermate da ulteriori studi su modelli animali per valutare il ruolo del microbiota cutaneo nel processo di trasmissione della Borrelia da parte delle zecche.

Fonte

Baquer F, Jaulhac B, Barthel C et al. Skin microbiota secretomes modulate cutaneous innate immunity against Borrelia burgdorferi s.s. Scientific Reports, 2023, 13, Article number 16393. Link: https://www.nature.com/articles/s41598-023-43566-0