Di Giovanni Di Guardo •DVM, Dipl. ECVP, già Professore di Patologia Generale e Fisiopatologia Veterinaria, Università degli Studi di Teramo

Analizzare congiuntamente le malattie infettive umane e animali è impresa ardua, data la notevole eterogeneità tra i patogeni coinvolti e le risposte immunitarie messe in atto dai rispettivi ospiti. La complessità è acuita dalla varietà di meccanismi difensivi e adattativi che ciascun sistema vivente sviluppa per contrastare l’infezione.

Origine zoonotica delle malattie emergenti

Circa il 75% delle malattie infettive emergenti deriverebbe da serbatoi animali, secondo dati recenti (Casalone & Di Guardo, 2020). Questa evidenza sottolinea l’interconnessione tra salute animale e salute umana, ribadendo l’importanza di un approccio integrato per la gestione dei focolai.

Virus a RNA: adattabilità e mutazioni

I virus a RNA, come i virus influenzali e il SARS-CoV-2, sono noti per la loro alta capacità mutagena. Questa caratteristica consente loro di eludere le difese immunitarie dell’ospite e di adattarsi a nuove specie. Un caso emblematico è il clade 2.3.4.4b del virus dell’influenza aviaria ad alta patogenicità A(H5N1) (Di Guardo, 2025a).

Fattori ambientali e mutagenicità

L’esposizione prolungata degli agenti patogeni alle radiazioni solari o nucleari può aumentarne ulteriormente la mutagenicità (Di Guardo, 2025b). Tali fattori, spesso trascurati, rappresentano un’ulteriore variabile nella gestione delle malattie infettive.

La resistenza ambientale dei microrganismi

Alcuni agenti infettivi, come il virus del vaiolo delle scimmie (MPXV), mostrano una notevole resistenza ambientale. Negli ultimi anni, MPXV ha causato migliaia di casi umani in oltre 100 Paesi. In un contesto di crisi climatica globale, fenomeni meteo estremi possono facilitare la dispersione a lunga distanza di patogeni resistenti, aumentando i rischi di nuovi focolai (Di Guardo, 2024).

Crisi climatica e diffusione dei patogeni

Il ruolo degli eventi meteo-climatici estremi nella diffusione delle malattie infettive è sottovalutato nelle attuali indagini eco-epidemiologiche. Eppure, si tratta di un fattore sempre più influente che meriterebbe maggiore attenzione nella comprensione e prevenzione delle epidemie.

Prevenzione e approccio “One Health”

In conclusione, risulta fondamentale prevenire l’insorgenza e la diffusione delle malattie infettive tramite: lo sviluppo di modelli matematici predittivi; una stretta collaborazione tra Medicina Umana e Medicina Veterinaria, secondo il principio della “One Health”, che integra salute umana, animale e ambientale.

Fonti

Casalone C., Di Guardo G. (2020). CoViD-19 and mad cow disease: So different yet so similar. Science. DOI:https://www.science.org/doi/10.1126/science.abb6105#elettersSection.

Di Guardo G. (2024). Consideration of environmental aerosols. Veterinary Record 194(3):119. DOI:10.1002/vetr.3930.

Di Guardo G. Highly Pathogenic Avian Influenza A(H5N1) Virus: How Far Are We from a New Pandemic? (2025a). Veterinary Sciences 12(6):566. DOI:10.3390/vetsci12060566.

Di Guardo G. (2025b). Nuclear catastrophes: Have we truly learned from history? BMJ. DOI:https://www.bmj.com/content/388/bmj.r319/rr-5.