Specifici batteri intestinali presenti in neonati nei primissimi mesi di vita, se non addirittura dal primo mese di vita, potrebbero avere un ruolo cruciale nello sviluppo di sensibilità alimentari (FS) – patologia che è noto insorgere nell’infanzia – potenzialmente responsabile dello sviluppo di allergie (FA) verso determinati cibi, in particolare le uova.
È quanto farebbe rilevare un recente studio cinese, con a capo il RIKEN Center for Integrative Medical Sciences (IMS), pubblicato sul Journal of Allergy and Clinical Immunology. L’uso di integratori probiotici potrebbe rappresentare una strategia efficace per la prevenzione delle allergie alimentari, soprattutto nei neonati a rischio.
Background
È noto che il microbiota presente nell’intestino subito dopo la nascita, che include anche una componente di batteri, contribuisce al normale sviluppo del sistema immunitario, che agisce anche nella prevenzione/protezione di alcune malattie. Tuttavia, recenti evidenze sembrerebbero suggerire anche l’opposto, ovvero una possibile relazione tra microbiota intestinale, FS e FA. Partendo da questa ipotesi, gli autori hanno indagato il ruolo, ancora non del tutto chiaro, del microbiota intestinale neonatale nel contribuire all’insorgenza di questo “meccanismo” di sensibilizzazione, provvedendo innanzitutto a caratterizzare il microbiota intestinale nei bambini/neonati tramite un approccio di enterotipizzazione, combinando cioè i dati relativi al microbiota intestinale e agli acidi grassi a catena corta fecali provenienti da 2 studi longitudinali di coorte di nascita condotti in Giappone.
Raggruppando poi i dati del microbiota di bambini di età compresa tra 1 settimana e 7 anni e delle loro madri, suddivisi in gruppo ad alto rischio, composto da 270 bambini provenienti da famiglie con una storia di allergie, rispetto da un secondo di 245 bambini, afferenti da uno studio precedente progettato per testare i trattamenti per le allergie, i ricercatori sono riusciti a identificare gli enterotipi, classificati a seconda della predominanza di specifici generi batterici. Utilizzando modelli di regressione multivariata, è stato possibile identificare l’associazione tra microbiota intestinale ed enterotipi, al rischio di sviluppare FS e FA. Lo studio in particolare ha esaminato i livelli di immunoglobuline E (IgE) specifiche per latte, arachidi, albume d’uovo e grano nel sangue da un anno dopo la nascita del neonato fino all’età di sette anni.
Le evidenze
Obiettivo del team era individuare biomarcatori “prevedibili” (quindi predittivi di un fattore di rischio potenziale) del microbiota intestinale per FS e FA, arrivando innanzitutto a scoprire che, tra tutti i punti temporali analizzati nell’arco di sette anni, il microbiota intestinale presente un mese dopo la nascita era quello maggiormente correlato ai livelli di IgE specifiche per un alimento nel sangue, anche quando i bambini avevano sette anni.
Ciò suggerirebbe dunque che il tipo di batteri presenti nell’intestino a una settimana dalla nascita è il migliore nel predire le risposte immunitarie al cibo a sette anni di distanza. Specificatamente, i dati dei 2563 microbiomi hanno permesso di identificare alcuni specifici enterotipi e i rischi associati.
Ad esempio, è stato così osservato che numero maggiore di batteri intestinali Bifidobacterium ei bambini di 1 mese, correlava in maniera significativa con lo sviluppo di FS e AF rispetto ai bambini di 1 settimana in cui gli enterotipi a 1 mese di età erano costituiti in prevalenza da Bacteroides, Klebsiella e Bifidobacterium e che gli enterotipi a predominanza di Bifidobacterium con la più alta concentrazione fecale di propionato mostravano il rischio più basso di sviluppare FS e AF, in particolare di sensibilizzazione all’albume d’uovo di gallina. Ancora, è emerso che gli enterotipi in cui era predominante Bifidobacterium avevano minori rischi a 2 anni di età rispetto all’enterotipo a predominanza di Bacteroides (odds ratio aggiustato [adjOR]: 0,10, IC al 95%: 0,01-0,78) rispetto all’enterotipo a predominanza di Klebsiella (adjOR: 0,10, IC al 95%: 0,01-0,77) e a 9 mesi di età rispetto all’enterotipo a predominanza di Bacteroides (adjOR: 0,33, IC al 95%: 0,11-0,91). A influire sulla tipologia predominate di batteri concorrerebbero anche la modalità di parto, naturale o cesareo, e la durata dell’allattamento al seno.
In conclusione
Negli studi di coorte di nascita, il clustering del microbioma intestinale sarebbe stato potenzialmente in grado di identificare enterotipi neonatali distinti con rischi differenziali di sviluppare FS e AF, premettendo di studiare strategie mirate a prevenirne l’insorgenza, con sensibili vantaggi per la qualità della vita dei piccoli, la governance della problematica e il sistema.
Fonte
Shibata R, Nakanishi Y, Suda W et al. Neonatal gut microbiota and risk of developing food sensitization and allergy. Journal of Allergy and Clinical Immunology, 2024, Vol. 155, Issue 3, pp. 932-946. Doi: doi.org/10.1016/j.jaci.2024.10.029.