UNICEF ha diffuso il nuovo rapporto “Feeding Profit: How Food Environments are Failing Children” che riguarda bambini e adolescenti di età compresa tra i 5 e i 19 anni. Il report, pubblicato a settembre 2025, è basato su dati raccolti in 190 Paesi e si riferisce al periodo che va dal 2000 al 2022. I numeri evidenziano che la diffusione del sottopeso è diminuita passando da quasi il 13% al 9,2%, mentre i tassi di obesità sono aumentati dal 3% al 9,4%.
Il dato rilevante è che l’obesità ha superato il sottopeso come forma più diffusa di malnutrizione. Il sovrappeso (condizione che rischia di degenerare in malattie croniche) interessa 1 bambino in età scolare e adolescenziale su 10, ovvero 188 milioni.
«Quando parliamo di malnutrizione, non ci riferiamo più solo ai bambini che vivono con sottopeso – ha dichiarato Catherine Russell, direttrice generale UNICEF. – L’obesità è un problema crescente che può influire sulla salute e sullo sviluppo dei bambini.»
Il report UNICEF
In generale, si rileva come l’obesità superi ora il sottopeso, ad eccezione di Africa subsahariana e Asia meridionale. Nei Paesi ad alto reddito, infatti, si continuano a registrare livelli elevati di obesità elevati: 27% in Cile, il 21% negli Stati Uniti e 21% negli Emirati Arabi Uniti. La più alta percentuale di obesità è stata registrata in diversi Paesi insulari del Pacifico (38% a Niue, 37% Isole Cook e 33% Nauru).
Mentre, la denutrizione, la malnutrizione acuta e la malnutrizione cronica rimangono una preoccupazione significativa tra i bambini sotto i 5 anni nella maggior parte dei Paesi a basso e medio reddito, la diffusione del sovrappeso e dell’obesità è in aumento tra i bambini in età scolare e gli adolescenti.
A livello globale, 1 bambino e adolescente su 5 di età compresa tra i 5 e i 19 anni, ovvero 391 milioni, è in condizione di sovrappeso, di cui una percentuale significativa è classificata come persone che vivono con obesità.
In Italia «la percentuale di bambini e bambine di età compresa tra i 5 e i 19 anni che vivono con sovrappeso è diminuita dal 32% nel 2000 al 27% nel 2022. La percentuale di bambini di età compresa tra i 5 e i 19 anni che vivono con obesità è rimasta stabile, con il 10% nel 2022, mentre il numero di bambini che vivono in condizioni di sottopeso (magrezza) è aumentato dall’1% nel 2000 al 2% nel 2022», sottolinea Nicola Graziano, presidente di UNICEF Italia.
Le cause della cattiva nutrizione
Il rapporto segnala come i cibi ultra-processati (ricchi di zuccheri, amidi raffinati, sale, grassi saturi e additivi) e i fast food stanno influenzando l’alimentazione dei bambini attraverso contesti alimentari malsani, piuttosto che attraverso scelte personali. Questi prodotti dominano i negozi e le scuole. Inoltre, il marketing digitale permette all’industria alimentare e delle bevande di raggiungere con grande facilità il pubblico giovane.
«Gli alimenti ultra-processati stanno sostituendo sempre più spesso frutta, verdura e proteine in un momento in cui l’alimentazione svolge un ruolo fondamentale nella crescita, nello sviluppo cognitivo e nella salute mentale dei bambini» spiega la direttrice generale UNICEF.
Le soluzioni proposte da UNICEF
Sono diversi i Governi che stanno compiendo azioni per favorire un corretto regime alimentare. Ad esempio, il Messico ha recentemente vietato nelle scuole pubbliche vendita e distribuzione di alimenti ultra-processati e prodotti con alto contenuto di sale, zucchero e grassi. Le misure hanno avuto un impatto positivo su oltre 34 milioni di bambini.
Per invertire la rotta, UNICEF invita i Governi, la società civile e i partner ad agire con urgenza. Ad esempio, raccomanda di adottare misure obbligatorie di ampia portata per migliorare il contesto alimentare dei bambini, tra cui l’etichettatura dei prodotti alimentari, restrizioni alla commercializzazione dei prodotti alimentari, tasse e sussidi alimentari.
Le Istituzioni dovrebbero stabilire rigide misure di salvaguardia, per evitare che l’industria alimentare dei prodotti ultra-processati interferisca con i processi di politica pubblica.
Sarebbe opportuno incentivare iniziative di cambiamento sociale e comportamentale che diano alle famiglie e alle comunità la possibilità di richiedere un contesto alimentare più sano. Inoltre, l’UNICEF invita a consolidare i programmi di protezione sociale, per affrontare la povertà di reddito e migliorare l’accesso finanziario a diete nutrienti per le famiglie vulnerabili.
«Cibi nutrienti e a prezzi accessibili devono essere resi disponibili per ogni bambino per sostenerne la crescita e lo sviluppo. Abbiamo urgente bisogno di politiche che aiutino i genitori e chi si prende cura dei bambini ad accedere a cibi nutrienti e sani per i propri figli» ha sottolineato Russel.
L’invito rivolto al mondo dell’istruzione è di vietare la fornitura o la vendita e la sponsorizzazione di alimenti ultra-processati e cibi-spazzatura nelle scuole.
 
            