Nausea, vomito e costipazione: alcuni degli effetti più tipici dei primi mesi di gravidanza potrebbero essere alleviati dall’assunzione di probiotici in pillole. È quanto emerge da uno studio su piccoli numeri dell’amaricana University of California; insufficiente per trarre conclusioni definitive, pone le premesse per indagini successive in funzione del sensibile miglioramento della qualità di vita indotto da questa ‘terapia’ a basso costo.

Il quesito

Possono i probiotici migliorare la disbiosi, presumibilmente legata al cambiamento ormonale dei primi mesi di gravidanza, e alle implicazioni associate, alterazioni del sistema nervoso enterico e funzione gastrointestinale con sintomi annessi, quali vomito, nausea e costipazione? Sul quesito si sono interrogati un gruppo di ricercatori americani che hanno avviato uno studio, al momento su piccoli numeri, ma che sembra suggerire una stretta relazione fra alterazioni del microbioma intestinale e ‘effetti avversi’ più tipici delle fasi iniziali della maternità. La tesi, sostenuta da preliminari evidenze, troverebbe una risposta se non risolutiva, certamente migliorativa, nell’impiego di probiotici: una strategia ‘terapeutica’ a basso costo in grado di ridurre sensibilmente i sintomi gravidici a beneficio della qualità della vita.

Lo studio

I ricercatori hanno arruolato 32 donne invitate ad assumere un mix di probiotici, 2 pillole al giorno contenenti 10 miliardi di culture vive al momento della fabbricazione, in misura prevalente Lactobacillus, per 6 giorni consecutivi, seguiti da una sospensione di 2 giorni e successiva ripresa del ciclo di somministrazione. Le partecipanti sono state monitorate per 17 giorni durante i quali sono state eseguite 535 osservazioni, utili a valutare la possibile relazione di causa-effetto e andamento fra disturbi della gravidanza e consumo di probiotici. È stato così possibile rilevare che la ciclicità di assunzione ha impattato sensibilmente sui sintomi e della durata: ore con nausea ridotte del 16% e fino al 32% in caso di vomito.

Miglioramenti si sono avuti anche sulla costipazione con un ‘guadagno’ generale in qualità di vita: riduzione del senso di fatigue, aumento dell’appetito, maggiori possibilità di mantenere una normale vita sociale.

Inoltre nel corso dello studio sono state su una selezione di campioni di feci, in un sottogruppo di donne, sono state condotte alcune specifiche analisi: il sequenziamento metagenomico del microbiota, la metabolomica e la quantificazione dei geni batterici per comprendere i potenziali meccanismi sottostanti i fenomeni avversi e diverse altre indagini. È emersa, alla fine, una possibile associazione tra un minor numero di copie del gene per la bile salt hydrolase (bsh), generatrice di acidi biliari liberi, e maggior possibilità di episodi di vomito. tuttavia controllabili con l’impiego di probiotici: questi sembravano in grado di aumentare il bsh, giustificando così la diminuzione di entrambi i sintomi di nausea e vomito.

Precedenti evidenze

Dunque ci sarebbe una ulteriore conferma delle potenzialità dei probiotici, i quali avevano già dato prova di efficacia in altri studi, ad esempio nella prevenzione di stati infiammatosi del fegato. «La nostra ricerca – dichiarano gli autori – potrebbe essere fra le prime a evidenziare possibili benefici indotti dai probiotici sui sintomi in gravidanza». E se ulteriori studi confermassero i risultati preliminari, l’intenzione dei ricercatori è di spingersi oltre: valutare il possibile impiego e efficacia dei probiotici anche su nausea e vomito indotti, in ambito oncologico, da cicli di chemioterapia.

Fonte:

  • Liu AT, Chen S, Jena PK et al. “Probiotics Improve Gastrointestinal Function and Life Quality in Pregnancy”. Nutrients, Vol. 13, Issue 11, 2021. https://doi.org/10.3390/nu13113931