Alcune particolari molecole contenute nella miscela di caffè arabica tostato potrebbero avere un effetto antidiabetico. È quanto hanno rilevato un gruppo di ricercatori cinesi, della University of Chinese Academy of Sciences di Beijing, che hanno pubblicato il loro lavoro su Beverage Plant Research. Questa potenzialità ed ulteriori caratteristiche qualificherebbero il caffè come un possibile alimento funzionale.
Nuovi composti
Sono stati denominati caffaldeidi A, B e C: si tratta tre nuovi esteri diterpenici del caffè, rilevati nei chicchi di caffè tostati della miscela Arabica, cui è stata associata una azione ipoglicemizzante, ovvero una significativa attività inibitoria dell’alfa-glucosidasi, con valori di IC₅₀ più elevati rispetto al controllo positivo, l’acarbosio.
Tale scoperta è stata possibile dall’impiego di tecnologie avanzate, come la Risonanza Magnetica Nucleare (NMR), la Cromatografia Liquida ad Alta Prestazione – Estrazione in Fase Solida – Spettroscopia di Risonanza Magnetica Nucleare (HPLC-SPE-NMR), la Cromatografia Liquida – Spettrometria di Massa a più stadi (LC-MSn) e la Cromatografia Liquida ad Alta Prestazione accoppiata a Spettrometria di Massa multipla (MSn).
Tecniche che consentono la rilevazione dell’attività biologica o l’analisi metabolomica in modo relativamente più rapido dei vari composti presenti in un alimento. In riferimento al caffè i diterpenoidi sono componenti caratteristici chiave, presenti in quantità variabili a seconda delle diverse miscele e qualità, di cui la maggior parte sotto forma di esteri diterpenici. Sebbene questi ultimi siano formati da 24 acidi grassi, gli esteri diterpenici dell’acido linoleico e dell’acido palmitico risultano presenti in misura maggiore. Ad oggi, sono stati documentati oltre 70 tipi di diterpeni del caffè.
Il caffè, alimento funzionale?
Ipoteticamente sì. Gli alimenti funzionali, ovvero alimenti integrali, arricchiti o potenziati, oltre alla nutrizione base, quindi ai nutrienti essenziali, offrono benefici aggiuntivi per la salute che si legano a ingredienti bioattivi con specifiche proprietà, ad esempio antiossidanti, neuroprotettive, ipoglicemizzanti e ipolipemizzanti. Tali sostanze bioattive possono trovarsi in natura, intriseci all’alimento, è il caso ad esempio dei frutti di bosco o negli oli del caffè di kahweol e il cafestolo, ovvero diterpeni che influenzano la corposità e l’amarezza della bevanda cui sarebbero stati attribuiti effetti antitumorali e ipoglicemizzanti o ancora in ingredienti modificati come i probiotici.
Poiché i chicchi di caffè tostati sono una miscela estremamente complessa, la ricerca è impegnata a identificare altri nuovi diterpeni attivi del caffè, tramite tecniche o approcci di networking molecolare basato su LC-MS/MS, ad esempio l’abbinamento dell’NMR con la LC-MS/MS, che possono essere utili sia alla rilevazione di composti bioattivi sia a valutarne l’attività.
La struttura dei nuovi diterpeni bioattivi, nell’attuale studio, è stata caratterizzata mediante analisi spettrale con l’intento di ridurre al minimo la separazione cromatografica, ove possibile, e di conseguenza anche l’uso di solventi e materiali di consumo, per rendere il processo più ecologico ed efficiente. In particolare l’utilizzo della cromatografia su colonna di gel di silice ha consentito di suddividere l’estratto diterpenico di caffè tostato in 19 frazioni e ulteriori analisi di rilevare in determinati campioni una attività inibitoria dell’α-glucosidasi, più o meno elevata a seconda della presenza di altri elementi, quali gruppi aldeidici, grassi saturi, atomi di carbonio, gruppi metilici di ossidazione e così via. Incrociando i dati ottenuti da questa prima analisi sulle sottofrazioni, ad altre tecniche è stato possibile identificare ulteriori tre nuovi esteri diterpenici del caffè in tracce: acido magarico, acido ottadecenoico e acido nonadecanoico, con potenziale attività inibitoria sull’α-glucosidasi.
In conclusione
La tecnologia ha consentito di scoprire nell’estratto grezzo della miscela Arabica tre nuovi composti esteri diterpenici, i caffaldeide A, B e C, con valori di IC₅₀ più elevati dell’acarbosio. Inoltre, sono stati determinati altri tre nuovi esteri diterpenici del caffè con attività simile, utilizzando una rete molecolare basata su LC-MS/MS. Il metodo proposto in questo studio potrebbe essere applicato per separare metaboliti attivi mirati di altri alimenti in ricerche future, riducendo al contempo l’uso di solventi e i tempi di ricerca.
Fonte
Hu G, Quan C, Al-Romaima A et al. Bioactive oriented discovery of diterpenoids in Coffea arabica basing on 1D NMR and LC-MS/MS molecular network. Beverage Plant Research, 2025, 5: e004. Doi:https://www.maxapress.com/article/doi/10.48130/bpr-0024-0035


