Il Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell’Università di Pisa ha messo a punto una dieta mediterranea adeguata per i pazienti con patologia cronica renale, la MedRen Diet. L’idea è di offrire a questa popolazione di soggetti un piano alimentare sano, noto per ridurre il tasso di mortalità per patologia cardiovascolare e, più in generale, per tutte le cause e al tempo stesso scevro da quegli elementi che potrebbero appesantire i reni.

Ecco, allora, che i principali cambiamenti presenti nella MedRen Diet riguardano l’apporto proteico, il sale e i fosfati: si suggerisce di assumere 0.8 kg di proteine per chilo di peso, 6 grammi di sale e meno di 800 mg di fosfati al giorno. Più nel dettaglio, questa dieta favorisce le proteine vegetali a quelle animali, suggerendo il consumo, più volte la settimana, di una combinazione di cereali e legumi, nota per migliorare l’assorbimento proteico dei legumi.

I pazienti seguiti da questa equipe vengono quindi istruiti sulla corretta preparazione dei legumi: metterli a bagno, bollirli per poi eliminare l’acqua di cottura, in quanto concentrata di fosfati, appunto. Un dubbio potrebbe nascere rispetto alla presenza di fosfati nei legumi, ma gli autori rassicurano: i fosfati di origine vegetali sono raramente assorbiti dal nostro intestino, perché non abbiamo gli enzimi adeguati. Tuttavia, la frutta oleosa viene sconsigliata, proprio perché ricca in queste sostanze chimiche. Ecco, allora, che una dieta così costruita, ricca in frutta e verdura e, quindi, in fibre e sostanze alcalinizzanti, può agire favorevolmente anche sulla flora batterica amica intestinale, rimodulandola e rendendola protettrice nei confronti di sostanze note per favorire le patologie cardiovascolari e quelle renali, appunto: le tossine urecemiche, come p-cresil solfato, indossilsolfato, trimetilammina-N-ossido e indolo-3 acido acetico. Inoltre, una buona omeostasi del microbioma intestinale è utile per prevenire i processi di infiammazione.

Altro aspetto importante di questo regime alimentare è l’uso dell’olio di oliva, ricco in polifenoli antinfiammatori. Tra i cibi da consumare in modo saltuario ci sono anche i latticini: i più stagionati per ridurre l’apporto di sale e i più freschi per il fosforo. Altro fattore importante è la modalità di cottura: di norma si suggerisce di bollire i cibi per poi eliminare l’acqua si cottura, appunto, per ridurre il rischio di incorrere in iperkaliemia. I nutrizionisti che lavorano con pazienti con patologia cronica renale devono seguirli per insegnare loro anche il giusto dosaggio dei cibi: l’intento è renderli indipendenti e capaci di decidere che cosa mangiare e in quali quantità.

Questo approccio alimentare è stato offerto a vari pazienti dagli autori dello studio (Mediterranean Dietary Pattern Adjusted for CKD Patients: The MedRen Diet”): è quindi possibile avere qualche dato. La coorte rappresentata è di 93 pazienti di età compresa tra i 54 e i 74 anni e con patologia renale cronica di livello 3. Questi hanno seguito la dieta MedRen per almeno 6 mesi, in condizioni cliniche stabili e sotto trattamento con i farmaci adeguati. I valori di questa coorte sono stati confrontati con quelli di 223 pazienti trattati negli anni precedenti e con caratteristiche simili. Quello che si vede è che i livelli di creatinina nel sangue, sono gli stessi del gruppo storico, così come quelli di velocità di filtrazione glomerulare, ma se si osservano i valori di urea nel sangue, questi sono inferiori nel gruppo studio rispetto a quello di controllo.

Anche fosforo e paratormone nel siero risultano inferiori nei soggetti che seguono la dieta MedRen, il che suggerisce un miglioramento dei disordini minerali che si associano alla patologia renale cronica. Questi risultati devono essere confermati da uno studio allestito ad hoc, ma forniscono comunque indicazione dell’efficienza della dieta suggerita.

Fonte:

  • D’Alessandro C, Giannese D, Panichi V, Cupisti A. Mediterranean Dietary Pattern Adjusted for CKD Patients: The MedRen Diet. Nutrients. 2023 Mar 2;15(5):1256.