Una dieta ad hoc, ricca soprattutto di carboidrati vegetali e integrali, e laddove necessario una integrazione mirata. Sono queste alcune strategie terapeutiche che possono favorire il contrasto di osteoporosi e osteopenia, a vantaggio cioè della deposizione dell’osseo e della riduzione del processo di riassorbimento. Una review di ricercatori italiani (Nutrition, Physical Activity, and Dietary Supplementation to Prevent Bone Mineral Density Loss: A Food Pyramid”), pubblicata di recente su Nutrients, definisce una corretta piramide alimentare per soggetti a rischio e in via profilattica.

La perdita di densità ossea

Contribuiscono a questo fenomeno diversi fattori: età avanzata, menopausa, assunzione di alcuni specifici farmaci, disturbi endocrini, immobilizzazione, carenze dietetiche, scorretti stili di vita. La perdita di densità minerale ossea (DMA), ovvero la quantità di minerali per centimetro quadrato di osso, si riferisce a un riassorbimento dell’osso superiore al processo di rigenerazione dello stesso. Condizione che apre la via all’insorgenza di osteoporosi e, dunque, a un aumentato rischio di fratture a causa della diminuzione della resistenza e della quantità di materiale osseo.

Tale condizione può essere prevenuta e/o rallentata con l’impostazione di alcune efficaci strategie terapeutiche che passano anche da una corretta dieta, rispettosa di una specifica piramide alimentare che vede in posizione al vertice cibi ricchi di carboidrati vegetali e integrali.

Piramide alimentare protettiva per osteoporosi e osteopenia

Almeno 5 porzioni quotidiane di carboidrati integrali e vegetali, carne bianca e/o pesce 4 volte alla settimana, legumi, uova e formaggio: sono alcuni alimenti inclusi nella piramide alimentare definita da un pool di ricercatori italiani a tutela della salute dell’osso. Questo mix di alimenti, vari e bilanciati, sarebbe in grado di assicurare all’apparato scheletrico i nutrienti principali e i microelementi necessari per rallentare il processo di perdita di DMA che espone con l’età a un più elevato rischio di eventi avversi, primo fra tutti le fratture.

La dieta è una componente che va inserita all’interno di uno stile di vita sano e attivo: fattori che insieme e in sinergia agiscono in prevenzione del decadimento osseo. Il quale va tutelato e protetto nel tempo, favorendo soprattutto un adeguato apporto di calcio. Nell’osso, infatti, si raccoglie il 99% di questa sostanza presente nell’organismo che oltre a svolgere una funzione strutturale ricopre anche una un’azione di riserva. Dall’osso il calcio può essere mobilizzato, cioè trasferito dall’organismo stesso laddove serve per sopperire a eventuali carenze in altri distretti corporei, ma anche per favorire la funzionalità muscolare o la trasmissione degli impulsi nervosi.

Non solo cibo

Anche l’acqua è una importane e preziosa fonte di calcio per l’organismo e se ne percepisce il valore, benché già noto, anche dalla piramide alimentare strutturata dai ricercatori italiani che suggeriscono l’introito di almeno un litro al giorno di acqua ricca di calcio (>150 milligrammi al litro) per supportare la salute dell’osso. In questo contesto anche l’acqua potabile può avere un ruolo chiave: la sua composizione può infatti contribuire alla modulazione dell’omeostasi del calcio in relazione alla biodisponibilità in essa contenuto.

Per quanto concerne le acque minerali, sono da preferire quelle bicarbonato-calcica il cui consumo è suggerito e consigliato soprattutto a donne in postmenopausa nelle quali il fabbisogno di calcio è aumentato per la diminuzione dei livelli di estrogeni.

Integrazione

Laddove necessario, i ricercatori raccomandano una integrazione suppletiva personalizzata, arricchita ad esempio di calcio, vitamina D, boro, omega 3, isoflavoni, specie laddove l’apporto di queste sostanze non può essere garantito in quantità sufficienti dalla dieta. In parallelo indicano anche gli alimenti e componenti che vanno limitati per “scoraggiare” la perdita di DMA. Tra queste in apice si posizionano sale, zucchero e additivi fosfatici inorganici.

In ultimo gli autori evidenziano possibili future strategie terapeutiche attualmente oggetto di studio per efficacia terapeutica, quali ad esempio la supplementazione di prebiotici e probiotici. Si sta, infine, analizzando anche il potenziale ruolo del microbiota intestinale e polifenoli, possibili determinanti per il mantenimento e la prevenzione della DMA in soggetti fragili.

Fonte:

  • Rondanelli M, Faliva MA, Barrile GC, Cavioni A, Mansueto F, Mazzola G, Oberto L, Patelli Z, Pirola M, Tartara A, Riva A, Petrangolini G, Peroni G. Nutrition, Physical Activity, and Dietary Supplementation to Prevent Bone Mineral Density Loss: A Food Pyramid. Nutrients. 2021 Dec 24;14(1):74.