Puntare sull’assunzione equilibrata di macro e micronutrienti, impostando una dieta ricca di cibi integrali, frutta e verdura, fibre, e povera di grassi saturi, zuccheri e sodio. È, questa, una strategia alimentare efficace per la protezione del sistema cardiocircolatorio, terapeutica contro il rischio di malattie cardiovascolari (CVD), quali coronaropatia, malattia cerebrovascolare, arteriopatia periferica, cardiopatia reumatica, cardiopatie congenite, insufficienza cardiaca, aritmie e problemi alle valvole cardiache.

Le malattie cardiovascolari, del cuore e dei vasi sanguigni, rappresentano la principale causa di mortalità a livello mondiale, responsabili solo nel 2019 di circa 18,6 milioni di decessi, in ascesa stimata a 23 milioni all’anno entro il 2030. È noto che l’alimentazione influenzati l’insorgenza di aterosclerosi e ipertensione, come di alcuni altri disturbi cardiovascolari, pertanto correggere la dieta è la prima azione a basso costo da attuare, perseguire e implementare per impattare sulla riduzione del rischio di sviluppo di eventi avversi, come sottolinea uno lavoro su PharmacyTimes.

Fondamentale è la scelta di macro e micronutrienti

Questi due elementi, introdotti con la dieta, possono influenzare positivamente o negativamente la salute del cuore; strategica è dunque la selezione di alimenti contenenti macro e micronutrienti nel programma nutrizionale, tanto in soggetti portatori di patologie CVD, come di persone sane, in ottica di mantenimento della salute e di prevenzione e/o esposizione a fattori di rischio correlati a una dieta poco salutare.

Entrambi – macro e micronutrienti – sono necessari all’organismo, ma occorre essere responsabilmente consapevoli dell’azione che possono giocare sulla salute generale, direzionando la loro introduzione nella dieta.

I macronutrienti, cui appartengono carboidrati, proteine e grassi, forniscono energia all’organismo, sono indispensabili per il mantenimento di una buona funzionalità e struttura, ma possono avere un impatto significativo sul rischio di CVD, in positivo e in negativo. Ad esempio carboidrati raffinati e zuccheri costituiscono un elemento di esposizione a questa serie di patologie, a fronte invece di carboidrati complessi, derivanti da cereali integrali e verdure, che possono svolgere una azione cardioprotettiva. Lo stesso può essere riferito alle proteine: buone per il cuore sono quelle fornite da legumi, frutta secca, semi, pesce e frutti di mare e da alcuni alimenti (pochi) animali, come uova e pollame mentre alimentano sensibilmente il rischio di CVD, la carne rossa il cui consumo deve essere limitato a quantità molto ridotte, e le carni lavorate.

Circa i grassi, pur ricordando che sono essenziali per la salute delle membrane cellulari, che vengono immagazzinati nell’organismo come riserve di energia e che sono necessari al trasporto e all’assorbimento delle vitamine liposolubili A, E, D e K, vanno accuratamente selezionati. Sono da evitare grassi saturi e acidi grassi trans da sostituire invece con grassi monoinsaturi e polinsaturi, considerati grassi sani.

Micronutrienti ad azione cardioprotettiva

Evidenze e studi di letteratura hanno dimostrato effetti positivi sulle CVD da acidi grassi ω-3 (acido eicosapentaenoico e acido docosaesaenoico), associati alle loro proprietà antinfiammatorie, all’azione stabilizzatrice delle placche e potenzialmente inibente dei trigliceridi. Positivi anche gli effetti di acido folico e altre vitamine del gruppo B che aiutano a scomporre l’amminoacido omocisteina, causa possibile di danni alle pareti arteriose, e dei folati cui si associa anche un miglioramento della salute dei vasi sanguigni.

Fondamentale il Coenzima Q10, potente antiossidante, funzionale al contrasto degli effetti e dei danni cellulari indotti dai radicali liberi e dallo stress ossidativo; contribuisce inoltre al potenziamento della funzione mitocondriale e delle prestazioni cardiache, sensibilmente migliorate. Si aggiungono poi il magnesio che aiutando a rilassare i vasi sanguigni, riduce la pressione sanguigna, allontanando il rischio di ipertensione, favorendo quindi il benessere e la prevenzione cardiovascolare, ed il ferro. In funzione di quest’ultimo va prestata attenzione all’assunzione in eccesso o in difetto: se l’introito è in quantità superiori al fabbisogno, il ferro può infatti stimolare la formazione di specie reattive dell’ossigeno, potenziale causa di danno a cellule e tessuti del cuore e a vasi sanguigni, fino a poter promuovere e aggravare l’aterosclerosi.

All’opposto, se carente, impattando sulla riduzione della quantità di ossigeno che il sangue può trasportare, induce affaticamento esponendo il muscolo cardiaco a un rischio maggiore di eventi cardiaci ischemici e a mortalità cardiovascolare, così come è causa di prognosi sfavorevole in caso di insufficienza cardiaca. Infine si raccomanda l’introito moderato di sodio: quantità in eccesso possono infatti favorire ritenzione idrica e ipertensione.

In conclusione

Micro e macronutrienti sono una strategia efficace contro le CVD, i cui maggiori benefici si associano a una dieta varia ed equilibrata, privilegiando alimenti integrali, ricchi di fibra, antiossidanti e altri composti che favoriscono l’assorbimento soprattutto di vitamine e minerali essenziali.

Di contro vanno imitati grassi nocivi e sodio. Ciò a conferma che l’alimentazione contribuisce sensibilmente alla protezione e/o allo sviluppo di malattie cardiovascolari. La dieta deve essere intesa a supporto di scelte di vita salutari nel loro complesso, associata quindi alla pratica regolare di attività fisica, mantenimento di un peso sano, abolizione di fattori di rischio, ovvero l’astensione dal fumo, la limitazione del consumo di alcol e la gestione dello stress e della pressione sanguigna.

Fonte

Kenny K. Monitoring nutrition is crucial in cardiovascular disease management. PharmacyTimes, 2025, Vol. 91, Issue 6.