La stimolazione epidurale del midollo spinale (SCS) potrebbe rappresentare una possibile opzione di cura nel trattamento dell’atrofia muscolare spinale (SMA), secondo uno studio dell’Università di Pittsburgh e della Columbia University, Stati Uniti, pubblicato sulla Nature Medicine.
Gli esiti
Lo studio parte dai risultati di alcuni lavori preclinici secondo cui i motoneuroni nella SMA, malattia neurodegenerativa ereditaria che causa disfunzione dei motoneuroni, debolezza muscolare, affaticamento e mortalità precoce, mostrano bassi tassi di attivazione a causa di una perdita di input eccitatorio dagli afferenti sensoriali primari.
L’SCS secondo i dati di questa piccola sperimentazione avrebbe migliorato la funzione dei motoneuroni, aumentando la forza, resistenza e qualità dell’andatura.
I numeri vanno considerati solo una potenziale indicazione, essendo troppo limitati per parlare di una chiara evidenza clinica, infatti sono stati coinvolti nella ricerca tre adulti con SMA di tipo 3 che per 29 giorni sono state sottoposte a stimolazione del midollo spinale tramite due elettrodi impiantati nella regione lombosacrale, in cui gli impulsi sono stati diretti agli assoni sensoriali delle gambe. Le sessioni, della durata di quattro ore, sono state condotte cinque volte a settimana, fino all’espianto del dispositivo di stimolazione.
La SMA
È una malattia neurodegenerativa genetica che si manifesta con la morte progressiva e il declino funzionale dei motoneuroni, portando a debolezza muscolare, deficit motori e difficoltà di cammino.
Le attuali terapie non sembrano in grado di invertire la progressione della malattia, mentre la stimolazione elettrica epidurale mirata potrebbe – stando a questi dati – aiutare a salvaguardare la funzione delle cellule nervose amplificando gli input sensoriali ai neuroni motori e coinvolgendo i circuiti neurali degenerati.
Per una reazione a catena, i cambiamenti cellulari potrebbero a loro volta indurre miglioramenti funzionali nella capacità di movimento. I primi dati sembrano suggerire questa indicazione: dopo le 4 settimane di intervento tutti i partecipanti avrebbero fatto osservare miglioramenti nella forza (fino a +180%), nella qualità dell’andatura (lunghezza media del passo: +40%) e nella resistenza (variazione media nel test del cammino di 6 minuti: +26 m), parallelamente a tassi di attivazione dei motoneuroni aumentati.
Questi cambiamenti si sarebbero mantenuti nel tempo anche dopo la sospensione della SCS. Ulteriore dato positivo, la stimolazione non avrebbe indotta la comparsa di eventi avversi correlati.
In conclusione
Le prime evidenze emerse dallo studio sembrerebbero indicare la neurostimolazione come una possibile opzione nel trattamento di altre malattie neurodegenerative, oltre alla SMA, quali la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) o la malattia di Huntington, purché vengano identificati target cellulari appropriati.
In attesa dei risultati anche su queste patologie, i ricercatori intendono continuare a indagare gli esiti sulla SMA per testare l’efficacia e la sicurezza a lungo termine della stimolazione epidurale del midollo spinale.
Fonte
Part-Ortega G, Ensel S, Donadio S et al. First-in-human study of epidural spinal cord stimulation in individuals with spinal muscular atrophy: Nature Medicine, 2025. Link: https://www.nature.com/articles/s41591-024-03484-8