Vaccini e vaccinazioni

Doctor giving a child an intramuscular injection in arm, shallow DOF

Forse mai come in questo periodo è accesa la discussione sui vaccini, con il ministro della Salute Beatrice Lorenzin che preme per il via libera in tempi brevi al decreto legge sull’obbligo vaccinale per l’iscrizione a scuola, e con lo scontro che nelle ultime ore si è spostato sull’età dell’obbligatorietà, che per la Lorenzin deve essere estesa da 0 a 10 anni e che per il ministro Fedeli dovrebbe essere limitata ai bambini che frequentano nidi e materne (0-6 anni).

Secondo Cassese, “La salute dell’individuo, assicurata dalla vaccinazione pediatrica, è interesse della collettività”

In questo dibattito si è inserito, per fare il punto sulla situazione, l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), tirato in causa dall’editoriale del 17 maggio del “Corriere della Sera” a firma del giudice emerito della corte Costituzionale Sabino Cassese.

Cassese sostiene che il diritto alla salute e quello all’istruzione hanno una diversa portata, con il primo che, riguardando la vita stessa della persona, prevale sul secondo. Inoltre, continua il giudice emerito, recitando la Costituzione che “la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”: “La salute dell’individuo, assicurata dalla vaccinazione pediatrica, è interesse della collettività” e “… Se il Consiglio superiore di Sanità e l’Istituto superiore di Sanità segnalano una diffusione straordinaria di casi di malattie infettive, non seguirne le indicazioni è suicida…“.

Le precisazioni dell’Istituto Superiore di Sanità

L’ISS, in relazione a tali considerazioni e alla vigilia della discussione sulla proposta di legge per reintrodurre l’obbligo della presentazione del certificato vaccinale per l’iscrizione agli istituti scolastici, ha ritenuto doveroso intervenire con alcune indicazioni sulla base di evidenze scientifiche.

Queste le principali considerazioni a sostegno della legge sull’introduzione, nel nostro Paese, dell’obbligo della vaccinazione, considerata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità il principale strumento di Sanità pubblica.

Vaccini salvavita, ma vaccinazioni in calo

“Secondo recenti studi eseguiti dall’ISS, e tuttora in corso di elaborazione, si stima che, nel nostro Paese, grazie ai vaccini sono stati prevenuti circa 50.000 decessi attribuibili solo a tetano e poliomielite e oltre 3 milioni di casi di malattie prevenibili da vaccini.

Purtroppo, a partire dal 2014, le coperture vaccinali contro queste quattro malattie infettive sono scese pericolosamente al di sotto del 95%, considerata la soglia ottimale per tenerle sotto controllo, nelle fasce d’età a cui la vaccinazione è offerta”.

Il caso del morbillo

“Altri vaccini, da tempo raccomandati, come quello contro il morbillo, pur riducendo di almeno 20 volte l’incidenza di malattia, non sono ancora utilizzati appieno – continua il documento dell’ISS. – Infatti, sebbene l’OMS avesse previsto e chiesto l’eliminazione del morbillo nei Paesi europei per il 2015, ancora assistiamo a ondate epidemiche come quella che si è drammaticamente verificata quest’anno in Italia.

Difatti, abbiamo avuto già oltre 2300 casi di morbillo e la situazione è tutt’altro che sotto controllo dal momento che le coperture vaccinali sono scese nel corso degli ultimi due anni in media, nel nostro Paese, dal 90% all’85%. Il morbillo, in particolare, è una malattia molto contagiosa, per cui non si ottiene il beneficio dell’effetto gregge al di sotto di soglie vaccinali molto alte, pari al 95%. Inoltre, il morbillo non è affatto una malattia banale, dal momento che in circa un caso su 30 può causare polmonite, e in 1 su 1000/2000 encefalite. In Romania, dove si sono recentemente manifestati più di 4.000 casi, si sono già registrati diversi decessi”.

Il Ministero della Salute, alla luce dell’evidente incremento dei casi di morbillo nei primi 3 mesi del 2017, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, e alla presenza di focolai e di casi dovuti a trasmissione nosocomiale, ha emesso la Circolare 4 aprile 2017 – Situazione epidemiologica del morbillo – Indicazioni operative per la gestione dell’epidemia in atto e, per monitorare e descrivere in modo tempestivo l’epidemia di morbillo, Ministero e l’ISS hanno avviato la produzione di un’infografica settimanale che fornisce una panoramica sulla distribuzione dei casi segnalati al Sistema di Sorveglianza Integrata Morbillo e Rosolia, per Regione, per fascia di età e stato vaccinale.

“La gravità della situazione italiana – prosegue l’ISS – è già stata oggetto di un richiamo ufficiale dall’OMS due anni fa e ora genera nelle Autorità Sanitare internazionali un allarme ancora maggiore alla luce del fatto che degli oltre 2300 casi, ben il 40% ha avuto complicanze che hanno reso necessaria l’ospedalizzazione e, in alcuni casi, solo il tempestivo ricovero in terapia intensiva pediatrica ha impedito l’esito nefasto per i bambini ricoverati.

Dai dati dell’Istituto Superiore di Sanità risultano, infatti, in questo momento suscettibili all’infezione da morbillo, perché non vaccinati, migliaia di bambini, adolescenti e giovani adulti”.

Il problema della mancata adesione alla vaccinazione degli operatori sanitari

“Altro gravissimo problema è la mancata adesione alla vaccinazione, anche questa obbligatoria nella stragrande maggioranza dei Paesi del mondo, degli operatori sanitari. L’ISS stima che solo una minima percentuale delle centinaia di migliaia di operatori sanitari italiani sia vaccinata e ciò comporta ulteriori problemi per gli stessi operatori sanitari (dei 2300 casi di morbillo registrati quasi 200 sono tra medici e infermieri) con grave pregiudizio anche per la salute dei cittadini.

L’allarme per la situazione italiana lanciato da tempo dall’Istituto è stato, inoltre, condiviso anche a livello internazionale: le Autorità Sanitarie degli USA, Paese in cui 48 Stati hanno l’obbligatorietà del certificato vaccinale per l’accesso alle scuole e ai college universitari, e che in questo modo hanno eradicato la malattia endemica, hanno richiamato i cittadini statunitensi a limitare i viaggi in Italia o, se questo non è possibile, di assicurarsi di essere vaccinati contro il morbillo.

In assenza di misure chiare ed efficaci altri Paesi potrebbero seguire questo esempio con gravi danni per l’Italia”.

Le evidenze scientifiche

Ecco le indiscutibili evidenze scientifiche presentate dall’ISS:

  • grazie ai vaccini è stato eradicato un vero e proprio flagello dell’umanità come il vaiolo, e un’altra grave causa di morte e invalidità, la poliomielite, è ormai confinata a soli tre Paesi nel mondo;
  • in Italia, abbiamo eliminato da anni gravi malattie infettive, mentre altre, come la meningite o il tetano, mietono ancora vittime nella popolazione non vaccinata; patologie croniche che entrano in causa nella genesi di tumori, come l’epatite B, sono state pressoché eliminate nelle fasce d’età giovanili, quelle cioè che sono state sottoposte a programmi di immunizzazione universale. Insomma, i quattro vaccini obbligatori, quelli contro poliomielite, tetano, difterite ed epatite B, hanno ridotto enormemente il carico di malattia e mortalità nel nostro Paese;
  • mantenere soglie elevate di copertura vaccinale è importante, innanzitutto, per proteggere coloro a cui viene somministrato il vaccino e, indirettamente, attraverso il cosiddetto effetto gregge, coloro che, a causa di problemi specifici come immunodepressione, età o patologie specifiche, non possono essere vaccinati o non rispondono alle vaccinazioni. In particolare, la presenza di bambini non vaccinati in ambito scolastico rappresenta un rischio per sé stessi e per i bambini più fragili, che possono essere esposti a malattie infettive particolarmente contagiose che possono mettere a rischio la loro salute anche con effetti potenzialmente gravissimi e persino letali;
  • alla luce delle precedenti considerazioni e del contesto specifico definito dall’andamento della copertura vaccinale in Italia, si sottolinea perciò il valore etico dell’atto vaccinale che oltre a rappresentare un diritto per la protezione della propria salute rappresenta anche un dovere di protezione nei confronti della popolazione più fragile ed è per questo che ogni misura che non preveda un rapido ritorno all’obbligo vaccinale, ad esempio sanzioni pecuniarie per i genitori che non intendono vaccinare i propri figli, non appare risolutiva per affrontare in modo efficace l’attuale drammatica situazione.

Il rapporto dell’Accademia Nazionale dei Lincei

Parimenti favorevole all’obbligatorietà delle vaccinazioni per l’accesso alla scuola “a salvaguardia del diritto all’istruzione e alla vita di relazione anche dei bimbi più fragili” anche l’Accademia dei Lincei, che esprime la propria posizione nel Rapporto “I Vaccini”, approvato all’unanimità.

Guido Forni, Alberto Mantovani, Lorenzo Moretta e Giovanni Rezza gli esperti firmatari del documento che – come spiega una nota dell’Accademia – “ribadisce l’importanza di questo fondamentale strumento di prevenzione per la salute dell’individuo e della comunità. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, i vaccini salvano 2,5 milioni di vite all’anno: 5 vite ogni minuto. Eppure i vaccini sono stati e continuano ad essere oggetto di notizie false: tra i falsi miti che più fanno paura alle persone, tenendole lontane dalle vaccinazioni, l’associazione tra vaccini e autismo”.

L’Accademia dei Lincei sottolinea anche “come il nostro Paese abbia dato un contributo straordinario dal punto di vista della ricerca scientifica nel settore dell’immunologia e dei vaccini, della produzione industriale e della implementazione di politiche vaccinali efficaci su scala nazionale e globale”. Proprio per questo il documento dell’Accademia “si rivolge anche ai problemi di salute dei Paesi più poveri, documentando come, nonostante i progressi fatti e l’impegno del nostro Paese, ancora muoiano nel mondo 1,5 milioni di bambini perché non hanno accesso ai vaccini più elementari”.

Leggi il riassunto degli argomenti trattati nel Rapporto “I vaccini”

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