Non più 10.000 passi. Secondo un recente studio inglese, pubblicato sul British Journal of Sports Medicine, anche una modesta attività fisica, pochi giorni di movimento scarso 1 o 2 giorni a settimana, misurato in 4.000 passi, sarebbero sufficienti a ridurre la mortalità per tutte le cause e per malattie cardiache nelle donne anziane.

Le evidenze

La transizione verso stili di vita industrializzati, caratterizzati da occupazioni sedentarie, trasporti meccanizzati e comodità tecnologiche, ha portato a un profondo declino dell’attività fisica quotidiana, con un calo del numero di passi da circa 15.000-20.000 a circa 5.000 soprattutto negli anziani.

In considerazione del fatto che la mancanza/scarsa attività fisica in questa fascia di popolazione, in crescente aumento, può contribuire al declino fisiologico e all’aumento della vulnerabilità alle malattie, la ricerca si è “attivata” a valutare quanto e in quale misura potesse impattare un movimento, più o meno importante, sulla salute, specifica e in generale. Robuste evidenze dimostrano che l’attività fisica regolare favorisce il miglior benessere e aumenta la longevità.

In particolare numerosi studi di letteratura documentano una positiva associazione tra il conteggio giornaliero dei passi e il rischio di malattie cardiovascolari e mortalità, pertanto in relazione alla crescente disponibilità e utilità di dispositivi indossabili sarebbe essenziale che le metriche dei passi fossero integrate nelle future linee guida sull’attività fisica. Ad esempio recenti dati meta-analitici pubblicati su The Lancet Public Health suggeriscono che i miglioramenti misurabili della salute iniziano intorno ai 7.000 passi al giorno, rafforzando il messaggio dello studio attuale secondo cui una protezione significativa si verifica ben al di sotto del popolare ma scientificamente infondato obiettivo dei 10.000 passi, ridefinendo il concetto e la misura di “sufficiente movimento” per la salute quotidiana.

Con questa finalità, anche in funzione della longevità superiore, l’attuale studio ha incluso un totale di 13.547 donne di età pari o superiore a 45 anni, principalmente statunitensi, anziane, di razza bianca, con uno status socioeconomico più elevato, il che, come sottolineano gli autori, potrebbe limitare la generalizzabilità dei risultati, a cui non era stata diagnosticata una malattia cardiovascolare o un cancro. Alle partecipanti è stato chiesto di indossare un dispositivo contapassi per 7 giorni consecutivi, poi successivamente seguite per circa 11 anni per valutare la mortalità e l’incidenza di malattie cardiovascolari. Lo studio ha esaminato l’impatto delle soglie a quattro livelli, definite in 4000, 5000, 6000 e 7000 passi al giorno. Per l’analisi del rischio, le partecipanti sono state classificate in base alla frequenza giornaliera di raggiungimento delle soglie: 0 giorni, da 1 a 2 giorni o 3 giorni o più.

I risultati

Lo studio ha riportato che il 13% delle partecipanti è deceduto e il 5,8% ha sviluppato malattie cardiovascolari durante il periodo di follow-up di circa 11 anni. L’analisi del rischio ha rivelato che le donne che raggiungevano una soglia giornaliera di 4000 o più passi per 1 o 2 giorni a settimana presentavano un rischio di morte inferiore del 26% e un rischio di malattie cardiovascolari inferiore del 27% rispetto a quelle che non raggiungevano mai la soglia specificata durante la settimana.

Analogamente, le donne che raggiungevano una soglia giornaliera di 4000 o più passi per 3 o più giorni a settimana presentavano rispettivamente un rischio di morte e malattie cardiovascolari inferiore del 40% e del 27%. Nel complesso, lo studio ha osservato un’associazione inversa tra il numero di passi giornalieri e il rischio di mortalità tra le donne anziane.

Inoltre, l’analisi ha mostrato una ulteriore riduzione del rischio di mortalità con soglie di passi più elevate (5000, 6000 o 7000 passi al giorno), con associazione ampiamente attenuate dopo l’aggiustamento per il numero medio di passi giornalieri, indicando che il volume totale di passi, piuttosto che la frequenza con cui si raggiungono le soglie di passi giornaliere, è un fattore determinate per la riduzione del rischio. Sebbene la presente analisi abbia dimostrato che proprio al volume dei passi si lega il principale beneficio, una ricerca complementare su adulti ipertesi pubblicata sull’European Journal of Preventive Cardiology avrebbe rilevato che camminare più velocemente e più a lungo riduce ulteriormente il rischio cardiovascolare, suggerendo che (anche) il ritmo potrebbe ancora svolgere un ruolo di supporto nelle popolazioni ad alto rischio.

Le evidenze

Lo studio sembra dunque dimostrare che un livello molto modesto di attività fisica quotidiana può essere associato a rischi sostanzialmente inferiori di morte e malattie cardiovascolari nelle donne anziane e che il numero di passi giornalieri, piuttosto che le modalità quotidiane per raggiungere una particolare soglia di passi, si possa associare a migliori risultati per la salute, raggiungibili adottando qualsiasi schema di passi preferito dalla donna, ad esempio un modello di passi giornalieri più variabile o irregolare (“modello a grappolo”) rispetto a un modello più costante (“lento e costante”).

Infine circa il modello di esercizio fisico del “guerriero del fine settimana”, un esercizio fisico praticato solo 1 o 2 giorni a settimana, preferibilmente nei fine settimana, sembrano dimostrare una riduzione del rischio di malattie croniche e mortalità. A fronte dell’attuale studio che ha identificato la soglia dei 4000 come minimamente utile per ridurre il rischio di malattie e mortalità (al di sotto si osserverebbe una maggiore fragilità, che a sua volta porta a un’ulteriore riduzione dell’attività fisica) che si stabilizza tra i 7000 e i 7500 passi al giorno, una ricerca parallela dell’Università di Chicago dimostra che anche un modesto aumento della cadenza di camminata, circa 14 passi al minuto in più rispetto al ritmo abituale, potrebbe migliorare significativamente la funzionalità fisica e aiutare gli anziani a mantenere l’indipendenza, sottolineando ulteriormente i benefici del movimento, che vanno oltre la sola longevità.

In aggiunta a benefici cardiovascolari e di sopravvivenza, un numero maggiore di passi giornalieri sarebbe stato correlato anche a un miglioramento della salute mentale; una recente meta-analisi pubblicata su JAMA Network Open sembra fare osservare che ogni 1.000 passi in più al giorno diminuisca il rischio di depressione di circa il 9%, evidenziando come camminare sia uno strumento accessibile e scalabile per il benessere psicologico. Evidenze complementari provenienti da studi su larga scala basati su esperimenti naturali pubblicati su Nature dimostrerebbero che trasferirsi in città più percorribili a piedi aumenta il numero di passi giornalieri di circa 1.100 passi, mantenendoli per mesi, a dimostrazione di come la progettazione urbana stessa possa migliorare l’attività fisica e amplificare i benefici a livello individuale.

In conclusione

Trattandosi di uno studio osservazionale, i risultati mostrano un’associazione piuttosto che una causalità. Nel complesso, i risultati evidenziano l’importanza di integrare le metriche dei passi nelle future linee guida sull’attività fisica, nella pratica clinica e di sanità pubblica specificamente dedicate alla salute e al benessere della popolazione femminile anziana.

Fonte

Hamaya R, Evenson KR, Lieberman D et al. (2025). Association between frequency of meeting daily step thresholds and all-cause mortality and cardiovascular disease in older women. British Journal of Sports Medicine, 2025. https://bjsm.bmj.com/content/early/2025/10/13/bjsports-2025-110311

Ding D, Nguyen B, Nau T et al. Daily steps and health outcomes in adults: a systematic review and dose-response meta-analysis. The Lancet Public Health, Open Access, 2025 Vol. 10, Issue 8, e668-e681. https://www.thelancet.com/journals/lanpub/article/PIIS2468-2667(25)00164-1/fulltext

Cheng SWM, Biswas RK, Koemel NA et al. Prospective associations of daily step count and stepping intensity with overall and type-specific major adverse cardiovascular events in people with hypertension. European Journal of Preventive Cardiology, 2025, zwaf441, https://doi.org/10.1093/eurjpc/zwaf441

Bizzozero-Peroni B, Díaz-Goñi V, Jiménez-López E et al. Daily Step Count and Depression in AdultsA Systematic Review and Meta-Analysis. Jama Network Open. https://jamanetwork.com/journals/jamanetworkopen/fullarticle/2828073

Althoff T, Ivanovic B, King AC et al. Countrywide natural experiment links built environment to physical activity. Nature, 2025, 645, pages 407–413. https://www.nature.com/articles/s41586-025-09321-3

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