La ricerca scientifica in omeopatia ha mostrato progressi significativi nel corso degli ultimi decenni, con una sostanziale e coerente base di evidenze valida per diversi sottocampi, sia nella ricerca clinica che nella ricerca sperimentale. La ricerca clinica, nello specifico, si è sviluppata in maniera sostanziale, con un significativo incremento del numero di studi randomizzati e controllati, di elevata qualità, e delle collaborazioni internazionali, che hanno permesso il rafforzamento delle evidenze scientifiche. Per mettere in luce questi progressi, l’Homeopathy Research Institute (HRI) ha pubblicato un documento che, attraverso una selezione esaustiva degli studi clinici, offre una prospettiva fondata sulle evidenze. L’Homeopathy Research Institute è stato fondato a Londra nel 2007 dal fisico e ricercatore, dottor Alexander Tournier. Si tratta di un ente indipendente impegnato nella promozione della ricerca scientifica di alta qualità in omeopatia a livello internazionale. L’Istituto si dedica principalmente alla revisione degli studi più rilevanti condotti dagli scienziati in tutto il mondo, selezionando e promuovendo quelli che rispettano approcci metodologici di alta qualità e che impiegano le più avanzate tecniche di laboratorio. 

La ricerca clinica in omeopatia 

Cos’è la ricerca clinica in omeopatia? Si tratta di un approccio che valuta l’efficacia e la sicurezza dell’omeopatia sull’uomo, in condizioni controllate o in situazioni reali, attraverso metodologie rigorose. Le evidenze cliniche si basano oggi su tre pilastri: le revisioni sistematiche e meta-analisi; gli studi randomizzati e controllati e gli studi osservazionali. Attualmente la ricerca clinica ha prodotto 286 studi randomizzati, 166 dei quali in doppio cieco che valutano i medicinali omeopatici per diverse condizioni mediche e forniscono approfondimenti dettagliati riguardo la loro efficacia. Inoltre, studi osservazionali su larga scala condotti in tutta Europa riportano dati riguardo l’impatto dell’omeopatia in situazioni reali, dimostrando significative riduzioni nell’utilizzo di farmaci mantenendo comunque una cura ottimale del paziente e riducendo i costi del sistema sanitario, con un’incidenza trascurabile di eventi avversi. Questi progressi scientifici coincidono con il crescente interesse pubblico verso le terapie complementari, lo dimostra per esempio il fatto che il 25,9% degli europei utilizzi attualmente Medicine Complementari e Alternative (CAM) ed è un elemento sottolineato anche durante il WHO’s Global Summit on Traditional Medicine nel 2023.

Revisioni sistematiche e meta-analisi

Il primo di quelli che abbiamo definito i pilastri della ricerca clinica in omeopatia, ovvero le revisioni sistematiche e meta-analisi, svolge un ruolo centrale nel sintetizzare i risultati di molteplici studi individuali, permettendo di giungere a conclusioni più solide riguardo all’efficacia del trattamento. Già nel 1991 Kleijnen J. e il suo team hanno condotto una meta-analisi rivoluzionaria, che ha riportato risultati positivi che non potevano essere interamente spiegati dall’effetto placebo. Da allora, la valutazione dell’efficacia clinica dell’omeopatia si è evoluta significativamente, grazie alle meta-analisi condotte negli ultimi anni. Possiamo citare le meta analisi condotte su 22 studi da Mathie e colleghi tra il 2014 ed il 2019, che hanno mostrato come sia 1,5-2 volte più probabile che l’omeopatia personalizzata abbia benefici rispetto al placebo. Al contrario un’analisi del 2017 condotta su 54 studi su trattamenti non personalizzati ha indicato effetti positivi moderati. Una revisione sistematica dal titolo “Efficacia del trattamento omeopatico: revisione sistematica di metanalisi di studi randomizzati controllati vs placebo sull’omeopatia per varie indicazioni”. pubblicata nel 2023, ha individuato e selezionato secondo rigidi criteri di inclusione, 6 diverse metanalisi di studi randomizzati e controllati versus placebo: ha mostrato un effetto positivo significativo dell’omeopatia rispetto al placebo in 5 delle 6 metanalisi analizzate. Inoltre, prendendo in considerazione un campione ridotto di studi di qualità metodologica superiore, tutti riconducibili a 4 delle 6 metanalisi, l’effetto positivo è rimasto significativo in 3 delle 4 metanalisi. Secondo il lavoro dei ricercatori, l’omeopatia dimostra quindi effetti positivi oltre il placebo. 

Studi controllati randomizzati

Gli studi controllati randomizzati (RCT) rappresentano il gold standard per valutare direttamente l’efficacia di un trattamento in condizioni controllate. Tramite una rigorosa metodologia, che include la randomizzazione, il doppio cieco e il confronto o con il placebo o con il trattamento standard, stabiliscono una relazione causale tra il trattamento e i risultati clinici, ma non necessariamente riflettono l’efficacia nel mondo reale. Gli studi controllati randomizzati forniscono approfondimenti dettagliati riguardo l’efficacia dell’omeopatia per specifiche condizioni. Questo ambito di ricerca è cresciuto significativamente negli anni e ha visto la pubblicazione di 329 studi clinici su riviste peer-reviewed, con 286 studi ora documentati, tra cui 166 studi in doppio cieco che valutano l’opportunità dei medicinali omeopatici per 152 condizioni mediche. Un esempio rilavante di studi di alta qualità a livello clinico è quello condotto da Margaret Taylor e il suo team nel 2000 sulle riniti allergiche perenni, che utilizza un modello rigoroso, multicentrico, in doppio cieco e contro placebo. Questo studio ha evidenziato miglioramenti significativi nel flusso d’aria nasale. Allo stesso modo, lo studio condotto da Michal Yakir e dal suo team nel 2019 sulla sindrome premestruale ha mostrato un miglioramento significativo nei punteggi che valutano i sintomi associati a questa patologia. La struttura generale dello studio, il calcolo della potenza e l’analisi della intention-to-treat sottolineano la sua forza metodologica. 

Studi osservazionali

Il terzo pilastro della ricerca clinica in omeopatia sono gli studi osservazionali, che contribuisco alla valutazione essenziale dell’efficacia dell’omeopatia in situazioni reali. Permettono, inoltre, l’osservazione di effetti a lungo termine, dell’analisi costo-efficacia, della sicurezza del trattamento e dell’impatto sulla qualità di vita del paziente. Integrando gli studi randomizzati controllati, gli studi osservazionali forniscono approfondimenti preziosi circa l’efficacia di un trattamento in real-life. Nel caso dell’omeopatia, questi studi hanno anche il vantaggio di permettere la personalizzazione del trattamento, cosa che non accade invece nell’ambito degli RCT. Come risultato, gli studi osservazionali riflettono la pratica clinica effettiva, misurando l’impatto sulla qualità di vita e fotografando i risultati riportati dal paziente, in linea con il riconoscimento sempre maggiore da parte dei sistemi sanitari moderni dell’importanza dei dati riguardanti situazioni reali.  Diversi studi europei su larga scala dimostrano l’effettivo valore di questo approccio per la valutazione del trattamento omeopatico. Un esempio nell’ambito degli studi osservazionali è dato da EPI3,  lo studio francese condotto su 8.559 pazienti che ha mostrato come coloro che si sono affidati a medici di base esperti in omeopatia o medici con pratica mista (omeopatia e medicina convenzionale) abbiano usato meno antibiotici e antipiretici/antinfiammatori, rispetto a coloro che si sono rivolti a medici che prescrivono esclusivamente farmaci convenzionali: 57% in meno di antibiotici per infezioni respiratorie; 71% in meno di medicinali psicotropici per ansia e depressione; 46% in meno di antinfiammatori per condizioni muscoloscheletriche, mantenendo risultati clinici equivalenti. 

L’integrazione nei sistemi sanitari

L’alta qualità, l’ampia scala e la differenza geografica di questo insieme di studi fornisce chiare evidenze del ruolo potenziale dell’omeopatia nei sistemi sanitari moderni, in particolare nell’ottimizzazione dell’uso delle risorse e negli approcci di cure personalizzati. Inoltre, in questi esempi, le limitazioni metodologiche inevitabili degli studi osservazionali, come la mancanza di randomizzazione, il reclutamento di pazienti che scelgono consapevolmente l’omeopatia e i bias derivanti dalle valutazioni soggettive dei risultati, sono affrontate attraverso l’uso di protocolli solidi, di criteri di valutazione convalidati e di sofisticate analisi statistiche. Tutto questo garantisce dati preziosi sull’efficacia dell’omeopatia in situazioni reali. In conclusione, quando la base di evidenze sull’omeopatia è considerata nella sua interezza, una chiara direzione positiva è apparente. Considerando, infatti, l’insieme dei risultati della ricerca fondamentale e della ricerca clinica, i dati indicano che l’omeopatia potrebbe avere il potenziale per giocare un ruolo prezioso nelle sfide sanitarie future, aiutando a soddisfare le crescenti esigenze di una cura efficace, che mette il paziente al centro.

Omeopatia integrata: l’esempio in Toscana

Uno studio, condotto in Toscana dal dottor Elio Rossi, direttore scientifico di Medicina Integrata, su 5.877 pazienti, ha esaminato un caso di successo dell’omeopatia integrata nel sistema sanitario pubblico: si è focalizzato inizialmente su pazienti di clinica generale trattati con medicinali omeopatici, evidenziando come l’88,8% abbia riscontrato un miglioramento dei sintomi, con il 68,1% che ha riportato miglioramenti notevoli o addirittura la completa risoluzione dei sintomi. All’interno di questo ampio campione, è stato poi effettuato un focus specifico sui pazienti oncologici che hanno utilizzato medicinali omeopatici, evidenziando miglioramenti significativi nei sintomi associati alle terapie oncologiche, fra cui vampate di calore, ansia e fatigue.

Fonti

Kemppainen, L et al. Use of complementary and alternative medicine in Europe: Health-related and sociodemographic determinants. Scandinavian Journal of Public Health, 2017; 46, 448.

WHO Traditional Medicine Global Summit 2023 meeting report: Gujarat Declaration. Journal of Ayurveda and Integrative Medicine, 2023; 14, 100821.

Kleijnen, J et al. Clinical trials of homoeopathy. BMJ 302, 316–323 (1991).

Mathie, RT et al. Randomised placebo-controlled trials of individualised homeopathic treatment: systematic review and meta-analysis. Syst Rev, 2014; 3, 142.

Mathie, RT et al. Randomised, double-blind, placebo-controlled trials of non-individualised homeopathic treatment: systematic review and meta-analysis. Syst Rev, 2017; 6(1):63.Mathie, RT et al. Systematic Review and Meta-Analysis of Randomised, Other-than-Placebo Controlled, Trials of Individualised Homeopathic Treatment. Homeopathy, 2018; 107, 229–243