È tutto pronto per il 2° Congresso Mondiale di Medicina e Salute Integrata che si terrà a Roma (Angelicum Centro Congressi, Largo Angelicum 1) dal 20 al 23 settembre 2023. Sarà un’occasione importante per presentare le migliori attività di ricerca condotte globalmente in campo sperimentale e clinico nell’ambito della medicina tradizionale, complementare e integrata

Tali ricerche hanno l’obiettivo di approfondire la conoscenza teorica e di espandere e diversificare l’applicazione concreta di tali discipline, a beneficio della salute e benessere dei pazienti

Per questo motivo, ampio spazio sarà riservato alla presentazione delle numerose esperienze di integrazione della medicina complementare all’interno dei sistemi sanitari in tutto il mondo.

Come nasce

Era il maggio del 2017 e a Berlino si teneva il primo Congresso Mondiale sulla Medicina integrata. Già prima della pandemia Covid-19 l’Italia aveva proposto la propria candidatura per ospitare la seconda edizione, a quattro anni di distanza, che avrebbe dovuto avere luogo in Toscana, punta di diamante a livello italiano per la medicina integrata. L’avvento di Covid-19, con la conseguente situazione di prolungata emergenza sanitaria, ha scompaginato le carte e modificato le tempistiche. 

La Fondazione ARTOI (Associazione per la ricerca di terapie oncologiche integrate) ha, quindi, proposto la propria candidatura, che ha dato esito positivo.

Il secondo Congresso Mondiale vede pertanto il coinvolgimento nell’organizzazione di ARTOI al fianco delle due società più importanti a livello globale nell’ambito della medicina integrata, la International society for traditional, complementary and integrative medicine research (Iscrm) e la European society of integrative medicine (Ecim).

I quattro giorni di congresso racchiuderanno al loro interno sia il 18° Congresso Iscrm, sia il 16° Congresso della Società europea di medicina integrata, sia l’XI Congresso ARTOI. Abbiamo intervistato a tal proposito Massimo Bonucci, medico specialista in oncologia, fondatore e presidente ARTOI, che ci ha svelato qualche anticipazione su questo importante Congresso Mondiale che vede protagonista l’Italia.

L’oncologia integrata, area capofila in Italia 

«Ospitare il Congresso Mondiale in Italia costituisce un traguardo significativo. Questo è stato possibile anche perché l’Italia rappresenta una realtà importante per la medicina integrata nel panorama europeo, con la Toscana che è una delle punte di diamante in questo ambito insieme a un Länder tedesco che, primo in Europa, ha attivato medicina e oncologia integrata all’interno della pratica clinica in un network di 10 ospedali» ha affermato. 

A livello nazionale, l’Italia si presenta ancora a macchia di leopardo, anche se annovera altre realtà considerate esempi di buone pratiche oltre la Toscana, come l’Emilia-Romagna e il Piemonte.

«Nel nostro panorama, l’oncologia integrata rappresenta l’area capofila, anche perché altri ambiti di applicazione non hanno un vero e proprio contraltare a livello di strutture pubbliche, com’è il caso degli ambulatori di oncologia integrata di carattere pubblico, di cui ne sono presenti ben 20 nella sola Regione Toscana. Fa eccezione in questo senso soltanto Pitigliano, che può contare su un centro di medicina integrata in cui la maggioranza dei pazienti sono cronici e non necessariamente neoplastici».

Maggiore consapevolezza sull’importanza dell’integrazione

In linea generale si riscontra, comunque, una sempre maggiore consapevolezza circa l’importanza dell’integrazione e il fatto che l’oncologo integrato debba far parte dell’équipe multidisciplinare nella gestione del paziente. 

«Questo perché è ormai sempre più evidente l’utilità dell’integrazione sia nel ridurre gli effetti collaterali legati alle terapie antineoplastiche sia per il dolore sia, più in generale, per un miglioramento della qualità di vita dei pazienti. 

In Toscana c’è ormai una consapevolezza da parte di molti oncologi che stanno facendo rete. Altrove la situazione è più acerba, anche se il riscontro positivo da parte dei pazienti è crescente e speriamo possa fare da traino» ha spiegato il dottor Bonucci.

Aspettando il congresso 

«Questo congresso farà da apripista per un altro importante appuntamento di respiro internazionale calendarizzato per il 2025, anno in cui la Society for integrative oncology (Sio) statunitense promuoverà un Congresso al di fuori dei propri confini e più precisamente a Roma, proprio con ARTOI» ha annunciato il medico. 

Tornando al Congresso Mondiale, questo vedrà un panel di oltre 350 speaker provenienti da 40 diversi Paesi, per un programma ricchissimo che alternerà, nelle quattro giornate congressuali, sessioni plenarie, sessioni parallele e oltre 20 workshop. 

«Siamo rimasti molto colpiti che alla call for abstract gli esperti abbiano risposto così numerosi, inviandoci 650 abstract, oltre il 50% in più rispetto ai circa 400 abstract ricevuti per la prima edizione del Congresso Mondiale». 

I temi al centro dell’evento spazieranno dall’oncologia integrata alla medicina integrata come ricerca, dall’approccio olistico mente-corpo alla nutrizione e qualità della vita. 

«Ci saranno, inoltre, delle sessioni dedicate che riguarderanno il Long Covid e l’arteterapia. Un altro tema caldo sarà quello della pediatria integrata. A quest’ultimo riguardo, il congresso rappresenterà l’occasione per siglare uno specifico consensus da parte di 16-18 pediatri internazionali, volto a porre le basi di una pediatria integrata di carattere internazionale» ha anticipato il presidente ARTOI. 

Numerose le personalità di alto livello che prenderanno parte all’evento, che beneficia anche del patrocinio del Ministero della Salute, a partire da alcuni esponenti dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). «Ciò rappresenta per noi un ulteriore momento di sdoganamento e di riconoscimento di questa attività».