Esiste una forte relazione fra malattie cardiovascolari e insicurezza alimentare: avere un facile accesso a una alimentazione sana riduce sensibilmente la mortalità, nello specifico per scompenso cardiaco (HF). Le evidenze emergono da uno studio americano (Health of the Food Environment Is Associated With Heart Failure Mortality in the United States”), pubblicato su Circulation: Heart Failure, riferito a un’ampia indagine condotta fra le contee negli Stati Uniti.

Lo studio

All’incirca 3 mila contee americane, il database del National Vital Statistics System che raccoglie informazioni su nascite e decessi nell’area statunitense riferiti nello specifico al 2018 e l’USDA Food Environment Atlas. Sono questi gli elementi di indagini alla base di uno studio americano che ha voluto determinare la possibile influenza, ovvero la potenziale associazione tra qualità e disponibilità alimentare e rischio di mortalità cardiovascolare, per HF in maniera specifica.

L’analisi è stata condotta prendendo in considerazione per ogni contea, due indici espressione dell’”ambiente alimentare”: il food insecurity percentage (FI%), utile a fornire informazioni sull’accesso (in)adeguato e/o (non) costante a cibi sani e il food environment index (FEI), comprensivo di un pool di componenti comprendenti ad esempio la disponibilità di alimenti più o meno nutrizionali, l’insicurezza alimentare, la prossimità di negozi di generi alimentari.

Queste informazioni hanno permesso di giungere, dopo l’analisi di tutte le contee, a un valore medio riferito a FI% e FEI, stabilito rispettivamente in 13% e 7,8, utilizzato per il confronto con i risultati ottenuti e determinare un outcome. È stato pertanto possibile osservare che valori di FI% sopra la mediana nazionale, rispetto a valori inferiori alla stessa, si associavano a tassi più elevati di decesso per HF (30,7 contro 26,7 per 100.000 persone) e che, dopo aggiustamento di valori/fattori di salute e socioeconomici, la riduzione del FI% dell’1% o l’aumento del FEI di un’unità correlavano a minori decessi per HF, dell’1,3% e del 3,6% rispettivamente.

Contee in cui la disuguaglianza di reddito e povertà erano maggiori, corrispondente a percentuali di FI più alta e di FEI più bassa, minore densità di negozi di alimentari quindi con minore accesso a cibi sani, specie fra la popolazione più anziana e minore di partecipazione dei senior al Supplemental Nutrition Assistance Program, registravano un numero (non solo la probabilità) di decessi per HF più elevati, al di sopra della mediana nazionale: un dato, quindi, che ha fatto ipotizzare la stretta relazione fra ambiente alimentare e esposizione al rischio, anche letale, per HF.

Limiti

Benché i dati preliminari suggeriscano l’associazione del suddetto binomio, in coerenza con quanto emerso da studi precedenti, non è possibile giungere a conclusioni definitive. La ricerca presenta infatti alcuni limiti, in primo luogo l’analisi riferita a un solo anno, il 2018, precedente alla pandemia da Covid-19 che potrebbe aver sbaragliato le carte, pertanto saranno necessari ulteriori studi confermativi, nonostante l’assunto di base di presumibile.

Fonte:

  • Gondi KT, Larson J, Sifuentes A, Alexander NB, Konerman MC, Thomas KS, Hummel SL. Health of the Food Environment Is Associated With Heart Failure Mortality in the United States. Circ Heart Fail. 2022 Dec;15(12):e009651.