a cura della Fondazione Valter Longo

Negli ultimi anni, l’interesse per l’alimentazione si è ampliato oltre la dimensione della salute individuale, abbracciando temi globali come la sostenibilità ambientale, la sicurezza alimentare e il futuro del pianeta. Oggi è sempre più evidente che ciò che mettiamo nel piatto ogni giorno ha un impatto non solo sul nostro corpo, ma anche sull’equilibrio degli ecosistemi e sul clima.

In questo contesto, il cibo diventa uno strumento potente: può favorire la longevità in salute e, allo stesso tempo, contribuire alla salvaguardia delle risorse naturali. 

La dieta planetaria

A confermarlo è un’ampia letteratura scientifica che lega lo stile alimentare alla riduzione delle malattie croniche e al contenimento delle emissioni che possono alterare il clima, del consumo idrico e dell’uso del suolo. Nel 2019, la commissione EAT-Lancet, guidata dal professore di Harvard Walter Willett, ha proposto un modello alimentare rivoluzionario: la cosiddetta “dieta planetaria”. Basata su solide evidenze scientifiche, questa dieta ha l’obiettivo di nutrire in modo sano una popolazione mondiale in crescita — stimata a 10 miliardi entro il 2050 — riducendo al contempo l’impatto ambientale della produzione alimentare. La dieta planetaria si fonda su un’elevata assunzione di alimenti di origine vegetale — cereali integrali, verdure, frutta, legumi, frutta secca — e su una forte riduzione del consumo di proteine animali, in particolare carni rosse e lavorate. È una dieta prevalentemente vegetale, ma non esclusivamente vegana: lascia spazio, in piccole quantità e occasionalmente, a pesce, pollame, uova e latticini.

Benefici ambientali

Dal punto di vista ambientale, questa impostazione alimentare consente di abbattere le emissioni di gas serra associate al settore agricolo e zootecnico, di preservare la biodiversità, di limitare la deforestazione e di ridurre lo spreco di risorse idriche. I principi promossi dalla dieta planetaria trovano una profonda coerenza con la Dieta della Longevità, sviluppata dal professor Valter Longo, di cui la nostra Fondazione promuove la divulgazione e l’applicazione in vari contesti educativi e clinici. Questo stile alimentare si basa su evidenze provenienti da studi di laboratorio, modelli animali, studi clinici e sull’osservazione delle abitudini delle popolazioni più longeve del mondo.

Alcuni dati

Ciò che rende particolarmente interessante questo approccio è la sua doppia efficacia: promuove la salute dell’individuo e allo stesso tempo rispetta la salute del pianeta. Infatti, ridurre il consumo di alimenti di origine animale e privilegiare quelli vegetali porta a una significativa riduzione dell’impronta ecologica complessiva. I dati sono inequivocabili: il sistema alimentare globale contribuisce per circa un terzo alle emissioni di gas serra, consuma circa il 70% dell’acqua dolce disponibile e impiega oltre un terzo della superficie terrestre. In questo scenario, la transizione verso diete più sostenibili è non solo auspicabile, ma imprescindibile.

L’impatto quotidiano

Cambiare alimentazione, a livello collettivo, può rappresentare una delle leve più potenti per affrontare simultaneamente le sfide sanitarie e ambientali del nostro tempo. È un atto quotidiano, concreto, che non richiede tecnologie futuristiche né interventi politici straordinari: parte da ciò che scegliamo ogni giorno per colazione, pranzo e cena. Per farlo in modo efficace, serve un’alleanza tra scienza, istituzioni e cittadini: educazione, consapevolezza e supporto attraverso il coinvolgimento di scuole, aziende, mense, servizi di ristorazione e genitori. Scegliere un’alimentazione sana per noi stessi significa anche prendersi cura del mondo che ci ospita. La Dieta della Longevità e la Dieta Planetaria, seppur con approcci e radici diverse, indicano una stessa direzione: quella di un cibo buono, giusto e sostenibile. È un modo per tradurre la scienza in azioni concrete, a partire proprio dalla nostra tavola.

Alimenti per una vita longeva

La Dieta della Longevità si caratterizza per un’alimentazione ricca di vegetali, legumi e cereali integrali, con un apporto proteico contenuto e derivante per lo più da fonti vegetali. L’olio extravergine d’oliva è la principale fonte di grassi, mentre il consumo di zuccheri, farine raffinate e proteine animali è molto ridotto. Il pesce, selezionato e sostenibile e di piccole dimensioni, è previsto 2-3 volte a settimana, e i latticini solo saltuariamente, sotto forma di formaggi stagionati. Si tratta di un regime equilibrato, in grado di attivare meccanismi protettivi dell’organismo e di ridurre il rischio di malattie croniche legate all’invecchiamento, come diabete di tipo 2, ipertensione, cancro e patologie neurodegenerative.

Fonti

Willett W, Rockström J, Loken B, Springmann M, Lang T, Vermeulen S, Garnett T, Tilman D, DeClerck F, Wood A, Jonell M, Clark M, Gordon LJ, Fanzo J, Hawkes C, Zurayk R, Rivera JA, De Vries W, Majele Sibanda L, Afshin A, Chaudhary A, Herrero M, Agustina R, Branca F, Lartey A, Fan S, Crona B, Fox E, Bignet V, Troell M, Lindahl T, Singh S, Cornell SE, Srinath Reddy K, Narain S, Nishtar S, Murray CJL. Food in the Anthropocene: the EAT-Lancet Commission on healthy diets from sustainable food systems. Lancet. 2019 Feb 2;393(10170):447-492. doi: 10.1016/S0140-6736(18)31788-4. Epub 2019 Jan 16. Erratum in: Lancet. 2019 Feb 9;393(10171):530. doi: 10.1016/S0140-6736(19)30212-0. Erratum in: Lancet. 2019 Jun 29;393(10191):2590. doi: 10.1016/S0140-6736(19)31428-X. Erratum in: Lancet. 2020 Feb 1;395(10221):338. doi: 10.1016/S0140-6736(20)30144-6. Erratum in: Lancet. 2020 Oct 3;396(10256):e56. doi: 10.1016/S0140-6736(20)31828-6. PMID: 30660336.

Fondazione Valter Longo Onlus, Dieta della longevità per adulti