Non fumare, mantenere la pressione arteriosa sotto controllo, avere livelli di colesterolo nella norma, non sviluppare il diabete e conservare un peso corporeo adeguato. Sono i cinque fattori di rischio che a 50 anni, se adottati e mantenuti, possono offrire più vita agli anni senza malattia, soprattutto in ambito cardiovascolari.
È quanto fa rilevare uno studio, recente, pubblicato sul New England Journal of Medicine coordinato dal Global Cardiovascular Risk Consortium, cui ha partecipato anche il Progetto Moli-sani dell’Irccs Neuromed di Pozzilli (Napoli), i cui risultati sono stati presentati al congresso dell’American College of Cardiology.
Premessa
Vi è evidenza che i cinque tradizionali fattori di rischio sopra citati, rappresentano circa il 50% del carico globale di malattie cardiovascolari, ma in quale misura la presenza o l’assenza possa influenzare le stime di malattie cardiovascolari e di morte per qualsiasi causa nel corso della vita non è ancora chiaro. Per rispondere a questo quesito il Global Cardiovascular Risk Consortium ha provveduto ad armonizzare i dati individuali di poco più di 2 milioni di partecipanti in 133 coorti, 39 paesi e 6 continenti, compreso il gruppo Moli-sani, seguito dall’Irccs Neuromed, che ha contribuito in modo sostanziale alla raccolta e analisi dei dati.
Obiettivo dello studio era valutare il rischio di malattie cardiovascolari e di morte per qualsiasi causa nel corso della vita, stimato fino a 90 anni di età in base alla presenza o all’assenza di ipertensione arteriosa, iperlipidemia, sottopeso e sovrappeso oppure obesità, diabete e fumo a 50 anni. Ovvero stimare quanto l’eliminazione di questi fattori di rischio contribuisse a aumentare la sopravvivenza in qualità, non solo in longevità.
I risultati dello studio
Le traiettorie dei fattori di rischio esaminati sono state analizzate per prevedere le differenze nel corso della vita associate alla loro variazione, di uno o più fattori. In generale è emerso un rischio di malattie cardiovascolari nell’arco dell’esistenza del 24% tra le donne con un intervallo di confidenza [CI] al 95%, 21-30, e del 38% tra gli uomini (CI al 95%, 30-45) per i quali erano presenti tutti e cinque i fattori di rischio.
Nel confronto tra i partecipanti senza alcun fattore di rischio e quelli con tutti i fattori di rischio, il numero stimato di anni di vita aggiuntivi senza malattie cardiovascolari era di 13,3 (CI al 95%, 11,2-15,7) per le donne e 10,6 (CI al 95%, 9,2-12,9) per gli uomini, mentre gli anni di vita aggiuntivi senza decesso era di 14,5 (CI al 95%, 9,1-15,3) per le donne e 11,8 (CI al 95%, 10,1-13,6) per gli uomini. Specificatamente, la modifica dell’ipertensione da un’età compresa tra 55 e meno di 60 anni, è stata associata al maggior numero di anni di vita aggiuntivi senza malattie cardiovascolari, quelle di abitudine al fumo da un’età compresa tra 55 e meno di 60 anni al più ampio numero di anni di vita aggiuntivi senza decesso.
In conclusione
L’assenza di cinque fattori di rischio classici a 50 anni sembra determinare una aspettativa di vita superiore di oltre un decennio rispetto alla presenza di tutti e cinque i fattori di rischio, in entrambi i sessi.
In particolare, secondo lo studio, le donne cinquantenni senza i cinque principali fattori di rischio vivrebbero in media 13,3 anni in più senza malattie cardiovascolari e morirebbero 11,8 anni più tardi rispetto a coetanee con tutti i fattori presenti. Dati ancora migliori li registrerebbero gli uomini con 10,6 anni in più vissuti senza malattie e 14,5 anni di vita guadagnati. Infine, in caso di “correzione” di ipertensione e il fumo nella mezza età si osserverebbero, rispettivamente, il maggior numero di anni di vita aggiuntivi senza malattie cardiovascolari e decesso per qualsiasi causa.
Il forte messaggio
I risultati dello studio sottolineano l’importanza della prevenzione: una azione sinergica e strategica, altamente efficace, che non richiede interventi complessi: può essere misurata, applicata su larga scala, e potendo dare risultati concreti per milioni di persone. Conoscere l’impatto dei singoli fattori aiuta dunque a orientare politiche sanitarie e interventi mirati.
Fonte
Global Cardiovascular Risk Consortium, Magnussen C, Alegre-Diaz J, Al-Nasser LA et al. Global effect of cardiovascular risk factors on lifetime estimates. New England Journal of Medicine, 2025. Doi: 10.1056/NEJMoa2415879