Cresce l’attenzione verso la clorofilla, il pigmento verde presente oltre che nelle piante anche nelle verdure a foglia verde e nelle alghe, che sembra incidere favorevolmente sul metabolismo del glucosio e lo stress ossidativo nella patologia diabete. È quanto suggerisce uno studio italiano, recentemente pubblicato su Nutrients, in cui tuttavia si sottolinea come a fronte dei benefici non possono essere trascurati i rischi legati alla sostanza, in particolare alla fototossicità.
Le potenzialità della clorofilla
Il pigmento verde sarebbe in grado di influire sul glucosio, rallentandone l’assorbimento grazie all’inibizione dell’attività di alcuni enzimi digestivi come l’a-amilasi e l’a-glucosidasi come anche sul microbiota intestinale contribuendo al mantenimento di uno stato di eubiosi, comunque migliorandone l’equilibrio. Mentre alcuni derivati della clorofilla potrebbero fungere da modulatori dei trasportatori del glucosio.
Inoltre al pigmento si riconoscono effetti antiossidanti e antinfiammatori, efficaci nel contrasto di stress ossidativo e insulino-resistenza. In funzione di queste potenziali proprietà, esistono le premesse per cui la clorofilla possa essere impiegata in sinergia alle terapie farmacologiche come supporto nutraceutico nella gestione del diabete.
Al momento, infatti i dati si basano su studi preclinici tali da non potere dunque confermare una azione/beneficio terapeutico del pigmento a tutti gli effetti. Riguardo all’impatto sulla riduzione dell’assorbimento del glucosio, questi effetti sarebbero ulteriormente potenziati dall’interazione della clorofilla con la mucosa intestinale e il microbiota, favorendo una risposta glicemica più graduale. Senza escludere anche una possibile attività “insulino-mimetica”, a vantaggio di un miglioramento dell’efficacia e dell’attività cellulare, stimolando vie di segnalazione simili a quelle attivate dall’ormone, come i trasportatori Glut. Non ultimo, l’azione antiossidante e antinfiammatoria della clorofilla favorirebbe la riduzione dello stress cellulare che porta all’insulino-resistenza, supportando indirettamente e in positivo la sensibilità all’insulina. Tutti fattori che incidono sul migliore controllo del diabete.
I rischi
Più che alla clorofilla, gli effetti collaterali dipenderebbero da alcuni suoi metaboliti e derivati che possono essere assorbiti a livello intestinale con effetti di fototossicità dei prodotti di degradazione, come le feoforbidi.
Ciò significa che l’accumulo di queste sostanze nell’organismo, ad esempio a causa di una sovrassunzione, che assorbono la luce solare, generano a loro volta delle specie reattive dell’ossigeno a livello della pelle, sfociando in dermatite fototossica, caratterizzata da eritemi, vesciche o irritazione nelle aree cutanee esposte in caso di successiva esposizione ai raggi solari.
Pertanto sono allo studio alcune strategie per ridurre questi effetti collaterali associati alla possibile fototossicità tra cui una modifica chimica dei composti, l’uso di sistemi di rilascio mirati all’intestino, consentendo in questo secondo caso di mantenere l’efficacia a livello intestinale sulla digestione del glucosio e sul microbiota. Mentre per favorire la migliore predittività si pensa allo sfruttamento di modelli innovativi come le piattaforme organ-on-a-chip e le simulazioni in silico di trial clinici che potrebbero aiutare a selezionare i candidati più sicuri ed efficaci sui quali avviare poi uno studio clinico sull’uomo e ottenere risultati più conclusivi, come detto attualmente non deducibili dalle ricerche solo precliniche effettuate.
Le fonti di clorofilla
L’assunzione di clorofilla può essere favorita dall’integrazione nella dieta di alcune alimenti, come le verdure a foglia verde scuro, tra cui spinaci, cavolo nero, lattuga romana e bietole, che possono apportare benefici significativi per la salute metabolica, ed ulteriori vantaggi legati all’azione antiossidante e all’elevato contenuto di fibre presenti nella clorofilla.
Fibre che contribuiscono a rallentare l’assorbimento del glucosio e di altri micronutrienti come vitamine e antiossidanti: un circolo virtuosi di fattori che insieme portano al migliore controllo della glicemia. In conclusione, vi sarebbero le permesse che integrare queste fonti alimentari ricche di clorofilla nella dieta possa costituire una strategia nutrizionale utile a migliorare la tolleranza al glucosio e il controllo metabolico generale nella patologia diabetica.
Fonte
Sartore G, Zagotto G, Ragazzi E. Beyond Green: The therapeutic potential of chlorophyll and its derivatives in diabetes control. Nutrients, 2025, 17(16), 2653. Doi: https://doi.org/10.3390/nu17162653


