Composti naturali bioattivi, derivati dalle piante o da elementi vegetali, tramite la dieta possono contribuire al controllo delle malattie cardiovascolari, attraverso effetti e dinamiche epigenetici.
È quanto emerge da uno studio tutto italiano, pubblicato su Nutrients, che ancora una volta confermerebbe come non solo l’età ma anche l’esposizione a fattori ambientali, tra cui agenti fisici e chimici, e buoni comportamenti salutari, dalla dieta all’attività fisica, possono modificare l’espressione dei geni pur senza alterare la sequenza del DNA. Con esiti positivi o negativi.
La nutriepigenetica potrebbe essere dunque una efficace strategia per contrastare i numeri e gli impatti delle malattie cardiovascolari che rimangono una delle principali cause di morbilità e mortalità.
I composti naturali
Polifenoli, tra cui flavonoidi, curcuminoidi e stilbeni presenti nella frutta, nella verdura e in altri derivati alimentari come il tè verde, il vino rosso e il cacao, contengono composti bioattivi con azioni epigenetiche sull’apparato cardiocircolatorio, svolgendo un effetto potenzialmente protettivo dal rischio di patologia.
Le evidenze più rilevanti includerebbero il miglioramento della struttura e della funzione vascolare, la riduzione dell’infiammazione, noto fattore di rischio per molte patologie, dai tumori alle problematiche cardiovascolari (Cvd) a malattie coniche, ed azioni positive su altri fattori impattanti sull’apparato cardiovascolare.
Tra i composti bioattivi di interesse vi sono resveratrolo, curcumina e epigallocatechina che possono attivare le Sirt deacetilasi, istone deacetilasi o acetiltransferasi e, a loro volta, agire sulla risposta dei mediatori infiammatori.
Tali composti, contenuti in molti alimenti della dieta mediterranea e che correlano a modificazioni epigenetiche come la metilazione e l’espressione di geni legati all’infiammazione e alla risposta immunitaria, potrebbero implementare la protezione cardiovascolare. Dunque la nutriepigenetica si profila come una possibile strategia di intervento terapeutico a basso costo e ad alta efficacia.
Il ruolo dell’epigenetica nelle malattie Cvd
È cruciale. Pensando specificatamente all’epigenetica in un contesto dietetico nutrizionale, un regime alimentare ricco di grassi o carente di alcuni nutrienti, quali ad esempio i folati e altre vitamine del gruppo B, è in grado di agire sull’attività delle Dna metiltransferasi e degli enzimi che modificano gli istoni, quindi condizionare la crescita fetale, il metabolismo del glucosio e dei lipidi, lo stress ossidativo, l’infiammazione e l’aterosclerosi.
Ancora l’epigenetica può influire sulla regolazione dell’Rna non codificante o ncRna. Comprendere a fondo i meccanismi nutriepigenetici è la base per lo sviluppo di interventi efficaci per combattere le Cvd.
Prossimi obiettivi della ricerca
Assodato il ruolo dell’epigenetica e della nutriepigenetica in un contesto di Cvd, la open question è capire quale fra questi effetti nutriepigenetici siano reversibili e tradurli nella partica clinica in interventi efficaci per la prevenzione delle le Cvd o per limitarne/contrastarne la progressione.
In questo contesto i geni e le proteine possono rappresentare alcuni potenziali bersagli per trattamenti innovativi nelle Cvd.
L’auspicio, ad esempio, è che dai composti naturali si possano sviluppare nuovi farmaci epigenetici con maggiore specificità, minori effetti collaterali, e minore resistenza ai farmaci per diversi tipi di Cvd.
Fonte
Bontempo P, Capasso L, De Masi L et al. Therapeutic potential of natural compounds acting through epigenetic mechanisms in cardiovascular diseases: current findings and future directions. Nutrients, 2024, 16(15), 2399. Doi: https://doi.org/10.3390/nu16152399