Se facessimo un confronto sulla gestione di Covid-19 per tutto il periodo pandemico come ne uscirebbe l’Italia rispetto al contesto europeo? È quando si sono domandati alcuni ricercatori internazionali, le cui dissertazioni e conclusioni sono state pubblicate sull’International Journal of Environmental Research and Public Health

Più di 11.300.000 casi Covid positivi e oltre 150mila decessi: è il bilancio delle quattro ondate in Italia che registra i numeri più pesanti in Europa. I dati più contenuti spettano all’Islanda, con circa 73.500 casi complessivi e 49 morti totali. Cosa ha determinato questa discrepanza di eventi? C’è stato un gap nella gestione dell’infezione da SARS-CoV-2 fin dalle prime manifestazioni sul territorio?

Si sono interrogati in merito alcuni ricercatori internazionali, in prevalenza italiani, ma anche ucraini e rumeni, le cui dissertazioni e conclusioni sono state pubblicate sull’International Journal of Environmental Research and Public Health. Hanno identificato almeno 4 fattori che hanno portato allo sviluppo e alle conseguenze pesanti che la pandemia ha assunto e acquisito in Italia. Il confronto fra i modelli gestionali nazionali ed europei è stato attuato tramite ricerche bibliografiche e il ricorso a vari algoritmi matematici così da uniformare i parametri di valutazione.

I risultati

Gli esiti prodotti in Italia dalla pandemia potrebbero essere riferiti a diversi fattori: politico-decisionali sulla gestione dell’infezione, demografici e di approccio terapeutico all’infezione virale. Grande differenza, secondo i ricercatori, ha giocato la composizione demografica dell’Italia, costituita da una popolazione prevalentemente anziana. In particolare gli autori sottolineano che le diverse versioni delle Raccomandazioni del Ministero della Salute (datate 30 novembre 2020, 26 aprile 2021 e 10 febbraio 2022), non hanno mai fatto menzione o considerato i dati autoptici quali possibile mezzo e strumento per arrivare alla definizione di un protocollo terapeutico per approcciare adeguatamente Covid-19 fin dagli esordi proprio sulla base dell’eziopatogenesi dell’infezione stessa al fine di prevenirne l’evoluzione fino alla necessità di un ricovero.

Di contro, secondo aspetto, la fase iniziale dell’infezione è stata gestita con antidolorifici semplici e di uso comune, favorendo il sensibile peggioramento di SARS-CoV-2. Ancora, secondo i ricercatori, è mancata una valutazione corretta dell’assetto demografico italiano che avrebbe consentito la presa di carico e l’attivazione di misure di sicurezza e prevenzione per la popolazione anziana, fascia di popolazione più le più fragili. Infine una miglior decentralizzazione del sistema medico-assistenziale avrebbe evitato un ingente numero di ospedalizzazioni e dunque ridotto anche i tassi di mortalità.

L’indagine condotta ha fatto rilevare che le prestazioni migliori nella gestione della pandemia sono state raggiunte proprio dai Paesi dell’Europa occidentale che hanno saputo avviare e garantire una copertura medica altamente decentralizzata sul territorio, supportando gli ospedali centrali alleggerendone sensibilmente il sovraccarico di lavoro. Ne è dimostrazione il fatto che l’Italia, nonostante l’elevata copertura vaccinale (80,1%), insieme a Portogallo (91,4%), Danimarca (81,3%) e Irlanda (79,8%) a due anni dalla pandemia registra il record negativo di decessi.

Il fattore determinante

Dopo aver passato in rassegna i fattori che hanno gravato sulla pandemia, l’indagine conclude che il maggior peso lo ha avuto l’errata valutazione dell’assetto demografico del Paese, annullando i vantaggi di una assistenza sanitaria di eccellenza come quella italiana. Ovvero le autorità sanitarie e governative avrebbero dovuto meglio cautelare le fasce di popolazione più anziane, altamente prevalenti, come si evince dal rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità del 10 gennaio 2022: oltre l’82% di cittadini di età uguale o superiore a 70 anni e quasi 93% con oltre 60 anni. Una presa in carico più mirata avrebbe presumibilmente ridotto l’impatto della pandemia sulla popolazione e contenuto le perdite degli anziani, memoria storica del popolo italiano.

Fonte:

  • Pandolfi S, Valdenassi L, Bjorklund G et al. “COVID-19 medical and pharmacological management in the European countries compared to Italy: an overview.” Int. J. Environ. Res. Public Health 2022, 19, 4262. https://doi.org/10.3390/ijerph19074262