Degenerazione maculare: efficacia da integratori a base di luteina e zeaxantina

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Luteina e zeaxantina: sono questi i due antiossidanti che secondo uno studio americano, pubblicato su JAMA Ophthalmology, possono svolgere un ruolo attivo nella degenerazione maculare legata all’età (DMLE), o AMD (age-related macular degeneration), riducendo il rischio di progressione di malattia. La patologia che nel tempo porta a morte le cellule della macula, la porzione centrale della retina, è la prima causa di cecità e ipovisione nel mondo occidentale. La DMLE interessa in Italia all’incirca un milione di individui, intorno ai 65 anni e più, di cui 200-300mila in forma avanzata.

I trigger

Età anagrafica, dunque invecchiamento, e produzione di radicali liberi: sono i principali fattori cui imputare i maggiori rischi per lo sviluppo di DMLE, patologia dagli alti costi socio-assistenziali. È pertanto interesse della scienza identificare opzioni terapeutiche in grado di rallentarne il decorso, la natura degenerativa della malattia infatti non ne consente la guarigione.

Gli antiossidanti da studi di letteratura sembrano offrire una buona soluzione, in particolare luteina e zeaxantina, identificati come “seconda opzione” dopo l’esclusione di altri antiossidanti, tra questi la vitamina C e la vitamina E. Ottimo loutome terapeutico di luteina e zeaxantina, che evidenzierebbe una riduzione del 26% di progressione di malattia.

Lo studio AREDS

Le ricerche sull’efficacia degli antiossidanti nel contrasto alla DMLE si devono a ricercatori di NHI americani che fin dal 1996 si sono (pre)occupati di identificare soluzioni per impattare positivamente sul rallentamento della malattia. Le ricerche avviate con lo studio AREDS avevano mostrato che una integrazione a base di vitamina C, vitamina E, rame, zinco e beta-carotene, era in grado di frenare la corsa della DMLE, tuttavia non senza effetti collaterali importanti.

Almeno per una categoria di pazienti: l’assunzione di questo composto, ricco di beta-carotene, infatti, avrebbe evidenziato l’aumento del rischio di sviluppo di tumore del polmone nei fumatori. L’interesse, dunque, si è rivolto verso altri antiossidanti: luteina e zeaxantina, in primis, quali fonte attiva a livello della retina, al fine di testare i benefici sulla totalità della popolazione affetta da patologia.

Le ulteriori ricerche

Lo studio è proseguito con lo sviluppo di AREDS2 cui è seguito un approfondimento/validazione dei dati di AREDS2. (Long-term Outcomes of Adding Lutein/Zeaxanthin and ω-3 Fatty Acids to the AREDS Supplements on Age-Related Macular Degeneration Progression: AREDS2 Report 28″) risultati emersi dai due studi riferiscono quindi a un follow-up di 10 anni (dicembre 2012 – marzo 2022) su 3882 partecipanti (età media al basale, 72,0 [7,7] anni; 2240 donne [57,7%]) e 6351 occhi i quali sono stati assegnati a ricevere in modo casuale principalmente luteina/zeaxantina e/o acidi grassi ω-3 o placebo e secondariamente nessun beta carotene vs beta carotene e dosi basse vs alte di zinco. Dopo i primi cinque anni di monitoraggio, lo studio concludeva che luteina/zeaxantina associavano a una sensibile riduzione del rischio di progressione della DMLE rispetto al beta-carotene.

In una fase successiva dello studio i ricercatori hanno poi considerato i partecipanti per una ulteriore indagine a 5 anni; è stato così possibile osservare che coloro che avevano assunto gli antiossidanti nell’arco dei 10 anni avevano un ulteriore 20% di rischio in meno rischio per progressione a una forma avanzata di DMLE rispetto a chi aveva assunto, inizialmente, la formulazione originaria dell’integratore.

I risultati

Nello specifico a 10 anni, l’odds ratio di avere un cancro ai polmoni era 1,82 (IC 95%, 1,06-3,12; P = .02) per quelli assegnati in modo casuale al beta-carotene e 1,15 (IC 95%, 0,79-1,66; P =.46) per luteina/zeaxantina. L’hazard ratio (HR) per la progressione verso l’AMD tardiva confrontando luteina/zeaxantina con assenza di luteina/zeaxantina era 0,91 (95% CI, 0,84-0,99; P =.02) e in rapporto agli acidi grassi ω-3 con nessun acido grasso ω-3 era 1,01 (95% CI, 0,93-1,09; P =.91).

Una volta ristretta l’analisi agli effetti principali di luteina/zeaxantina a coloro assegnati in modo casuale al beta-carotene, l’HR era 0,80 (95% CI, 0,68-0,92; P =.002), mentre l’analisi diretta di luteina/zeaxantina vs beta-carotene ha evidenziato un HR per AMD tardiva dello 0,85 (95% CI, 0,73-0,98; P = .02); per zinco basso vs alto dell’1,04 (IC 95%, 0,94-1,14; P =.49) e per assenza di beta carotene vs beta carotene dell’1,04 (IC 95%, 0,94-1,15; P = .48).

In conclusione

Le evidenze emerse dagli studi AREDS2, studio epidemiologico e di follow-up a lungo termine, suggerirebbero che luteina/zeaxantina possano essere considerati un sostituto appropriato del beta carotene in integratori appositamente formulati per il contrasto della maculopatia correlata all’età.

Fonte:

  • Chew EY, Clemons TE, Agrón E, Domalpally A, Keenan TDL, Vitale S, Weber C, Smith DC, Christen W; AREDS2 Research Group. Long-term Outcomes of Adding Lutein/Zeaxanthin and ω-3 Fatty Acids to the AREDS Supplements on Age-Related Macular Degeneration Progression: AREDS2 Report 28. JAMA Ophthalmol. 2022 Jul 1;140(7):692-698.