Si confermerebbe l’efficacia della pratica fisica anche in contesti preoperatori. Secondo uno studio americano (Association of preoperative high-intensity interval training with cardiorespiratory fitness and postoperative outcomes among adults undergoing major surgery. A systematic review and meta-analysis) dell’Università di Otago pubblicato sulla rivista JAMA Network Open, Original Investigation Surgery.

Background

Complicazioni cardiache, polmonite, problemi intestinali sono alcuni degli “effetti avversi” che sperimentano circa il 30% dei pazienti e fino al 50% dei pazienti fragili sottoposti a interventi chirurgici addominali maggiori localizzati al fegato, ai polmoni, al colon-retto, all’appartato urologico e misti.

Vi sarebbe evidenza che intraprendere un breve programma di allenamento a intervalli ad alta intensità (HIIT) prima dell’intervento chirurgico non solo possa aiutare a ridurre il rischio di comparsa di implicazioni secondarie, ma anche favorire un recupero migliore.

I dati emergono da una metanalisi a opera di alcuni ricercatori americani che hanno analizzato le “performance” in 12 studi di letteratura, pari a un totale di 832 pazienti, con età media di 66 anni nel gruppo di intervento e 67 nel gruppo di controllo. Tutti sottoposti agli interventi di chirurgia maggiore citati o comunque a interventi di durata oltre le due ore o con una perdita di sangue prevista superiore a 500 ml.

Tali soggetti avevano eseguito un allenamento preoperatorio che prevedeva ripetuti intervalli aerobici ad alta intensità a circa l’80% della frequenza cardiaca massima, seguiti da un recupero attivo.

Obiettivi dello studio/metanalisi

L’end-point primario era valutare la variazione della forma cardiorespiratoria (CRF), valore che misura la capacità del corpo di assorbire ossigeno, più o meno bene, e fornirlo ai muscoli e agli organi durante periodi prolungati di esercizio, calcolata in base al consumo massimo di ossigeno (picco V̇o2) o dalla distanza del test del cammino in 6 minuti (6MWT).

Gli end-point secondari includevano:

  • complicanze postoperatorie;
  • durata della degenza ospedaliera (LOS);
  • cambiamenti nella qualità della vita, nella soglia anaerobica e nella potenza di picco.

I risultati aggregati indicherebbero diverse associazioni positive per HIIT rispetto alle cure standard sia su CRF (picco V̇o2, 6MWT, soglia anaerobica o potenza di picco) sia su esiti postoperatori in termine di complicanze, LOS, qualità della vita. Tuttavia, è stata osservata una significativa eterogeneità dei risultati.

Nel dettaglio, otto studi che includevano 627 pazienti, farebbero emergere prove di qualità moderata nel migliorare il picco di V̇o2 (differenza media cumulativa, 2.59 mL/kg/min; 95% CI, 1.52-3.65 mL/kg/min; P < ,001), mentre otto studi che includevano 770 pazienti, mostrerebbero una significativa riduzione delle complicanze (odds ratio, 0.44; 95% CI, 0.32-0.60; P < .001), con prove di certezza, anch’esse, moderata.

Invece, non sono state rilevate correlazioni circa la potenziale differenza dell’HIIT dall’assistenza standard nella LOS ospedaliera (differenza media cumulativa, -3.06 giorni; 95% CI, da -6.41 a 0.29 giorni; P = .07). È soprattutto il miglioramento della CRF a fare la differenza sulle performance post-chirurgiche.

I risultati aggregati evidenziano, infatti, la capacità dell’HIIT di aumentare tale funzione di 2.39 ml/min/kg. Un dato non soltanto significativamente diverso dalle cure chirurgiche standard, ma anche clinicamente rilevante.

Infatti, a un incremento di livello di CRF di tale portata si associa un minor rischio di esiti postoperatori avversi. Ma non solo, un programma HIIT sembra capace di migliorare sensibilmente anche la forma fisica del paziente entro 4-6 settimane, riducendo le complicanze postoperatorie del 56% e la durata della degenza di tre giorni, ovvero attivando un favorevole e più rapido recupero post operatorio. 

Sviluppi successivi

Obiettivo dei ricercatori è ora capire come implementare tali programmi, con eventuali percorsi di allenamento domiciliari e/o in comunità, in un’ottica di sostenibilità: minore costo della degenza ospedaliera e complicanze chirurgiche come l’HIIIT sembrerebbero, appunto, dimostrate in questi pazienti critici.

Fonte

Clifford K, Woodfield JC, Tait W et al. Association of preoperative high-intensity interval training with cardiorespiratory fitness and postoperative outcomes among adults undergoing major surgery. A systematic review and meta-analysis. JAMA Netw Open, 2023, 6(6):e2320527.