Formazione in medicina complementare: finalmente la regolamentazione

tower booksFinalmente il cerchio si è chiuso. Ora possiamo affermare che in Italia, a differenza della maggior parte dei paesi europei, esiste una “legge” per le medicine complementari e può essere pienamente applicabile su tutto il territorio nazionale. E’ stata infatti diffusa a fine luglio dal Ministero della Salute una “Nota di chiarimenti” che riguarda l’applicazione dell’Accordo siglato nel febbraio del 2013 tra Governo, Regioni e Province autonome di Trento e Bolzano in materia di formazione ed esercizio delle medicine complementari (MC). La nota ministeriale è dunque un documento molto atteso, il necessario complemento per garantire una corretta e omogenea applicazione sull’intero territorio nazionale dell’Accordo che, per la prima volta in Italia, ha definito i criteri e le modalità della formazione per i professionisti delle medicine complementari e potrà inoltre consentire una maggiore chiarezza interpretativa di quegli aspetti normativi che nell’accordo, per ovvie ragioni di opportunità politica, sono risultate troppo generali e quindi richiedevano maggiori dettagli e definizioni specifiche. Si chiude qui un lungo percorso, scelto dalle Regioni e sostenuto dalla Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici e Odontoiatri (FNOMCeO) una volta constata l’impossibilità di pervenire in tempi ragionevoli a una legge del Parlamento che disciplini la formazione e l’esercizio delle MC in Italia dopo i ripetuti fallimenti a cui sono andati incontro nelle ultime legislature i vari parlamentari relatori della proposta di legge, dall’On. Maria Pia Garavaglia, depositaria della prima proposta di legge nel 1986 fino all’On. Paolo Galletti, all’On. Francesco Paolo Lucchese, e in ultimo il Sen. Daniele Bosone. Un percorso iniziato idealmente dalla deliberazione di Terni della FNOMCeO nel lontano 2002 che per la prima volta in modo chiaro e inequivocabile sanciva che l’esercizio delle MC è a tutti gli effetti atto medico. Di qui l’istituzione in moltissimi Ordini provinciali di elenchi esperti nelle diverse discipline non convenzionali. A distanza di qualche anno (2007) l’approvazione all’unanimità da parte del Consiglio regionale toscano della legge Regionale n.9 che per la prima volta in Italia regolamentava, seppur limitatamente all’ambito regionale, con modalità rispettose della competenza della regione su una materia concorrente rispetto allo Stato e quindi non impugnata. Poi sempre nel 2007 si è proceduto alla formazione del Gruppo interregionale “Medicine complementari” presso la Commissione Salute della Conferenza Stato Regioni e Province Autonome, e ricostituito nel 2010, promosso e coordinato dalla Toscana, che individuava la prospettiva di una regolamentazione della materia attraverso un Accordo Stato-Regioni. Del 2009/2010 sono anche le “Linee guida per la formazione nelle medicine e pratiche non convenzionali riservate ai medici chirurghi e odontoiatri” formulate dalla FNOMCeO e la proposta dal Gruppo Tecnico Interregionale Medicine Complementari di una bozza di accordo. Infine una prima conclusione del percorso con l’approvazione all’unanimità da parte della Conferenza dei Presidenti e il consenso dell’allora Ministro della salute Renato Balduzzi, senza il cui sostegno questa proposta non sarebbe mai potuta passare, la firma definitiva dell’Accordo nel febbraio dello scorso anno. I principi dell’Accordo, ribaditi nella nota esplicativa del Ministero, sanciscono la necessità di procedere alla certificazione di qualità della formazione in agopuntura, fitoterapia, omeopatia, incluse anche omotossicologia e medicina antroposofica, individuando criteri e requisiti minimi e uniformi a livello nazionale. L’obiettivo principale è tutelare la libertà di scelta terapeutica dei cittadini e quella di cura da parte dei medico e dell’odontoiatra, fondate entrambe su un rapporto consensuale e informato, e consentire ai cittadini di accedere a cure di professionisti che abbiano conseguito una formazione idonea nelle discipline incluse nell’Accordo. Vale la pena ripercorrere i punti principali enunciati nella nota esplicativa: gli elenchi degli esperti, che saranno istituiti presso gli Ordini dei medici provinciali e potranno dunque essere consultati dai cittadini, riguardano l’agopuntura, la fitoterapia e l’omeopatia (quest’ultima suddivisa in 3 sottoelenchi: omeopatia, omotossicologia e medicina antroposofica). Vi si potranno iscrivere i medici, e gli odontoiatri che abbiano frequentato corsi triennali di almeno 400 ore di formazione teorica erogati da istituti formativi pubblici e privati accreditati. A queste occorre poi aggiungere 100 ore di pratica clinica, di cui almeno il 50% di tirocinio pratico supervisionato da un medico esperto nella disciplina specifica, e almeno 100 ore di studio individuale e formazione guidata. E’ previsto, inoltre, che i corsi siano superiori a 3 anni solo se il monte ore eccede la soglia minima delle ore di formazione previste. Per quanto riguarda la formazione condotta a livello universitario, possono essere accreditati master universitari biennali, purché ovviamente soddisfino i criteri di formazione previsti dall’Accordo stesso. L’accreditamento dei corsi sarà rilasciato dalla Regione in cui ha sede legale l’ente formativo e avrà una valenza nazionale. Il documento suggerisce, infine, la costituzione in ogni Regione di una Commissione ad hoc che dovrà comprendere, oltre agli esperti designati dall’Assessorato regionale alla Salute, dagli Ordini provinciali dei medici, dalle Università presenti nella Regione, anche i rappresentanti di ciascuna delle cinque discipline oggetto dell’Accordo e che avrà il compito di definire nel concreto le procedure dell’accreditamento e monitorarne le varie fasi di applicazione, promuovendo anche progetti di ricerca e attività di formazione ECM di interesse regionale in ambiti specifici e nelle aree di integrazione delle discipline incluse nell’Accordo. Utile, infine ricordare che i partecipanti ai corsi accreditati ai sensi dell’Accordo, sono esentati dai crediti ECM per il periodo di frequenza secondo la normativa vigente. Considerato il rilievo e le ricadute di questa materia, è fondamentale che da subito le istituzioni regionali, i professionisti, gli Ordini professionali di riferimento e le associazioni si attivino per l’applicazione delle Note esplicative, dando seguito a un Accordo che rappresenta di fatto il punto di svolta nel percorso di riconoscimento delle MC nel nostro Paese. Da domani inizierà quindi un nuovo percorso regionale che sarà, prevedibilmente, tortuoso e irto di ostacoli, ma che potrà consentire, una volta concluso, la realizzazione di un modello di “medicina integrata” concreto e sostenibile.

Elio Rossi