Condizione clinica sotto diagnosticata, ma con una prevalenza elevata, le percentuali di questa forma frequente di ipertensione arteriosa secondaria si aggirano attorno al 5-6% tra la popolazione ipertesa generale, al 10% tra i pazienti dei centri specialistici di riferimento e al 20% tra i pazienti con ipertensione arteriosa resistente.

In questo contesto, è necessario che il medico sottoponga allo screening tutti i pazienti affetti da ipertensione arteriosa, un’azione che risponde alle linee guida internazionali dell’Endocrine Society, della European Society of Cardiology e dell’American College of Cardiology.

Paolo Mulatero, professore ordinario di Medicina Interna e Centro Ipertensione Università di Torino, illustra le novità nell’approccio diagnostico e terapeutico dell’iperaldosteronismo primario. 

Perché sottoporre il paziente a esame sistemico

È necessario sottoporre a screening con il dosaggio del rapporto aldosterone-renina tutti i pazienti con ipertensione arteriosa. Infatti, oltre all’elevata incidenza dell’iperaldosteronismo primario, i pazienti con questa patologia vanno incontro a infarto del miocardio, scompenso cardiaco e fibrillazione atriale, in confronto a pazienti con ipertensione arteriosa essenziale anche con analogo profilo pressorio e di rischio. 

Tuttavia, non solo i pazienti con diagnosi di iperaldosteronismo primario hanno aumentata l’incidenza di rischio. Come evidenziato dagli studi Framingham Offspring e COMPASS, il rapporto aldosterone-renina e l’aumento progressivo dei livelli di aldosterone è correlato al rischio che il paziente abbia un evento cardio o celebro vascolare

Le nuove linee guida raccomandano di dosare aldosterone, renina e potassio a tutti i pazienti ipertesi e utilizzare come cut off per il sospetto diagnostico 2,5 per il rapporto aldosterone-renina con un aldosterone >10 ng/dl renina < 8,2 mU/L

A conclusione della videopillola, inoltre, Paolo Mulatero, illustra come poter effettuare lo screening nel caso di un paziente già in terapia interferente.

Progetto realizzato grazie al contributo non condizionante di Diasorin 

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