a cura della Fondazione Valter Longo
Le malattie cardiovascolari rappresentano ancora oggi la prima causa di morte nel mondo, responsabili di circa 18 milioni di decessi ogni anno, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). In Europa, causano oltre 4 milioni di morti all’anno, di cui quasi 230.000 solo in Italia. Tra i fattori di rischio più diffusi e spesso sottovalutati troviamo l’ipertensione arteriosa, una condizione cronica che colpisce circa 1 adulto su 3 nel mondo. In Italia, ne soffre oltre il 30% della popolazione adulta, con un’incidenza che sale con l’età, ma che si riscontra sempre più frequentemente anche tra i giovani.
Killer silenzioso
L’ipertensione è spesso asintomatica, motivo per cui viene definita il “killer silenzioso”: se non diagnosticata e trattata, può danneggiare gravemente il cuore, il cervello, i reni e i vasi sanguigni, aumentando il rischio di infarto, ictus e insufficienza renale. Agire in prevenzione e intervenire precocemente con un approccio integrato, che combini alimentazione sana, attività fisica, controllo del peso e terapia farmacologica quando necessaria, può ridurre drasticamente il rischio di complicanze gravi e migliorare significativamente la qualità e l’aspettativa di vita.
È importante sottolineare che la diagnosi non si basa su una singola misurazione, ma su più rilevazioni effettuate in momenti diversi, preferibilmente anche attraverso il monitoraggio domiciliare.
L’alimentazione
Oltre alla terapia farmacologica prescritta dal medico, l’alimentazione svolge un ruolo chiave nel controllo della pressione arteriosa. La cosiddetta Dieta della Longevità, basata su principi della dieta mediterranea e supportata dalla ricerca scientifica, si dimostra particolarmente utile per chi soffre di ipertensione. Uno degli aspetti fondamentali è la riduzione dell’apporto di sodio: non solo il sale da cucina, ma anche il sodio “nascosto” nei prodotti industriali come dadi da brodo, formaggi stagionati, alimenti in scatola, salse pronte e snack confezionati. L’obiettivo è limitare il consumo di sale a non più di 3 grammi al giorno, pari a circa mezzo cucchiaino.