Sono sempre piĂą robuste le evidenze che suggeriscono il ruolo trigger della neuroinfiammazione nell’insorgenza e decorso di alcuni disturbi psichiatrici: fra questi il morbo di Alzheimer, la malattia di Huntington, la sclerosi multipla e la sclerosi laterale amiotrofica, la depressione e l’ansia.

Inoltre, la neuroinfiammazione sembra promuovere il declino e danneggiamento cognitivo, della facoltà mnemonica in particolare, sia a livello preclinico sia clinico. Vi sono altrettante dimostrazioni a favore di una corretta alimentazione: la dieta mediterranea e l’apporto di specifiche erbe, aromi e spezie, potrebbe svolgere una azione protettiva contro il decadimento dei processi cognitivi.

Lo studio spagnolo

Forti di queste evidenze un gruppo di ricercatori del Centre Tecnològic de Catalunya, Unitat de NutriciĂł I Salut (Spagna), ha voluto indagare in esperimenti di laboratorio sullo zebra fish, dalle caratteristiche molto simili a quelle dell’uomo, i possibili effetti di alcuni estratti naturali mediterranei (MNE), nello specifico dell’estratto di rosmarino (RE) e dell’estratto di radice di Glycyrrhiza glabra (GGRE), la tradizionale liquirizia, sul comportamento cognitivo.

  • GGRE: diversi studi dimostrerebbero che questa radice, ampiamente diffusa dall’Europa meridionale alla parte nord-occidentale della Cina, è in grado di migliorare i processi cognitivi nei roditori, rallentando il deterioramento cognitivo associato agli effetti amnesici di alcuni farmaci, come diazepam, scopolamina e etanolo, impiegati nel trattamento delle malattie neurodegenerative.
  • RE: i suoi effetti sui circuiti cerebrali sono noti dall’antichitĂ ; ne danno testimonianza tavole di pietra sumeriche a scrittura cuneiforme risalenti al V millennio a.C., e i greci che lo impiegavano per potenziare la memoria. Studi di laboratorio ben piĂą recenti farebbero osservare che nei topi con senescenza accelerata, l’estratto di rosmarino è in grado di migliorare cognizione e memoria spaziale. Effetti che sembrano associarsi a due diterpeni, il carnosolo e l’acido carnosico, contenuto negli agli aghi di rosmarino e che conferirebbero alla spezia effetti antiossidanti, chelanti e antinfiammatori. Esperimenti in vitro e in vivo mostrerebbero una azione neuroprotettiva, specie in caso di Alzheimer. PiĂą precisamente: l’acido carnosico sembrerebbe svolgere effetti protettivi su cellule neuronali anche superiori a resveratrolo e sulforafano.

Lo studio ha considerato estratto di liquirizia titolato al 6,2% in acido glicirrizico e di rosmarino al 6% in acido rosmarinico.

I risultati

I ricercatori hanno esposto lo zebra fish adulto a trattamenti RE o GGRE (100 e 250 mg/L) e, in entrambi i casi, è stato possibile osservare un miglioramento della ritenzione mnestica durante il test del labirinto T, senza tuttavia evidenziare vantaggi riguardo a preferenze/riconoscimento del nuovo oggetto. Allo stesso modo, alla somministrazione del Morris Water Maze Test (MWM) e dell’Elevated Plus Maze (EPM) Test in ratti maschi sani sottoposti a assunzione cronica di RE (150 mg/Kg) e GGRE (150 mg/Kg) si è osservato, rispettivamente, un miglioramento della memoria spaziale e della ritenzione, ma non verso il nuovo riconoscimento degli oggetti. Infine, ratti maschi e femmine sono stati trattati cronicamente con lipopolisaccaride [(LPS) 300 ug/kg] e somministrazione orale di RE il quale avrebbe invertito il deficit cognitivo indotto da LPS durante il MWM e l’EPM nei ratti femmine.

Vi sarebbe evidenza, dunque, da esperimenti su zebra fish e nei ratti, che le MNE sono potenzialmente in grado di migliorare la cognizione in entrambi gli animali da laboratorio. Da qui la possibile indicazione del loro impiego a supporto di terapia tradizionali per potenziare memoria e/o integrate a interventi terapeutici nel trattamento del deterioramento cognitivo.

Vi sarebbe inoltre evidenza di un effetto di efficacia di genere, piĂą specifico nelle donne con un profilo neuroinfiammatorio: un dato interessante se si considera che sempre piĂą studi suggeriscono la maggior esposizione della popolazione femmine allo sviluppo di deficit cognitivi e dell’umore rispetto ai maschi, ovvero a un rischio maggiore di psicopatologie. Infine, lo zebra fish sembra rappresentare un prezioso modello preclinico per la scoperta di farmaci nelle neuroscienze, essendo i risultati ottenuti sovrapponibili a quelli osservati nei ratti sani.

Fonte:

  • Pusceddu MM, Hernandez-Baixauli J, PuiggrĂłs F. “Mediterranean natural extracts improved cognitive behavior in zebrafish and healthy rats and ameliorated lps-induced cognitive impairment in a sex dependent manner”. Behav Brain Funct. 2022;18(1):5. doi: 10.1186/s12993-022-00190-8.