Esistono differenze di genere per la malattia da Covid-19 in termini di diffusione, manifestazione, risposta, complicanze. Un nuovo studio pubblicato sulla rivista Current Medical Research and Opinion rileva possibili diversità riferibili anche al Long Covid. A farne le spese in termine di maggiore esposizione al rischio sarebbero le donne, con manifestazione differenti rispetto agli uomini

La rilevazione e la conoscenza di eventuali diversità genere specifiche nella patologia da Covid-19, compreso Long Covid, sono fondamentali per la definizione di una cura a maggior impatto terapeutico. Con questo obiettivo, sull’onda della medicina di precisione e personalizzata, un gruppo di ricercatori americani e canadesi ha condotto una revisione degli studi presenti in letteratura nei maggiori database (OvidSP in Embase, Medline, Biosis e Derwent Drug File) che riportassero dati originali disaggregati per sesso.

L’analisi (“Sex differences in sequelae from COVID-19 infection and in long COVID syndrome: a review”), pubblicata sulla rivista Current Medical Research and Opinion, è stata condotta su studi, pubblicati prima di agosto 2020 in caso di Covid-19 e prima di giugno 2021 per Long Covid. Maggiormente attenzionata è stata proprio la sintomatologia a lungo termine, postuma all’infezione. Delle 4346 pubblicazioni selezionate, i ricercatori ne hanno estrapolate rispettivamente 23 e 12 che rispondevano ai criteri di ammissibilità per le sequele di Covid-19 e di Long Covid.

I risultati

Gli studi selezionati hanno consentito di esaminare gli esiti in circa 1,3 milioni di pazienti, arrivando a definire sintomi genere specifici (anche) per Long Covid. È stato possibile osservare che le donne affette dalla sindrome presentavano maggiori disturbi psichiatrici/umorali (OR = 1,80; IC 95%: 1,35–2,41), ORL (OR = 1,42; IC 95%: 1,39–1,46), muscoloscheletrici (OR = 1,15; IC 95%: 1,14–1,16) e respiratori (OR = 1,09; IC 95%: 1,08–1,11) a carico di orecchie, naso e gola. Inoltre erano rilevabili con maggior frequenza patologie cutanee, gastro-intestinali, reumatologiche, affaticamento. Diversamente gli uomini mostravano maggiori probabilità di sviluppare disturbi endocrini come il diabete, e disturbi renali (OR = 0,83; IC 95%: 0,75–0,93).

Prossimi sviluppi

La ricerca avrebbe messo in luce alcuni altri possibili ambiti di attenzione per futuri studi. Ad esempio una analisi del rischio di esposizione al virus più frequente e elevato in specifiche professioni, come infermieri e insegnanti/docenti, o un’analisi della disparità di accesso alle cure in relazione al genere, fenomeni in grado di influenzare la storia naturale della malattia, come anche le complicazioni e sequele associate.

«La disponibilità di dati disaggregati per sesso è fondamentale – concludono gli autori – per potere analizzare tutte le variabili che possono incorrere nella definizione e miglior profilo terapeutico valutato sulla persona e la “sua” malattia, in termini di manifestazioni e decorso».

Fonte:

  • Sylvester SV, Rusu R, Chan B et al. Sex differences in sequelae from COVID-19 infection and in long COVID syndrome: a review. Current Medical Research and Opinion 2022