Identificati due nuovi, “moderni” fattori di rischio per patologie cerebrovascolari, tra queste l’ictus, o stroke come viene anche comunemente definito.

Secondo uno studio cinese, dell’Ospedale Pediatrico della Zhejiang University a Hangzhou, inquinamento luminoso, in particolare la luce notturna esterna e quello atmosferico potrebbero rappresentare degli importanti trigger, da non sottovalutare avviando azioni di prevenzione contro eventi potenzialmente evitabili. Lo studio, pubblicato su Stroke, avrebbe i “numeri”, in termine di pazienti arruolati, per essere ritenuto attendibile. 

Lo studio

Oltre 28.308 partecipanti e tre anni di monitoraggio, dal 2015 al 2018. Sede dello studio, la Cina, nota per essere tra i territori più inquinati e inquinanti al mondo. Ma questa volta oggetto di indagine non sarebbe l’impatto indotto da agenti atmosferici esterni sui polmoni, bensì su cuore e cervello.

Pare infatti che l’esposizione alla luce notturna esterna (LAN) e all’inquinamento atmosferico, in particolare alle polveri sottili PM2,5 e al biossido di azoto (NO2), siano fattori di rischio importanti per lo sviluppo nel tempo di malattie cerebrovascolari (CeVD).

Tale associazione di rischio, rilevata dallo studio cinese, è emersa da specifiche misurazioni valutate mediante immagini satellitari e modelli di regressione e anche dopo aver tenuto conto dei fattori confondenti. 

I risultati

Un totale di 1.278 casi di CeVD (inclusi 777 iictus ischemico e 133 ictus emorragico) sono stati identificati nel corso di 127.877 anni-persona di follow-up. Utilizzando modelli a esposizione singola, i rapporti di rischio per CeVD sono risultati ,17 (IC al 95%, 1,06–1,29) per LAN esterna, 1,25 (1,12–1,39) per particolato ≤2,5 µm, 1,14 (1,06–1,22) per il particolato ≤10 μm e 1,21 (1,06–1,38) per NO2 in ogni aumento dell’intervallo interquartile. I risultati, simili per l’ictus ischemico, non hanno invece fatto osservare alcuna associazione per l’ictus emorragico.

Nei modelli a esposizione multipla, le associazioni di LAN esterna e PM con CeVD persistevano, ma viceversa al caso precedente non per l’ictus ischemico.

Inoltre, non è stata osservata alcuna interazione tra la LAN esterna e l’inquinamento atmosferico. Le evidenze, dunque, non solo assocerebbero i livelli di esposizione alla LAN esterna e all’inquinamento atmosferico al rischio di CeVD, ma farebbero ipotizzare che gli effetti dannosi possano essere reciprocamente indipendenti.

Conclusioni

I ricercatori non arrivano a conclusioni definitive, dichiarando che saranno necessari ulteriori studi per dare una certezza assoluta, ammesso che ciò sia possibile, e non prima di aver compreso i meccanismi sottostanti questa relazione, tuttavia mettono in guardia verso questi potenziali fattori di rischio, attivando misure cautelative preventive fin dall’immediato.

Fonte

Wu Y, Shen P, Yang Z et al. Outdoor light at night, air pollution, and risk of cerebrovascular disease: A cohort study in China. Stroke, 2024, Vol. 55, No. 4. Doi: http://doi.org/10.1161/STROKEAHA.123.044904