Malnutrizione nel paziente oncologico. Serve una legge per garantire i trattamenti necessari

Nonostante l’elevata frequenza e le importanti conseguenze, la malnutrizione nel paziente oncologico è ancora un problema sottovalutato, troppo spesso non riconosciuto e solo raramente trattato in maniera adeguata. «In Italia manca una legge nazionale che regolamenti e garantisca l’accesso uniforme ai trattamenti di nutrizione clinica e artificiale domiciliare del paziente oncologico. È necessario valutare e prevedere l’inserimento dello screening nutrizionale e del trattamento della malnutrizione all’interno dei PDTA delle diverse patologie», ha dichiarato Maurizio Muscaritoli, professore Ordinario di Medicina Interna alla Sapienza di Roma e Presidente SINUC (Società Italiana di Nutrizione Clinica e Metabolismo) nell’ambito del convegno svoltosi il 3 luglio alla Camera dei Deputati, che ha visto seduti allo stesso tavolo clinici, pazienti e rappresentanti delle istituzioni per valutare le azioni necessarie per assegnare alla terapia nutrizionale un ruolo decisivo nel paziente oncologico.
malnutrizione nel paziente oncologico rischi e conseguenze
Secondo lo studio italiano PreMiO il 42% circa dei pazienti oncologico è a rischio malnutrizione, con conseguenze negative sull’efficacia e la tossicità dei trattamenti antitumorali e anche sulla qualità di vita.

I numeri della malnutrizione nel paziente oncologico. Lo studio PreMiO

Malnutrizione, anoressia, perdita dell’appetito e di peso sono comuni nei pazienti affetti da tumore sin dalle prime fasi di malattia e sono spesso rilevabili alla prima visita oncologica.
Ad affermarlo è lo studio italiano PreMiO (Prevalence of Malnutrition in Oncology), condotto da Maurizio Muscaritoli dell’Università La Sapienza di Roma, e pubblicato dalla rivista Oncotarget. Leggi l’articolo originale qui.
Lo studio PreMio, di tipo osservazionale e prospettico, ha coinvolto 2000 pazienti affetti da tumori solidi, mai trattati, con un’aspettativa di vita superiore ai 3 mesi e afferenti a 22 Unità Oncologiche nazionali.
Ecco lo stato nutrizionale dei pazienti analizzati:
  • MALNUTRIZIONE – 1 paziente su 2 (51,1%) aveva un grado di compromissione nutrizionale variabile. Di questi il 42,4% era a rischio di malnutrizione e il 9% era già francamente malnutrito.
  • PERDITA DI PESO INVOLONTARIA-  Alla prima visita di oncologia medica, il 64% dei pazienti aveva perso da 1 a 10 kg di peso nei 6 mesi precedenti:
    • il 28,4% ha perso più del 10% del peso corporeo, i
    • l 36,2% ha perso il 5% -10%,
    • il 35,4% ha perso <5%.

Perché il paziente oncologico è a rischio di malnutrizione

La malnutrizione è determinata sia da un aumento del metabolismo da parte delle cellule tumorali che consumano le riserve energetiche, che dalla diminuzione dell’appetito, la capacità di percepire i sapori, di deglutire, dalla nausea e da un malassorbimento diffuso dei nutrienti.
Il cancro può determinare uno stato d’infiammazione e una accelerazione del
metabolismo. L’intensa risposta infiammatoria porta a perdita di peso, di appetito, di
massa muscolare, un deperimento generalizzato chiamato cachessia. «A questo si
aggiungono alterazioni metaboliche e uno stato infiammatorio generalizzato», ha
precisato Giuseppe Aprile, Direttore del Polo Oncologico di Vicenza e Consigliere
Nazionale AIOM (Associazione Italiana Oncologia Medica).

Conseguenze e rischi della malnutrizione nel paziente oncologico

«La sindrome cachettica, che colpisce circa la metà dei pazienti oncologici con malattia avanzata, può condizionare negativamente l’efficacia delle terapie antitumorali, mediche e chirurgiche, aumentare gli effetti collaterali e impatta negativamente sulla qualità della vita dei malati», ha spiegato Giuseppe Aprile. Inoltre nelle forme di malnutrizione più serie il rischio di morte aumenta da 2 a 5 volte.

Per contro, «prevenire la progressione della perdita di peso riduce la tossicità dei farmaci, migliora la sensibilità delle cellule a ricevere i trattamenti, diminuisce la frequenza e la durata dei ricoveri e le complicanze post-operatorie», ha precisato Paolo Marchetti, Ordinario di Oncologia Medica alla Sapienza di Roma e coautore dello studio PreMiO.

Serve una Legge per garantire percorsi nutrizionali ai pazienti oncologici

Purtroppo la malnutrizione del paziente oncologico è un problema diffuso ma troppo spesso sottovalutato e non riconosciuto. Al momento manca una legge che preveda la valutazione dello stato nutrizionale di tutti i pazienti oncologici, già dalla prima visita.
Muscaritoli «Chiediamo alla politica che intervenga affinché le cure nutrizionali entrino a far parte della buona pratica clinica, anche con la eventuale previsione di sanzioni per chi non garantisce ai malati cure adeguate, in analogia a quanto fatto in passato con la Legge 38 che garantisce l’accesso alle terapie del dolore. Servono anche strumenti di governance per ovviare alla cronica assenza di medici nutrizionisti e dietisti in tutte le aziende sanitarie, in particolare dove vengono trattati i pazienti oncologici, a cui si dovrebbe aggiungere la costituzione di reti regionali che prevedano un’interazione stretta con territorio, medici di medicina generale e ospedale».
Secondo Cittadinanzattiva, ogni paziente ha il diritto di ricevere un corretto trattamento nutrizionale che dovrebbe essere erogato da personale competente in nutrizione clinica, capace di fornire informazioni corrette, comprensibili e basate sulle evidenze scientifiche.
Cittadinanzattiva «La malnutrizione deve essere individuata precocemente, trattata tempestivamente e non deve concorrere ad aumentare le già insopportabili disuguaglianze che caratterizzano il nostro Servizio Sanitario Pubblico. È utile una sua misurazione e valutazione sin dalla presa in carico sino al follow up. È necessario inserire le terapie nutrizionali nel contesto delle cure simultanee e informare i pazienti sui suoi benefici».
Cittadinanzattiva ha inoltre sottolineato l’importanza di sensibilizzare tutti gli operatori sanitari al tema della malnutrizione prevedendo programmi di formazione
ad hoc.

Basterebbe applicare le Linee di indirizzo siglate il 15 dicembre 2017

Un primo passo verso la costruzione di percorsi nutrizionali nei pazienti oncologici è già stato fatto. Il 15 dicembre 2017 il Ministero della Salute in Conferenza Stato Regioni ha siglato le Linee di indirizzo sui percorsi nutrizionali nei pazienti oncologici.
Sono diversi gli aspetti affrontati in questo documento:
  • l’utilizzo di Screening nutrizionale e bisogni specifici in ambito nutrizione alla diagnosi, durante il percorso terapeutico fino al follow-up;
  • la proposta di un Modello per la risposta organizzativa attraverso un percorso integrato che coinvolga Ospedale, Day Surgery e Reti territoriali, promuova una Continuità assistenziale attraverso i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta fino alla definizione di Assistenza domiciliare e Nutrizione artificiale;
  • l’organizzazione di percorsi di formazione ed informazione agli operatori sanitari.
Giuseppe Ruocco, Segretario Generale del Ministero della Salute: «Un corretto e consapevole impiego delle conoscenze relative agli adeguati
screening nutrizionali e agli approcci di nutrizione clinica integrata, illustrati nelle Linee di indirizzo, potrà avere una ricaduta positiva, contribuendo ad un favorevole impatto sugli esiti, sulla qualità di vita di questi pazienti e sulla spesa sanitaria».
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