I professionisti della salute, dai medici di famiglia e specialisti ai farmacisti, sono le fonti autorevoli cui si rivolgono trasversalmente tutte le generazioni: boomer e Gen Z per un counselling e/o per informazioni di ambito sanitario. Cala la fiducia verso dottor Google e social media.
È quanto attesta un’ampia ricerca condotta dalla Luiss (Centro di Ricerca Luiss – X.ITE su Tecnologie e comportamenti di mercato) in collaborazione con Merck Italia, presentata in occasione del convegno “Emerging healthcare trends. A closer look across generations”.
Ampia e autorevole
L’indagine per attestare a quali fonti ricorrono le diverse generazioni per consulenze in ambito di salute è vasta: ha considerato studi esistenti di letteratura integrandone i dati con 3 mila interviste condotte tra gennaio e febbraio 2024.
Obiettivo era comprendere le referenzialità a cui si affidano e di cui si fidano oggi gli italiani, delle nuove o più ”consolidate” generazioni in caso di ricerca /bisogni di informazioni sulla propria e altri salute, le eventuali variabili che condizionano le scelte delle fonti e le principali motivazioni per cui si chiedere una consulenza.
Ed il panorama è confortante: vince l’autorevolezza sulle potenziali e possibili “fake news”. Gli italiani, dai boomer alle varie Gen, scelgono infatti gli esperti: medici di famiglia o specialisti e/o altri operatori di salute, quali i farmacisti che vengono “riscattati” anche dai più giovani che ne riconoscono la professionalità, rispetto a risorse digitali, come il web nelle sue diverse declinazioni.
Le scelte del professionista cui rivolgersi – medico e/o farmacista – può essere tuttavia condizionata dall’età e dunque dai differenti valori e bisogni di salute. In linea generale, il 75% degli intervistati dichiara di rivolgersi come primo referente al medico di base o allo specialista, con una percentuale che oscilla tra l’88,3% in caso di Boomer, quindi persone tra 60-70 anni e del 70,8% per le fasce di popolazione più giovani come le Gen Y, tra 28-43 anni, e la Gen Z di 18-27 anni.
Mentre sono i Boomer, che frequentano maggiormente il presidio, a preferire la farmacia fisica e la consulenza del farmacista, rispetto alla ricerca di informazioni online, ad appannaggio dei più giovani. Il farmacista, comunque, cresce in credibilità e affidabilità fra tutte le generazioni: si posiziona infatti come referente autorevole cui gli italiani si rivolgono, secondo solo al medico di base o specialista.
Perde terreno Internet
Solo il 16,7% del campione intervistato ritiene il web una fonte molto o estremamente affidabile, a fronte del restante 40,3% che lo scredita. Opinione condivisa soprattutto dai senior (49,1%) mentre i più giovani lo scelgono in percentuali maggiori.
Ad esempio ricorre ad internet il 35,7% degli appartenenti alla Gen Z di cui 5,7% dichiara invece di utilizzare Chat GPT in misura superiore rispetto a mezzi di informazione più tradizionali come radio e televisione (4,6%) avere risposte di salute .
Il ricorso e/o la credibilità all’Intelligenza artificiale generativa spetta soprattutto alla giovani generazioni: in ordine decrescete Gen Y (15,8%), Gen Z (14%), Gen X (44-59 anni: 11,4%) e infine i Boomer (5,4%). I social media, fanalino di coda, sono ritenuti trasversalmente la fonte di informazione meno affidabile (65%).
Le Gen più giovani
La ricerca, per la prima volta, ha considerato anche opinioni e comportamenti della Gen Alpha, cui appartengono i nati dal 2010 in poi. Evidenti le differenze in relazione ai bisogni di salute: secondo i genitori della generazione Alpha (6% Gen Z, 45,2% Gen Y, 45,7% Gen X, 3,1% Boomer), in questa fascia di popolazione essi riferiscono in misura maggiore alla componente fisica (30%), cui seguono aspetti di salute mentale (24%), benessere familiare (21%), sociale e successo scolastico (13% e 12%).
Emerge inoltre, sempre dai dichiara dei genitori Alpha (33,6%), l’impatto importante indotto dalla pandemia in termini di percezione di salute nei giovani da un lato e dall’altro all’integrazione di intelligenza artificiale, telemedicina, dispositivi indossabili e cartella clinica elettronica che ne è seguita Aspetti, quelli legati alle tecnologie, considerati molto positivamente dai giovani, rispetto agli stessi genitori.
Cambia infine, in relazione alle evidenze dell’indagine, funzionalmente all’età la percezione e il concetto di salute: i Boomer e la Generazione X danno ad esempio maggior peso alla salute fisica e familiare, collocati al primo posto, rispetto alle Gen Y e Z che invece privilegiano il benessere mentale, sociale e professionale, quali aspetti predominanti per sentirsi in buona salute.
Variano infine anche le percezioni del concetto di salute di per se stesso: se le generazioni più anziane considerano, ad esempio, il proprio stato mentale e sociale buono, i più giovani come la Gen Z riportano come parametro di maggiore rilievo la migliore salute fisica, eccezione fatta per le conseguenze del Covid che ne ha influenzato moltissimo la percezione dello stato di salute (35%) rispetto ai Boomer (22%).