Studi sperimentali sembrano evidenziare un ruolo chiave del microbiota nel proteggere (o indurre), osteonecrosi della testa del femore in particolare. L’azione si assocerebbe alla presenza di uno specifico batterio intestinale, il Lactobacillus animalis il quale svolgerebbe la sua benefica azione anche attraverso la produzione di minuscole vescicole extracellulri. È quanto emerge da uno studio di ricercatori cinesi, pubblicato su Science Advances

All’origine dell’osteonecrosi alla testa del femore vi è la prolungata assunzione di glucocorticoidi. Quanto conta e/o può agire il microbiota sul fenomeno? Evidenze emerse in relazione all’osteonecrosi della mascella mostravano una diversità della composizione del microbiota orale in pazienti con o senza il problema in atto. Da qui l’interesse a valutare la possibile relazione anche per l’osteonecrosi del femore.

Su questo assunto, alcuni ricercatori cinesi hanno avviato studi sperimentali su topi sani e topi trattati con metilprednisolone partendo da diverse considerazioni: la possibilità, in primo luogo, che il trasferimento di microbi fecali/intestinali tra diversi roditori allevati nella stessa gabbia, dunque la colonizzazione, o che il semplice cohousing potessero impattare sullo sviluppo di malattia nei topi esposti. Hanno pertanto ospitato nello stesso habitat le due popolazioni di topi (sani e affetti da osteonecrosi del femore indotta).

È stato così possibile osservare che il cohousing non solo era in grado di proteggere i topi dall’insorgenza di patologia, ma ha fornito specifiche informazioni sulla composizione batterica.

Il batterio ad azione protettiva

Proseguendo negli esperimenti i ricercatori, una volta a settimana per 6 settimane, hanno trasferito microbi intestinali da topi sani a topi in trattamento, notando in questi ultimi un aumento dei vasi sanguigni e degli osteoblasti a favore di una diminuzione dell’apoptosi.

Hanno così avviato specifiche indagini sui campioni di feci, arrivando a scoprire che la terapia con metilprednisolone era causa della riduzione in presenza di Lactobacillus, in modo specifico di L. animalis e L. intestinalis., protrattasi soprattutto a carico di L.. animalis fino a tre settimane post terapia.

Forti di questa evidenza i ricercatori hanno somministrato ai topi il probiotico con lo stesso criterio o attuato per il trasferimento dei microbi intestinali una volta a settimana per 6 settimane, con esito protettivo contro l’insorgenza di osteonecrosi del femore. Questa azione sembra correlarsi anche alla produzione da parte di L. animalis di vescicole extracellulari, tipicamente molecole bioattive prodotte dalla cellula donatrice, che possono entrare nella testa del femore.

Poiché L. animalis è un batterio presente nel latte umano e animale, dunque con un buon profilo di sicurezza, si ipotizza che il suo consumo possa apportare benefici anche sulla salute delle ossa, compreso all’osteonecrosi. Questa potenziale “intuizione” dovrà essere confermata, dunque, da studi dedicati.

Fonte:

  • Chen CY, Rao SS, Yue T et al. Glucocorticoid-induced loss of beneficial gut bacterial extracellular vesicles is associated with the pathogenesis of osteonecrosis. Science Advances, 2022, 8, Vol. 15.