OMS 2025-2034: nuova strategia per la Medicina Tradizionale, Complementare e Integrativa

Buone notizie per la Medicina Tradizionale, Complementare e Integrativa (TCIM) arrivano dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Lo scorso maggio, la 78ª Assemblea Mondiale della Sanità ha adottato ufficialmente la nuova strategia OMS per la TCIM 2025-2034, sviluppata a partire dalla Dichiarazione finale del World Global Traditional Medicine Summit, tenutosi nell’agosto del 2023 a Gujarat, in India. Di quell’evento avevamo dato conto in queste pagine nell’ottobre dello stesso anno (Medicina Integrata, n. 5/2023).

La nuova strategia OMS si articola intorno a quattro obiettivi principali:

  • rafforzare le prove di efficacia delle TCIM;
  • promuovere la sicurezza e l’efficacia attraverso adeguati meccanismi di regolamentazione;
  • integrare le TCIM sicure ed efficaci all’interno dei Sistemi Sanitari Nazionali;
  • ottimizzare la multidisciplinarietà e l’intersettorialità di queste medicine e pratiche, e rafforzare la consapevolezza delle comunità coinvolte.

Il principale nodo critico emerso durante l’approvazione del documento è stato quello di conciliare le antiche pratiche curative con gli standard scientifici contemporanei. A tale proposito il dibattito ha messo in luce profonde divisioni tra gli Stati membri su come bilanciare il rispetto di antiche tradizioni culturali con il rigore della medicina basata sulle prove.

Il testo finale riflette un compromesso delicato: da un lato, riconosce il valore delle cure personalizzate e delle preferenze culturali; dall’altro, afferma con chiarezza che l’OMS “rifiuta coerentemente qualsiasi affermazione non supportata da prove scientifiche”. Alcuni Stati membri – in particolare dell’Europa – hanno insistito per applicare alle medicine tradizionali e integrate gli stessi criteri regolatori della medicina convenzionale. Altri, soprattutto del Sud globale (Asia, Africa, America Latina), hanno sostenuto una visione più aperta e flessibile.

Si è trattato, in sostanza, di un “matrimonio scomodo”, che ha visto scontrarsi due prospettive non facilmente conciliabili. Tutti, però, concordano sull’importanza di avere sempre maggiori prove di efficacia. Tuttavia, proprio questo rappresenta uno degli ostacoli principali: la ricerca scientifica, soprattutto se condotta con standard rigorosi (studi randomizzati controllati con placebo), richiede finanziamenti consistenti. In un contesto in cui l’OMS è alle prese con forti tagli di bilancio e in piena ristrutturazione organizzativa, e tenuto conto anche del numero di pratiche di medicine tradizionali nel loro complesso, creare una base di prove scientifiche solida per l’intero panorama delle TCIM appare un obiettivo almeno per il momento poco realistico.

Su una considerazione, infine, sono risultati tutti d’accordo, anche se con accenti diversi: la necessità di un rispetto reciproco per i benefici apportati da entrambi i sistemi, nonché l’importanza di tutelare il diritto dei pazienti di scegliere il proprio percorso di assistenza sanitaria e, pertanto, anche la terapia a lui/lei più congeniale, che, quindi, deve essere messa a disposizione all’interno del sistema sanitario di ogni Paese coinvolto e incluso.

Il prossimo round di questa partita sarà giocato a dicembre 2025 in India, dove è stato convocato il 2° WHO Global Summit on Traditional Medicine, il cui obiettivo sarà non più definire i principi ma implementare i vari contenuti della strategia appena adottata, con l’importante e fondamentale obiettivo di individuare soluzioni specifiche e peculiari per tutti i diversi contesti nazionali.