Poterebbe esistere un legame tra l’esposizione all’inquinamento atmosferico e l’insorgenza del Parkinson, secondo uno studio condotto da ricercatori della Queen’s University di Belfast, nel Regno Unito, su un’ampia coorte di pazienti dell’Irlanda del Nord pubblicato sulla rivista npj Parkinson’s Disease.
Lo studio
Ci sarebbero segnali sfumati che associano l’esposizione all’inquinamento di adulti sotto i 50 anni a una potenziale vulnerabilità specifica per età o sintomi erroneamente diagnosticati nascosti alla vista, correlabili al Parkinson, patologia largamente diffusa con circa 8,5 milioni di casi stimati nel mondo nel 2019, e in costante aumento in funzione dell’invecchiamento della popolazione.
L’eziologia del Parkinson (PD) ad oggi non è chiara, sebbene sembrano incidere interazioni tra fattori genetici e ambientali, tra cui alcune anche sul potenziale ruolo dell’inquinamento atmosferico. Gi studi riguardo questa possibile relazione sono eterogenei e prendono in esame inquinanti come il biossido di azoto (NO₂), il particolato con diametro ≤ 2,5 μm (PM₂.₅), il PM₁₀, l’ozono, l’anidride solforosa e metalli aerodispersi come manganese, piombo e rame. Anche i risultati sarebbero contrastanti, variabili tra associazioni statistiche solide a fronte di altre nulle o deboli. Criticità cui il presente studio ha inteso rispondere prendendo in esame un’ampia coorte di popolazione dell’Irlanda del Nord, una regione caratterizzata da un relativamente basso tasso di inquinamento, e i dati sull’inquinamento riferibili all’Enhanced Prescribing Database (EPD) e al Northern Ireland Longitudinal Study (NILS), quest’ultima collegata ad altri set di dati amministrativi, che hanno fornito dati demografici e socioeconomici e i dati annuali sull’inquinamento valutati e modellati su una griglia quadrata di 1 km per il periodo 2009-2016 per NO₂ e PM₂.₅.
Mentre l’EPD ha fornito dati su tutte le prescrizioni di cure primarie in Irlanda del Nord. Il campione analitico includeva tutti i partecipanti al NILS del censimento del 2011 di età ≥ 28 anni che non avevano ricevuto farmaci per la PD prima del 2012. Endpoint dello studio era valutare l’insorgenza della DP, monitorata attraverso la somministrazione di farmaci specifici per patologia, in cui fattore chiave dei modelli era la considerazione del tipico ritardo di 11-13 mesi tra l’insorgenza dei sintomi e la diagnosi. Le esposizioni sono state valutate in livelli medi annuali di NO₂ e PM₂.₅ in Irlanda del Nord. A tutti i soggetti sono stati assegnati valori di esposizione per questi due inquinanti in base agli indirizzi di residenza dal 2009 al 2016.
I risultati
I ricercatori hanno utilizzato modelli di rischio proporzionale di Cox dipendenti dal tempo per esaminare le associazioni tra esposizione all’inquinamento e insorgenza della PD, stimando gli hazard ratio per le associazioni tra esposizione a NO₂ e PM₂.₅ ambientali e considerando la ricezione della prima prescrizione di farmaci per la dialisi peritoneale (DP). Il campione analitico includeva 292.925 partecipanti, di cui 3.089 avevano ricevuto farmaci per DP tra il 2012 e il 2016, in prevalenza donne anziani, disoccupati, inattivi, residenti in aree più svantaggiate, privi di titoli di studio e con cattive condizioni di salute generale.
Inoltre, i soggetti con insorgenza di DP presentavano un’esposizione a NO₂ e PM₂.₅ sostanzialmente comparabile. È stato così possibile rilevare alcune prove di associazione tra insorgenza di DP ed esposizione a PM₂.₅ nei modelli non aggiustati, tuttavia non più rilevata quando i modelli venivano aggiustati per le differenze nei fattori familiari, individuali e di quartiere. Non è stata osservata alcuna associazione tra l’insorgenza di PD e l’esposizione a NO₂ nei modelli aggiustati o non aggiustati. Non sono state osservate associazioni per entrambi i sessi nei modelli aggiustati a fronte invece si un’associazione significativa tra l’insorgenza di PD e l’esposizione a PM₂.₅ per le donne nei modelli non aggiustati. Nelle persone di età ≥ 50 anni, non sono state osservate associazioni significative tra l’insorgenza di PD e l’esposizione all’inquinamento. Mentre nei modelli aggiustati è emersa un’associazione positiva modesta ma statisticamente significativa tra l’esposizione a PM₂.₅ e l’insorgenza di PD per le persone di età < 50 anni, con un aumento stimato del 5% del rischio per ogni aumento di 1 μg/m³ dell’esposizione (Hazard Ratio di 1,05).
Inoltre, sono emerse alcune prove più deboli e provvisorie di associazioni positive con l’esposizione a NO₂ in questa fascia d’età. Riassumendo, se da un lato non sarebbero state rilevate, da analisi di sensibilità, associazioni tra esposizione all’inquinamento e insorgenza di PD nella coorte complessiva, dall’altro l’associazione significativa per il PM₂.₅ emersa nella fascia di età più giovane sarebbe scomparsa utilizzando una definizione più restrittiva dell’insorgenza del PD e anche l’associazione provvisoria con l’NO₂ è diventata non significativa in altri test di robustezza.
In conclusione
I risultati attuali sono in linea con studi precedenti che hanno riportato associazioni positive, non aggiustate, tra esposizione a PM₂.₅ a medio termine e insorgenza di PD. Inoltre, non vi erano prove di associazioni nei sottocampioni per sesso e tra i soggetti di età ≥ 50 anni. Ciononostante, è stata osservata un’associazione significativa tra esposizione a PM₂.₅ e insorgenza di PD nelle persone di età < 50 anni e un’associazione provvisoria più debole con l’esposizione a NO₂.
Le differenze nell’eziologia del PD tra le fasce d’età, secondo gli autori, potrebbe essere spiegata dalla possibilità che la misura basata sulla prescrizione abbia sovrastimato l’insorgenza del PD nei soggetti di età < 50 anni, in quanto farmaci correlati al PD potrebbero essere stati impiegati anche nel trattamento di altre condizioni cliniche con sintomi sovrapponibili, come la distonia e la sindrome delle gambe senza riposo.
Si potrebbe dunque ipotizzare un’associazione con una “classe più ampia di condizioni” piuttosto che con la sola PD, sottolineando che la riduzione di queste esposizioni rimane fondamentale, data la solida evidenza che collega l’inquinamento a molti altri effetti negativi sulla salute.
Fonte
Jahanshahi B, McVicar D, Rowland N. Exposure to ambient air pollution and onset of Parkinson’s disease in a large cohort study. npj Parkinson’s Disease, 2025, 11(1), 291. DOI: 10.1038/s41531-025-01156-z, https://www.nature.com/articles/s41531-025-01156-z


